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Abitare per se stessi

La Casa......ovvero la nostra Tana

Abitare non vuol solo dire di avere una Casa, ma deve anche essere interpretato come il luogo dove rifugiarsi, dove il proprio io si sente “a casa”

Di Diamanta

Le persone oggi, tendenzialmente abitano nelle città (più o meno grandi), ma sognano la casetta in campagna o quantomeno in periferia; la periferia verde, quella con le casette in fila linde e ordinate, il giardino davanti casa e il cane che ti accoglie festoso al rientro dal lavoro.
Problematiche legate alla comodità di abitare vicino al lavoro, alla scuola dei figli, al supermarket, al cinema ecc, fa si che nella maggior parte dei casi la casa dei sogni rimanga tale… un sogno scartato a favore della praticità. Ma il desiderio rimane dentro, tantè che specialmente chi vive nelle grandi città nei fine settimana tende a fuggire verso il “sogno di proprietà” per i più fortunati, per gli altri rimane il “sogno in affitto” o la scampagnata.

Ma non parlerò di questo…. parlerò di abitare per come lo vedo io.

Abitare un luogo non vuol solo dire essere fisicamente in quel posto, abitare un luogo vuol dire viverci avendo il piacere di farlo. E la casa a quel punto non è altro che LA TANA.

La nostra tana ci rappresenta e parla di noi agli altri, il modo in cui la dipingiamo, l’arrediamo, la teniamo ordinata (o come nel mio caso disordinata), piena di amici o silenziosa è il nostro biglietto da visita.
Guardare con questo occhio le case, ci permette di conoscere meglio chi crediamo di conoscere e vedere aspetti che non vengono portati “in pubblico”.

La tana è il nostro rifugio nel momento in cui vogliamo isolarci dagli altri o diventa piazza di paese quando al contrario condividiamo momenti di piacere e non solo, con gli amici.
La tana odora… di cibo, di profumi, di chiuso, di libri… odora delle abitudini dei suoi “animali"... si impregna della personalità di chi le abita.
La tana a volte è la nostra casa è a volte diventa la casa di un’amico che ci accoglie e ci fa sentire talmente a nostro agio che alle tre del mattino ci dice “ancora un’ultima sigaretta (o un bicchiere) e poi andiamo a dormire” e due ore dopo sei ancora lì a chiacchierare.

A volte abbiamo una tana nella tana, ovvero un luogo all’interno dell’abitazione solo nostro, dove virtualmente mettiamo un cartello con scritto “Non disturbare”.
Altre volte spostiamo la nostra tana aldilà delle mura e abitiamo nel verde, nella natura… casa ci sembra quella… anche se un temporale improvviso può farci venire voglia di un rientro immediato nella tana di mattoni!

Tante parole per rendermi conto alla fine, che la tana è il luogo fisico e non, dove siamo a nostro agio, e può essere un minuscolo locale di 20 mq come un bosco esteso… tante parole per capire che la vera casa l’abbiamo nel cuore, e di conseguenza ogni posto dove andiamo, se noi stiamo bene con noi stessi, diventa la nostra tana.

Concludo con un pensiero un po’ filosofico/utopico (qualcuno potrebbe pensare qualunquista) ma a cui credo nei limiti della natura umana… se guardiamo veramente bene, se viviamo con il cuore, la mente e la parte più intangibile di noi… la nostra casa è il mondo.

Argomenti:   #casa ,        #cultura ,        #riflessioni ,        #società ,        #tana



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