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 Anno II n° 6 del 30/03/2006    -   MISCELLANEA


Emozioni per una tradizione di Modica
La Maronna Vasa Vasa

Di Giovanni Gelmini



Ho visto un post sulle "Sculture da vestire" e la mia attenzione è stata attratta da "le magnifiche Madonne Addolorate, ricoperte quasi sempre di ricchi e spagnoleggianti abiti e manti, intessuti con filigrana d’argento o d’oro". Subito la mia mente è corsa al giorno di Pasqua a Modica, dove ho vissuto a qualcosa che non dimenticherò.


Alla vigilia di Pasqua ci poniamo il problema: andiamo a messa o no? All'inizio ero io un poco dubbioso, il mio rapporto con il cattolicesimo è molto freddo, poi è la volta di Concetta che ha dubbi, alla fine ho deciso io: andiamo, non ci farà male di sicuro, e non me ne sono pentito.

Verso le dieci arrivo a casa di Concetta e mi accoglie sua madre, c’è da aspettare un momento: lei si sta ancora preparando, poi arriva, sempre bellissima, ma oggi è ancora più bella con l'argentina bianca e la collanina.

Pronti ci avviamo verso la chiesa di Santa Maria di Bethlem da dove, dopo la Messa, partirà la statua del Cristo Risorto per la "Maronna Vasa Vasa" , una ricorrenza molto sentita dai modicani.

Concetta mi ha detto che non si può capire la Sicilia, se non si “vivono” questi eventi e così non me la voglio perdere per meglio capire questa realtà che mi stupisce e che è così diversa dalla mia.
Qui le tradizioni hanno ancora radici profonde, la religione è vissuta anche attraverso questi riti che affondano le loro radici nei secoli addietro e restano uno spaccato del loro modo di sentire.

Poi torna nella mia mente una certezza: mi attende un fatto sconosciuto, qualcosa che volutamente Concetta non mi ha descritto: cosa è questa "Maronna"? Resto impaziente a fianco a lei e ascolto con attenzione le parole della predica che si avvolge su se stessa. Lo scambio del segno di pace, poi si esce sul sagrato.

Atmosfera da grande festa sotto il sole di fine marzo. Tanta gente, grandi palloni colorati per i bambini, grandi saluti e chiacchiere su... tutto quello che è la nostra vita, quella di tutti i giorni. Come sta tua mamma? ... è tanto che non la vedo. Sai Marina si è laureata, adesso speriamo che trovi un lavoro... Giovanni si sposa... La vita di Modica, la vita vera è descritta da queste frasi colte al volo che potrebbero essere dette in molti altri posti in tutto il mondo.

La banda è pronta per partire con la processione, si attende l'uscita del Cristo. Ad un certo punto si sente un brusio e d'improvviso appare la statua. Sarà per la particolare sensibilità che mi si acuita in questo periodo; sarà l'atmosfera speciale della giornata, ma, anche se abituato alle macchine sceniche, qualcosa si muove dentro di me.
È come un segnale che qualcosa dovrà avvenire, non so cosa, ma qualche cosa mi attende e mi farà ricordare questi momenti per sempre.

Il corteo si snoda per le strade di Modica: quello del Cristo e quello della Maronna; intanto la maggior parte della gente è ferma nel “Corso” e attende un particolare segnale, e come sempre si chiacchiera, ci si scambiano le idee e le notizie, come avviene in tutto il mondo quando ci si ritrova sulla piazza.

Anche noi seguiamo la processione lungo il Corso aprendoci il varco tra la gente che è ferma a chiacchierare. Poi andiamo alla cattedrale di San Pietro dove dovrebbe passare invece la "Maronna".

Come mai non arriva? E va per cercare di capire.
Ecco che sento dei tamburelli rullare. Sembrano provenire da un vicolo, forse arriva; chiamo Concetta.
Ecco sbucare dalla volta del vicolo la "Maronna", chiusa nel sul manto nero, segno di lutto per la morte di suo figlio.

La processione si ferma davanti alla scalinata che porta alla cattedrale, e lì, nel vederla, sento quasi un brivido: il lutto.

Il lutto che sempre è pronto a colpirci a staccarci dalle persone più amate, che è un elemento sempre presente nella nostra vita.
I due cortei passeranno per le strade della città senza mai incontrasi. Solo a mezzogiorno si incontreranno nella piazza principale all’incrocio delle vie principali di Modica. Torniamo sui nostri passi verso quel punto.
C’è tempo, mi allontano per comprare delle cartoline, mentre Concetta chiacchiera con delle sua amiche. Quando torno andiamo verso un bar a vedere se c’è un tavolino libero dove sederci, ma è tutto occupato.






A fianco del Bar ci sono due giovani artisti di strada che si esibiscono: una ragazza fa la giocoliera, mentre il ragazzo canta accompagnandosi con la chitarra; li avevamo già visti ieri sera a Noto.
Là non ho potuto fotografarli perché non c’era abbastanza luce, ne approfitto ora. Non sono male, il ragazzo che la mette tutta e la ragazza ha un viso birichino, ma che tristezza, nessuno si accorge di loro.

Tutti sono impegnati a chiacchierare, si sente il cicaleccio che invade le strade, è come lo scorrere di un corso d’acqua, tiene compagnia e ci fa sentire vivi in mezzo a tanta gente. Si avvicina mezzogiorno, il momento clou.

Cerchiamo di raggiungere il punto dove si incontreranno i cortei. Lì la gente si accalca e si prepara all'evento. C'è chi riesce ad accaparrasi un posto sui balconi dei palazzi "nobili" che circondano la piazza, chi riesce salire sul terrazzo del municipio, attentamente controllato dai vigili urbani, e chi, per vedere, sale sulle aiuole.
Noi restiamo lontani e non riusciamo a seguire il momento centrale, quando,al battere dei dodici rintocchi di mezzogiorno, nella piazza "Monumento" al centro della città la Madonna vede finalmente suo Figlio risorto.

La vita ha il sopravvento, il suo manto a lutto cade a terra e libera il volo delle colombe bianche. La tradizione vuole, come si ritrova in moltissime altre tradizioni, che dal volo delle colombe si possano trarre auspici per l'anno che ci aspetta.

Noi confusi tra la folla vediamo a mala pena lo svolazzamento delle colombe, dopodiché vi sarà il primo abbraccio e bacio della Madonna a suo figlio, che ovviamente noi non vediamo.

Ci spostiamo rapidamente verso la cattedrale di San Pietro dove, saliti sulla gradinata possiamo avere una visone completa del prossimo abbraccio. <7p>

La scena è emozionate, la Madonna si muove! Sposta le braccia per sottolineare la gioia dell'aver ritrovato il figlio resuscitato, si getta in un abbraccio affettuoso e poi si gira verso la folla e, anche se è una statua lignea, ha un’espressione di felicità.

Queste immagini e queste emozioni mi torneranno alla mente pochi giorni dopo alla morte del Papa, tanto legato alla Vergine.
Grazie Concetta per le emozioni che mi hai fatto vivere

foto Giovanni Gelmini - riproduzione vietata



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