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 Anno I n° 9 del 27/10/2005    -   LENTE DI INGRADIMENTO



Il primo giorno…

Di Diamanta


…di scuola, dove non parlerò di strutture scolastiche, né di riforme e non pronuncerò il nome Letizia (leggasi Moratti), ma aprirò il cassetto dei ricordi.

Aggrappata alla mano di mio padre percorro questo cortile grigio, oggi è il primo di ottobre 1967, il mio primo giorno di scuola.
Ieri sera ho pianto disperatamente cercando di convincere i miei a non mandarmi, ma non cè stato nulla da fare, mi ritrovo con mio padre che passo da un grigio cortile per arrivare a una grigia palestra.
Tantissimi bambini come me, e nel contempo diversi da me, vociano, gridano, corrono allegri. Io no, seria in silenzio, accanto alla gamba di mio padre, cerco di capire che succede. Ma non capisco e continuo silenziosa a scrutare quel vociare. Poi chiamano per nome ogni bambino, non sento pronunciare il mio nome, ma sento mio padre che mi spinge, giro lo sguardo cercandolo con gli occhi mentre in fila per due ci allontaniamo e lo vedo andarsene.
Mi sento spaurita, in balia di avvenimenti e persone al di fuori della mia comprensione. Sono fuori dal nido… che per quanto irto di spine è il nido che conosco.
Sono spaventata, tremendamente insicura e spaventosamente orgogliosa, devo farcela da sola senza chiedere aiuto e spiegazioni a nessuno. Quando entriamo nella classe sospiro, si inizia.


Il mio primo giorno alle elementari ha il colore dell’inverno e la sensazione della nebbia che ti cala addosso.
Appartengo alla generazione che faceva l’esame per poter accedere alla classe terza, quel periodo, il periodo delle elementari è colorato di grigio, unica nota colorata è stato il mio secondo giorno. Poiché mi ero totalmente isolata dagli altri, non mi ricordavo il volto di nessun compagno e neppure della maestra (allora cè n’era una sola), così che quando suonò la campanella dell’inizio, non sapendo cosa fare, mi scelsi una fila di bambini a caso.
La cosa assurda e che nessuno si accorse dello scambio, neppure la maestra di quella classe. Solo dopo oltre due ore qualcuno cominciò a domandarsi dove ero finita….

Anni dopo, altro primo giorno, altra scuola, le medie inferiori.

Sono un po’ agitata, ma più sicura. Come sempre mi isolo in un posto dove osservo senza essere osservata. Vedo, una ragazzina dai capelli corti e dai dentoni da coniglietto sporgenti. E’ un attimo, una sensazione e penso “vorrei che fosse in classe con me”.

Susanna è stata la mia amica e la mia compagna di banco dal primo all’ultimo giorno delle scuole medie. Insieme siamo cresciute, tra storia, matematica, latino e la Barbie. Lei odiava i suoi “dentoni” io li trovavo stupendi.

Tre anni passano in fretta, e mi sono ritrovata ad un altro primo giorno di scuola, le superiori. Scuola scelta senza sapere che volevo fare da “grande”.

Oggi sono eccitata, incuriosità… vado alle superiori! Questa volta veramente farò parte dei grandi, non come alle medie.
Sorrido appena appena, lo so mannaggia questa timidezza non mi abbandona mai, vorrei essere partecipe come gli altri e parlare con loro, ma non ci riesco.
Meglio se mi sposto di lato, e non sto così al centro, qui sembra che tutti mi guardino e poi così vedo meglio che succede.


Alle superiori ho iniziato i miei primi tentativi (falliti miseramente) di superare la mia timidezza, di non isolarmi, andando nel mio mondo.
Il primo giorno di scuola non è stato altro che un’inizio di un altro primo giorno, e così dopo e in mezzo ai primi giorni di scuola, ci sono stati altri primi giorni.
Il primo giorno in una compagnia di amici, il primo giorno con un ragazzo, il primo giorno di lavoro, il primo giorno di tutto…
In fondo la scuola non ha fatto altro che anticipare e mettere alla prova alcune dinamiche di vita e caratteriali, che poi sono state costanti nella mia vita.
Il sentirmi sola in mezzo agli altri, isolarmi nel mio mondo, sentirmi diversa, osservare le persone, darmi il tempo di pensare, volercela fare da sola, e “sentire” le persone….
Così ti rendi conto che c'è sempre un primo giorno in cui inizi una battaglia e speri di sopravvivere, così vedi che il primo giorno non è una prova a cui devi sottostare solo tu, ma che tutti hanno il loro primo giorno.

Passano gli anni e poi capita, che sei tu che accompagni tua figlia a scuola.
Il mondo della scuola è cambiato, le materie sono leggermente diverse, le insegnanti sono tre, non ci sono più esami per accedere alla terza, il metodo di insegnamento non è lo stesso, eppure lo sai che nonostante tutta questa diversità è uguale, per tua figlia è il suo primo giorno di scuola…. tiri un sospiro insieme a lei, si inizia…



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