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 Anno II n° 12 del 22/06/2006    -   MISCELLANEA


Viaggiare ... in bici
Pedalando in Val di Fiemme

Di Daniela Radici



Cinque milioni di piante di abete rosso su undicimila ettari di foreste tra i 900 e i 2000 metri di quota, i monti di porfido del Lagorai, le pareti dolomitiche del Latemar e delle Pale di San Martino: è la Val di Fiemme, tratto mediano del corso del fiume Avisio, che nasce al passo Fedaia e si getta nell'Adige presso Trento.

Universalmente conosciuta come paradiso dello sci, questa ampia vallata dolomitica riserva anche ai patiti della bicicletta una grande varietà di escursioni.

Per chi cerca le salite "storiche": l'ardua ascesa del Passo Manghen, da Molina di Fiemme al cuore del Lagorai, pedalando su un tracciato preistorico...
Per chi non vuole fare fatica o vuole portare con sè tutta la famiglia: la pista ciclabile che va da Molina a Predazzo, sulle tracce del vecchio trenino...
Perfino per chi non ha la bicicletta... moltissimi sono i punti-noleggio a prezzi contenuti!

Un bel giro ad anello di circa 40 chilometri, che consiglio a chi abbia un poco di allenamento e una bici con cambio e copertoni robusti, è quello che parte da Daiano, scende a Carano lungo la strada provinciale della Paoletta e, dopo l'incrocio con la S.S.48 delle Dolomiti, raggiunge il delizioso piccolo borgo agreste di Aguai. Qui un agriturismo ricavato ristrutturando un vecchio maso ci accoglie per una pausa golosa! Siamo nella pittoresca Val Predaia, percorsa da una stradetta sassosa immersa nel verde, che ci porta fino a Molina di Fiemme, dove attraversiamo il fiume in vista del lago di Stramentizzo e imbocchiamo la pista ciclabile che ne percorre la riva, tra boschi e prati verdissimi. Alla nostra sinistra, in posizione dominante sulla gola dell'Avisio, la chiesa di S.Giorgio a Castello. Dopo il Maso Sorte ecco la cascata del Rio Moena, le cui acque limpide e fresche invitano ad una sosta. Di fronte, sull'altro lato della valle, un'antica segheria e, in alto, l'abitato di Cavalese; ancora più in alto, una distesa di prati inclinati verso sud e, in bellissima posizione lungo la strada del passo Lavazè, i tre paesini di Carano, Daiano e Varena.

Cavalese merita una visita non affrettata: capoluogo fiemmese fin dal Medioevo, fu per secoli luogo di villeggiatura estiva dei principi-vescovi trentini. Il Palazzo della Magnifica Comunità (secolare istituto che amministra l'ingente patrimonio boschivo) ha un'imponente facciata affrescata ed è sede di un museo che custodisce, oltre ad antichi documenti, una notevole raccolta di dipinti.

Proseguendo il nostro percorso, passiamo ai piedi dell'Alpe Cermis e attraversiamo Masi di Cavalese; dopo il ponticello sul rio Lagorai, ecco il centro sportivo di Lago, sede di una scuola di sci di fondo e mountain bike.
Al di la dell'ampio fondovalle, all'imbocco della Val di Stava, il paese di Tesero, nelle cui caratteristiche "corti" vengono allestiti ogni inverno i tradizionali presepi.

A Panchià, nei pressi del Maso Carana, ammiriamo il caratteristico ponte coperto, costruito interamente in legno, che attraversa l'Avisio; noi ci manteniamo ancora sulla sponda sinistra fino a Ziano, dove inizia la seconda parte dell'anello, più impegnativa. Raggiungiamo la zona alta di Panchià pedalando sulla strada interna, parallela alla statale; prendiamo quindi il sentiero n.68, che sale nel bosco fino alla località Bossedel, sopra Tesero. Da qui scendiamo al paese, dove imbocchiamo la strada per Pampeago fino al ponte sul rio Stava, nei pressi del campo sportivo. A sinistra, una stradetta sterrata risale fino alla grande antenna e quindi un sentiero piuttosto ripido conduce ai masi Zanon e Voiola. Subito dopo, incrociamo la strada forestale che aggira il Monte Cucal; la prendiamo svoltando a sinistra e, mentre si apre davanti a noi il magnifico scenario della bassa Val di Fiemme, pedalando senza fretta tra i prati scendiamo verso Varena e quindi Daiano, nostro punto di partenza.



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