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 Anno II n° 8 del 27/04/2006    -   TERZA PAGINA


Piramidi nell’antica Roma
La piramide Cestia

Di Nicoletta Consumi


Nel I secolo a.C., dopo la storica battaglia di Azio tra egiziani e romani, a Roma si diffuse una moda egittizzante. Oltre ai templi dedicati a Iside e Serapide che sorgevano in tutto l'impero, obelischi, sculture, sfingi e rilievi furono trasportati dall'Egitto nella capitale per decorare luoghi sacri e civili, mentre impianti termali e ville private vennero abbelliti da mosaici e pitture in stile egiziano con paesaggi nilotici; furono costruite perfino alcune piramidi.

Quella più nota è il sepolcro di Caio Cestio sulla via Ostiense, successivamente inglobato nelle mura aureliane della città. Gli unici dati certi riguardanti il "titolare" della tomba si trovano nelle iscrizioni sulle due facce della piramide. Nell'epigrafe si legge che la tomba fu eretta per Caio Cestio Epulone, figlio di Lucio Cestio, appartenente alla tribù Poblilia, che fu pretore e tribuno della plebe.
L'opera fu eretta in 330 giorni. La piramide, rivestita in marmo, è alta circa 36 m. e poggia su un basamento in opera cementizia rivestito con grossi blocchi di travertino; ai quattro angoli erano collocate delle colonne e sul lato principale delle statue in bronzo. La cella interna, oggi accessibile da un cunicolo, è formata da una stanza con volta a botte; le pareti della camera funeraria erano decorate da pitture in stile pompeiano, consistenti in una serie di riquadri monocromi separati da candelabri. In alto, ai quattro angoli del soffitto, erano raffigurate quattro Vittorie, ancora in buono stato di conservazione, che tenevano nelle mani corone e nastri.

Oltre al mausoleo di Caio Cestio, vi sono dati più o meno certi sull'esistenza di altre tre piramidi a Roma, note dai disegni rinascimentali: la "meta romuli" a lato del Vaticano sull'attuale via della Conciliazione, fatta demolire da Papa Alessandro VI nel 1499; un'altra alla fine di via del Corso, in piazza del Popolo, ed infine, una terza sull'altro lato della via Flaminia. Queste piramidi si assomigliano per le dimensioni, la decorazione e l'ubicazione in prossimità di incroci di strade importanti. La loro forma era carica di sacralità per gli egizi: la struttura piramidale alludeva all'ascesa del re defunto verso il cielo. Proprio in virtù del suo significato simbolico questa tipologia di edilizia funebre trovò larghi consensi nel mondo romano. Ma ben presto la costruzione delle piramidi si ridusse decisamente, tanto che già all'indomani dell'età augustea la forma architettonica venne utilizzata in un modo che ne attenuava il significato, inserendola in un contesto più ampio. La piramide si ridusse a coronamento di monumenti sepolcrali o a segnacolo di tombe, come le minuscole piramidi dell'Isola Sacra (II d.C.), vicino a Ostia.



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