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 Anno I n° 8 del 13/10/2005    -   LENTE DI INGRADIMENTO


Ikea, un'idea vincente di arredamento
Prego, si costruisca la sedia e si accomodi.....
Ma cosa vende l’IKEA? La sua idea di arredamento è: design giovane e poco impegnativo, con mobili di buona qualità e prezzi contenuti, e senza nessuna pretesa di essere “per sempre”
Di Anna Cosseddu


Stupefacente, rivoluzionaria, vincente. La filosofia IKEA è nata, cresciuta, si è sviluppata e ha colonizzato 35 paesi nel mondo in meno di 60 anni. Nata in Svezia, nel 1953, l’IKEA è ormai il più grande colosso dell’ “arredamento democratico” presente sul mercato mondiale. Il suo è diventato con gli anni un vero e proprio “Case History”, portato ad esempio e studiato nelle migliori università di Economia e Marketing, e la sua filosofia ha coinvolto ed educato migliaia di clienti all’oggetto di design a basso costo.

Ma cosa vende l’IKEA? Si potrebbe semplificare rispondendo “mobili in kit di montaggio”, ma sarebbe riduttivo per descrivere un fenomeno così sorprendente. Nelle pubblicazioni dell’Osservatorio di Marketing dell’Università Bocconi si legge: “l’idea commerciale di IKEA si basa sul design dei prodotti, sulla loro funzionalità e sulla qualità a prezzi contenuti, facendo leva su tre elementi chiave: lo Swedish design, la produzione e la distribuzione”. Il catalogo IKEA è composto da 10.000 prodotti, la cui progettazione e approvazione è interamente a cura della sede svedese dell’azienda; questo fa sì che la produzione possa essere coordinata nei materiali, nei colori e nelle fasi di realizzazione in modo tale da poter ridurre al minimo i costi; i costi di distribuzione sono invece ridotti grazie a un’idea antica e vincente: i mobili vengono progettati per essere contenuti nelle famosissime scatole piatte, facili da trasportare in gran numero e da distribuire non solo ai punti vendita, ma anche e direttamente ai clienti.

E chi sono i clienti dell’IKEA? Cosa cercano, cosa trovano, da cosa sono spinti verso questo nuovo modo globalizzato di arredare la propria casa? Si, globalizzato. Perchè se è vero che sono 10.000 i prodotti che un ragazzo single milanese può trovare nel megastore della propria zona, sono gli stessi 10.000 prodotti che tutti i ragazzi single di decine di nazioni possono trovare nei megastore della loro zona. E allora dove sta la personalizzazione, il concetto di casa-tana, lo specchio della personalità di chi la abita? Semplicemente i clienti IKEA sono clienti ben definiti, con esigenze particolari che scavalcano tutto il resto: sono giovani, tra i 20 e i 40 anni, single o con famiglie appena nate, e generalmente impegnati nell’arredare la loro prima casa. Il concetto vero e proprio di casa per loro non può che essere differente da quello classico: stipendi precari e/o bassi, abitazioni in affitto (e quindi transitorie), frequenti spostamenti per studio e lavoro. Ed ecco che il mondo IKEA si adatta perfettamente alle nuove esigenze dell’abitare, con il suo design giovane e poco impegnativo, con mobili di buona qualità e prezzi contenuti, e senza nessuna pretesa di essere “per sempre”. E’ proprio il fatto che siano mobili precari a rappresentare perfettamente lo specchio della vita di chi li acquista, li monta e li vive. La società è cambiata, e, com’era prevedibile, anche lo stile dell’abitare è cambiato con lei.



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