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 Anno I n° 11 del 24/11/2005    -   LENTE DI INGRADIMENTO



…Dammi la mano e cammina con me…

Di Mercante


Matrimonio: unione di un uomo con una donna, regolata dalle leggi civili e religiose, avente come scopi fondamentali la convivenza e la procreazione…

Dopo aver trovato questa definizione sul dizionario, mi sono davvero persa, sì, perché per me il matrimonio è sempre stato un cammino, ed allora mi sono ricordata alcuni testi e citazioni di vari autori e dopo un’attenta lettura vorrei cercare di condividere alcuni pensieri riguardo a questo cammino.

Il matrimonio è diventato un momento di folclore, un’ostentazione ben pagata, una piccola o media orgia in cui quasi tutti dimostrano di essere contenti perché quelli si sposano anche se, fatte le debite eccezioni, non gliene importa niente a nessuno. Quel “viva gli sposi” che, di tanto in tanto, viene gridato, mentre le bottiglie si alleggeriscono, risveglia gli animi assopiti, dalla noia s’intende. Il matrimonio per molti assume il valore di prova, di verifica di una possibile convivenza. Se non va si cambia il “prodotto” o si cerca di gestirne un altro contemporaneamente. Alla base di questa crisi di coppia, mi sembra di avvisare un’esagerata esigenza di realizzarsi solamente sul piano personale. C’è sì il bisogno di formare una coppia, di riconoscere l’altro e di sentirsi riconosciuti, ma c’è soprattutto la paura di perdere la propria autonomia. Esiste un concetto di autonomia che significa non condivisione, rifiuto di formare un “noi”in cui l’io e il tu non perdono di identità. La condivisione di esperienze che portano all’identità di coppia, comporta comunque una certa maturità umana ed affettiva, che non si trova dietro l’angolo, ma che esige impegno ed una certa dose di sacrificio. Purtroppo il sacrificio e la fatica per costruire una maturità di sentimenti, una unione di intenti, un completamento reciproco, si rifiutano. La maturità affettiva è senz’altro, un punto di arrivo. Nessuno pretende che sia presente all’inizio del rapporto nei suoi tratti umani completi. Quello che invece dovrebbe esserci è l’impegno per raggiungere un’intesa, una sintonia interiore vera e profonda per capirsi, aiutarsi, sentirsi realizzati. La vita intima, piena di slanci, di desideri, non la si inventa o improvvisa, viene costruita attraverso esperienze intense e vissuti significativi. Qualcuno ha scritto: “si ama una sola volta e lo si sente”. Può essere vero, anche se qualche dubbio esiste…mi sembra, però più importante sapere se questo “ sentire“ c’è, fa parte del rapporto, delle vibrazioni intime, dello stare bene insieme. Uno dei punti chiave della coppia sta proprio in questo: verificare i desideri, le emozioni, le esplosioni di gioia, le attese, i progetti, la voglia di vivere e chiedersi sempre di più.
Tutto ciò entra a far parte di un disegno meraviglioso, quello di essere “una cosa sola”, cioè un “disegno” da realizzare, una felicità da conseguire insieme, un “cammino” dandosi la mano ogni giorno e ripetersi ancora quel “si”
Le considerazioni sulle modalità di questa unità, lasciamole pure agli psicoterapeuti, sempre attenti a salvaguardare l’autonomia personale e la libertà individuale.

Ciò che più ci interessa è che il matrimonio non venga svuotato, banalizzato, concepito un optional o, peggio ancora, una “malattia ereditaria” di cui non si conosce ancora la cura…il vero matrimonio si celebra con la vita e si vive con l’amore e non ha bisogno di riti, di testimoni, di feste, di firme…, ma sta nel darsi la mano, guardandosi negli occhi ed ascoltare il cuore…
Tornando alla definizione del vocabolario, si parla anche di procreazione, cosa succede all’interno di una coppia quando non si hanno figli?…all’inizio dopo essersi dati la mano e camminato tra i vari ostacoli, cresce tra i due l’esigenza di formare una famiglia, non solo compagni di viaggio, ma anche essere genitori. Dopo vari esami ti accorgi che non è possibile, ed allora all’interno della coppia capisci che puoi “camminare”, anche se non sei madre…diventi amica, complice, compagna, sorella, amante e madre del tuo compagno di viaggio. Sapendo che non puoi diventare “genitrice”, il legame si modifica, le emozioni e le sensazioni cambiano nuovamente, sai che non potendo procreare, puoi essere ancora la ragazza del tuo compagno, se litighi, urli, o ti alteri per qualcosa che non va, è solo tra di voi…non puoi trovare scuse, non è perché tuo figlio non ha studiato, non è perché tua figlia vuole andare a ballare, ma sei da sola col tuo uomo, niente scuse, ma solo voi.

Il legame diviene ancora più intenso, forte, perché non ci sono intermediari, ma solo tu e lui…quando poi per vari motivi, questo legame viene a spezzarsi, la vita diventa veramente difficile, si perché tu “interrompi” il cammino, ma non il legame di amicizia che si è creato, ed allora puoi permetterti di andare a bere una birra senza scuse…
…dammi la mano e cammina con me…guardarsi negli e tornare a dirsi si, cosa c’è di più bello…mi tornano alla mente le parole di Gibran…
“ E cosa ci dici, maestro, del Matrimonio? Ed egli rispose: Insieme siete stai generati, ed insieme resterete per sempre. Insieme resterete anche quando le bianche ali della morte porranno fine ai vostri giorni. Si, insieme resterete anche nella tacita memoria di Dio. Ma fate in modo che la vostra unione sia aperta. E che i venti del cielo possano danzare tra di voi. Amatevi l’un l’altro, ma fare in modo che l’amore non sia un vincolo…fate che sia un mare, che vive tra le sponde delle vostre anime. A vicenda riempitevi il calice, ma non dissetatevi da uno solo di loro. Procuratevi l’un l’altro il pane per nutrirvi, ma non mangiate dello stesso pane. Insieme danzate e cantate e siate allegri, ma fate in modo di essere sempre indipendenti l’uno dall’altro. Come le corde del liuto pur dando vita ad una stessa musica, sono tra loro sempre indipendenti. Donatevi l’un l’altro i cuori, ma nessuno abbia la preminenza. Perché solo la mano della vita può contenerli entrambi. E restate uniti, ma non troppo contigui. Perché le colonne del tempio si elevano a distanza. Come la quercia ed il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro”…

Ed allora darsi la mano e camminare insieme è davvero una magica avventura che solo pochi sono in grado di affrontare, ma guardarsi negli occhi e vedere la luce che sprigiona quello sguardo quando ti ha detto si, tornano a far vibrare il tuo cuore…

Antoine de Saint-Exupery…Il piccolo principe…” Tu fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, ed io sarò per te unica al mondo”…

Credo davvero che camminare, darsi la mano ed avere rispetto ogni giorno del nostro compagno sia davvero un regalo che possiamo farci…dammi la mano e cammina con me…



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