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 Anno II n° 4 del 02/03/2006    -   TERZA PAGINA


Invito a teatro
Fantasia orientale, La botte e il cilindro in tournée
Abruzzo, Veneto, Toscana: ecco le regioni che ospiteranno nei prossimi giorni la compagnia teatrale di Sassari
Di Anna Cosseddu



C'era una volta, nella lontana Cina, una principessa. Era l'unica figlia del re di Pechino, ed era famosa in tutto l'Oriente per tre motivi: era bellissima, intelligente e crudele. E aveva anche fatto voto di non sposarsi mai. ” Così inizia la trama di Fantasia orientale, lo spettacolo per ragazzi che la compagnia La botte e il cilindro, Teatro stabile di innovazione di Sassari, si prepara a presentare, per tutto Marzo, nei teatri dell’Abruzzo, del Veneto e della Toscana. La tournée, che avrà inizio il 5 Marzo a L’Aquila, si concluderà il 20 a Capannoli, passando per Popoli, Città S. Angelo, Verona e Corazzano.

Lo spettacolo, di Nadia Imperio, metterà in scena una versione speciale di una novella orientale che ha ispirato molti racconti, tra i quali il più famoso è certamente "Turandot", la fiaba di Carlo Gozzi, divenuta poi opera lirica di Puccini. Gli attori in scena saranno allo stesso tempo attori e animatori, e, attraverso il linguaggio del teatro delle ombre, coinvolgeranno i bambini e li introdurranno alla dimensione dinamica del teatro, in cui si entra e si esce dal proprio personaggio a seconda del momento, esattamente come il bambino fa quando gioca.

Siamo andati ad intervistare Pier Paolo Conconi, fondatore della compagnia La botte e il cilindro, presidente, direttore artistico, e, non ultimo, regista dell’opera che verrà presentata in questi giorni.

La vostra compagnia opera a Sassari da 25 anni. Di cosa vi occupate nello specifico?
Le nostre attività rientrano nella produzione di spettacoli e nell’ospitalità di spettacoli da tutta Italia. Inoltre programmiamo una grande attività di seminari e di laboratori per le scuole di ogni ordine e grado, in prosecuzione della logica di animazione teatrale che ci guida fin dall’inizio. L’animazione teatrale ha diversi vantaggi rispetto alle scuole e alle accademie. Prima di tutto non è selettiva, non deve quindi immediatamente giudicare se coloro che si presentano per partecipare hanno una particolare predisposizione per recitare; questo fa si che ne risultino esperienze che danno molta serenità. Un altro vantaggio è sul piano creativo: l’attività teatrale riesce a sviluppare in tutte le persone la creatività, e un riconoscimento personale di capacità di suggestione.

Il vostro lavoro è dedicato principalmente ai bambini, perchè questa scelta?
Noi viviamo con la convinzione che nella scuola la conoscenza del linguaggio teatrale sia molto importante. E’ importante che i bambini abbiano sin da subito l’opportunità di incontrare il teatro perchè questo li abitua da presto ad avere i codici per saper leggere un’opera teatrale. Inoltre, permette ai ragazzi di sperimentare direttamente forme comunicative che aiutano spesso a superare notevoli difficoltà di relazione. Può capitare, ad esempio, che un ragazzo che incontra difficoltà nell’esprimersi in forma scritta possa pensare di non avere altre possibilità; il linguaggio teatrale invece gli permette forme liberatorie della mente alternative alla scrittura, entro le quali può esprimere la propria identità.
E poi vero che facciamo teatro per ragazzi, ma in reltà non ci siamo mai posti dei limiti, per cui, quando ci piaceva, abbiamo anche realizzato spettacoli di sperimentazione e tutt'oggi li facciamo. Gli spettacoli per ragazzi sono chiamati così perchè è prioritaria l’attenzione al loro linguaggio, ma i nostri spettacoli anche se sono per ragazzi, devono piacere a tutti.

25 anni di attività possono essere considerati come un grande successo, ma qual è il vostro segreto?
Abbiamo sempre lavorato in collaborazione stretta con le scuole. Questo contatto diretto con i bambini e con gli insegnanti ci ha portato ad avere sempre attenzione per il, diciamo così, processo storico dei cambiamenti dei tempi. Non abbiamo mai sposato una formula che fosse definitiva, ma abbiamo lavorato sempre su dinamiche molto aperte. Avendo un atteggiamento eclettico e attento soprattutto alle forme, più che ai contenuti, non abbiamo mai avuto una presa di posizione ideologica, ma piuttosto una presa di posizione pedagogica. Per cui noi non abbiamo, per esempio, sposato il teatro di immagine, oppure il teatro danza, o il teatro non di parola o quello solo di parola, ma abbiamo invece preso spunto da ognuno, potendo così proporre un’offerta pedagogica. In pratica insegniamo ai bambini che: “questo si esprime in questo modo, quest’altro invece con quest’altro linguaggio”. Proprio come la scuola e l’Università dovrebbero fare, noi “passiamo sulla storia”: ogni dinamica nuova, ogni linguaggio nuovo, non viene mai visto come un ostacolo, ma viene avvicinato invece con grandissima curiosità.

Dove vedere Fantasia orientale, Le date e le città (Marzo ‘06)
5, 6 e 7 - L’Aquila;
8 - Popoli;
9 e 10 - Città S. Angelo;
12, 13 e 14 - Verona;
16 e 17 - Corazzano;
19 e 20 - Capannoli.



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