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 Anno II n° 11 del 08/06/2006    -   MISCELLANEA


Racconti & Turismo
Incredibile crociera: i Navigli a Milano

Di Testa Rossa



Sei su un battello, il motore ti ronza sotto al culo e intanto ondeggi, poco, sopra le esili onde che un Naviglio può contenere.

Il sottotitolo a questo momento è:

Navigli Lombardi
Gita sul Naviglio Maggiore



Se conosci Milano sai di cosa stiamo parlando.
E sai anche che la parola “Naviglio” e la parola “Gita” discordano un po’. Forse perché una gita te la immagini in mezzo al verde, tra architetture antiche restaurate per apparire ancora più antiche.

I Navigli... no.
I Navigli sono uno dei fulcri caldi di Milano, e te lo dicono le automobili che scorrono a dieci metri da te sull’altra sponda, te lo dice Porta Genova e la sua fauna di fotomodelli stranieri, te lo dicono i locali adesso chiusi ma che stasera sai illumineranno queste acque.
Questa è Milano. E una serie di altre cose.
Cricio, seduto di fianco a te in tenuta giornalistica con tanto di enorme macchina fotografica, ti parla di Milano con divertito sdegno.
Milano... No, Milano no.

Poi c’è il Marinaio, uno di quegli uomini che hanno scritta in faccia un’esistenza fatta di porti, gomene, nodi. Magari non è così, ma a te piace immaginarlo. Parla con due turisti inglesi.
Italian government... Mafia... Because Sicily...
L’Italia Mafia&Spaghetti e Marinaio dall’aria navigata che cerca di spiegare cliché e sfatare miti. E il battello alla fine parte, placido e moderatamente silenzioso, e tu ti rendi conto che l’acqua dopotutto non è così male.

Per prima cosa: non puzza.
Secondo: non ci galleggiano oggetti irriconoscibili, fagotti che con angoscia ti chiedi se contengano materiale organico o inorganico, vivo o morto.
No, è semplicemente acqua. Non ci puoi fare nessuna barzelletta su pesci a tre occhi. Ok, non ci faresti un bagno. Ma perlomeno non hai il terrore di vedere la carne sciogliersi nel malaugurato caso dovesse arrivarti uno schizzo addosso.

E’ anche piacevole la leggera brezza e il rollio costante – nessuna lamentela alla direzione per la stabilità, ti sembra di essere una paperella in una Jacuzzi a basso voltaggio – e il paesaggio... Beh, il paesaggio è Milano.

Ti colpisce il simbolismo di una delle prime cose che ti passano davanti, un lavori in corso palesato ai tuoi occhi.


Così, senza pudore, operai in passerella con il sottotitolo:

Stiamo lavorando per voi


Sai che dietro a questa barchetta, al Marinaio dal sorriso saggio e all’acqua pulita c’è un lavoro immenso. Te lo dici, e ti riesce difficile concretizzarlo ipoteticamente.
Perché, lo sai, quel che stai vedendo e vedrai è qualcosa che già conosci.

Naviglio Maggiore.
Ci sei passata davanti tante volte (e molte senza neanche degnarlo d’uno sguardo), ma esserci dentro fa un altro effetto.

No, non basta metterci una barca. Non è così semplice. Marinaio parla ai due turisti di rilevamenti alle sponde per la sicurezza del tragitto. Un lavorone. Fosse per te prenderesti una barchetta e la piazzeresti così com’è, qualcuno a remare davanti.

No, non basta, questa è una cosa seria.
Lo sai perché, si, siamo a Milano, e qui ci sono delle procedure da seguire.
Il solo fatto che oggi tu sia nel Naviglio significa che sono state firmate tante carte. Perché, se ci pensi, non è cosa da poco. Un anno fa queste acque erano l’antitesi di balneazione. Ok, neanche a Venezia puoi farti un bagnetto nel Canal Grande, ma lì l’acqua è tutto.

Qui ti ha sempre dato l’idea di essere un fondo di scarico pubblico.
Ma cerchi di guardare oltre, vedendo le cose con gli stessi occhi dei due turisti inglesi che hai di fianco.

L’Italia Mafia&Spaghetti, si. Ma anche l’Italia della cultura e della tradizione. L’Italia dei beni culturali e del centri storici. L’Italia che ha un pezzo di passato a ogni angolo.

Ci pensi che questo canale esiste da otto secoli?
E’ un’arteria di Milano, ci passa in mezzo. E’ nel cuore della città, e tu la stai guardando dall’interno, dove le macchine non passano, dove non ci sono semafori a regolarti, né oppressione da folla che spinge per scendere alla fermata.

L’impressione è quella di avere una posizione privilegiata.
Non vedi cose migliori di quelle che i passanti, in macchina a piedi o in tram, possono vedere.
Ma tu puoi osservare.
Per un attimo il tuo punto di vista viene strappato dalla metropoli – Milano da cui la gente fugge nel fine settimana, Milano che tante opportunità dà ma a patto di accettare smog e casino e frenesia – e tu sei lì seduto, massaggiato dai motori e cullato dall’acqua, assiso a ruolo di spettatore. Dall’interno.

Ti dici che un giudizio proprio non te lo puoi fare.
Siamo proprio agli inizi. Quand’è che hanno aperto la stagione, e fatto partire questi battelli? 23 aprile.
Siamo proprio agli inizi.
Guardi gli alberi e le macchine, i locali galleggianti e le tag sui muri; il tutto confusamente mescolato come accade in un luogo non illuminato dai riflettori.
Questo è il dietro le quinte.

I due turisti sorridono con piacevolezza guardandosi attorno, mentre Marinaio parla con il tono di chi ha visto, conosce, valuta ma non si sbilancia.
Ma tu, che macchina fotografica e un racconto-resoconto da scrivere a parte potresti essere una qualsiasi turista, vedi un esordio.
Ti piace immaginare un Naviglio futuro con luci ai lati, e magari tappe all’interno della città dove sorseggiare un cocktail gustandoti il panorama – e magari della buona musica in sottofondo.
Lo intravedi, lo costruisci sulle strutture che hanno da poco ripulito.

Italia Mafia&Spaghetti per turisti.
Che ne arrivino tanti, e magari fra dieci anni il Naviglio Maggiore sarà meta turistica irrinunciabile per chiunque passi da Milano.


foto di Serena Bertogliatti e Giovanni Gelmini - vietata riproduzione



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