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 Anno I n° 10 del 10/11/2005    -   PRIMA PAGINA


Perchè i valsusini si agitano?
L’intervento di Pisanu alla Camera e le mancate verità
Non c’è l’insurrezione in atto ma solo la preoccupazione di non inondare la Val di Susa e Torino di microfibre di amianto
Di Walter Dall'Olio


Nel suo discorso di qualche giorno fa alla Camera, il Ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, ha espresso il suo parere in merito ai veri rischi che corre il nostro paese in questo momento storico, accennando tra le varie cose ai movimenti anarco insurrezionalisti. Nel farlo, ha eretto ad esempio la manifestazione degli studenti a Roma e il gruppo dei No TAV della Val di Susa dove, ha continuato, i malfattori hanno potuto beneficiare della copertura, fisica e non, di alcuni esponenti delle istituzioni.
L’attenzione che ha dimostrato verso i particolari è stata senza dubbio apprezzabile, visto che effettivamente i sindaci di quasi tutti i comuni Valsusini c’erano e presenziavano anche nelle prime file con tanto di fasce e gonfaloni. Ciò che però si è dimenticato di dire, facendo in questo ottima compagnia a tutti i media, è il motivo vero per cui loro si trovavano lì, al fianco di coloro che hanno lottato per ore contro le forze dell’ordine affinché i primi lavori non avessero luogo.

Il loro timore, condiviso dai presunti anarco insurrezionalisti e da tutti gli altri cittadini, è quello che l’amianto, copiosamente presente nel sottosuolo delle montagne teatro degli scavi, venga portato alla luce con le trivellazioni e venga disperso nell’aria, causando così un rischio immenso per la salute di tutti gli abitanti della Valsusa e di buona parte della città di Torino. L’amianto, infatti, rompendosi produce una moltitudine di microfibre che possono essere trasportate dal vento e che, se inalate, provocano mortalità nella quasi totalità dei casi.

A loro discolpa, a discolpa di coloro che stanno progettando gli scavi, c’è da dire che le trivellazioni vengono fatte a freddo, con l’utilizzo di acqua che dovrebbe impedire la formazione di queste pericolosissime particelle, salvaguardando così la salute della popolazione e dei lavoratori.

Ma il problema resta e sembra anche estremamente serio e non riconducibile al presunto senso di insoddisfazione di una serie di ragazzi che non avrebbero niente di meglio da fare che dar fastidio al prossimo. Eppure nessuno ne ha parlato, in un paese dove un conduttore milionario che fa undici minuti di monologo imbrattando il Dio calcio fa parlare di sé per tre giorni, mentre trentamila persone che manifestano per ragionevoli paure vengono solo tacciate di disobbedienza civile.

Chiedere all’informazione di informare veramente è chiedere troppo?



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