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 Anno II n° 4 del 02/03/2006    -   TERZA PAGINA



È finito il restauro del San Matteo di Cimabue ad Assisi

Di Marcella Candido Cianchetti


Un restauro:”una sfida disperata”. Cosi ha dichiarato G.Basile, riferendosi all’affresco del Cimabue, quello di San Matteo, una delle quattro vele che affrescavano la volta della Basilica Superiore di San Francesco di Assisi, divenuta polvere e frammenti per terremoto Umbro-Marchigiano del 1997.

L’affresco del Cimabue già prima del sisma non era in buono stato conservativo, per due motivazioni: l’uso, del Cimabue e della sua bottega, di biacca mescolata ad altre vernici per attutire i toni, che nel tempo s’è ossidata creando un effetto "radiografico", quasi fosse una radiografia degli affreschi; lo strato troppo sottile d’intonaco. Per queste ragioni si presentava monocromatico, a differenza del ciclo pittorico di Giotto, ancora vivido nei colori, non avendo questo impiegato biacca.
Per il restauro della vela di San Matteo sono stati assemblati ben 25 mila frammenti. Certo le lacune sono molte, ma si è proceduto al riposizionamento adottando la chiave di lettura di "percezione" come per gli affreschi mediovali biblici (bibbia dei poveri), destinati agli analfabeti.

I frammenti mancanti sono stati tamponati con un colore caldo, e non con il bianco eclatante di certi restauri, ciò rende omogeneo ed armonico il restauro; la medesima tecnica è già stata sperimentata per gli affreschi del Mantegna della cappella olivetana di Padova, lesionati da un bombardamento.

Per selezionare i frammenti sono stati impiegati 2 anni. La metodologia per ricollocare l'affresco è stato quella di usare 19 panelli di alluminio e fibra di carbonio. I pezzetti sono stati incollati ad una rete, poi spalmata con intonaco neutro (grigio-rosa). Hanno preso parte al restauro, 10 restauratori specializzati e alcuni studenti dell’istituto centrale di Restauro. Padre Enzo Fortunato ha dichiarato che a fine marzo verranno tolti i ponteggi e che l'inaugurazione avverrà in concomitanza delle celebrazioni liturgiche pasquali. Nel novembre 2005 il Papa ha nominato "motu Propiu" per amministrare il patrimonio per San Francesco ed Santa Maria degli Angeli ed emesso nuove disposizioni per mantenere la tradizione francescana.



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