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 Anno II n° 13 del 06/07/2006    -   PRIMA PAGINA


Il caso Abu Omar
In che mani siamo? Ritratto di un’Italia 'scoperta'

Di Marina Minasola


Sono state emesse ordinanze di custodia cautelare nei confronti di ulteriori sei indagati segnatamente quattro cittadini statunitensi, dei quali 3 appartenenti alla Cia e il quarto militare già in servizio con incarichi di responsabilità presso l'aeroporto di Aviano, e due cittadini italiani funzionari Sismi, all'epoca dei fatti rispettivamente responsabile dei centri Sismi del nord Italia e direttore della prima divisione. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere per una posizione e gli arresti domiciliari per la seconda, relative alle posizioni dei funzionari Sismi, sono state eseguite”.

Queste poche righe sono il comunicato che stamattina ha rilasciato alla stampa il capo della Procura milanese Manlio Minale per commentare l’arresto di Marco Mancini, capo appunto della prima divisione del Sismi, e del generale Gustavo Pignero, che si trova adesso agli arresti domiciliari per problemi di salute.

La ragione dell’arresto sta nell’accusa di “concorso in sequestro di persona e abuso dei poteri inerenti la qualità di pubblico ufficiale” e il sequestro in questione è quello dell'imam Abu Omar avvenuto proprio a Milano il 17 febbraio del 2003 quando il presunto terrorista era in attesa di giudizio nel nostro Paese. Tale rapimento era stato imputato a 22 agenti segreti della Cia e pare oggi confermato il sospetto di una collaborazione dei servizi segreti italiani. Va detto però anche che si tratta dello stesso Abu Omar che è stato arrestato nuovamente questo lunedì in Egitto perchè “pericoloso per la sicurezza dello Stato”.

Pare che all'epoca dei fatti Mancini fosse il responsabile dei centri Sismi del Nord Italia e Pignero suo superiore, direttore della prima Divisione. Incarico ricoperto oggi dallo stesso Mancini.

Tra le persone coinvolte nell’inchiesta risultano latitanti altri 4 soggetti, tutti quanti statunitensi.

Ad annunciare l’arresto è stato l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che ha già presentato un’interpellanza a riguardo. Secondo Cossiga infatti questo arresto «è un aiuto a Osama Bin Laden: con l'arresto avvenuto all'alba da parte di unità della polizia giudiziaria della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri su mandato della magistratura milanese del capo e di alcuni elementi operativi del Controspionaggio del Sismi, cui si devono alcune delle più brillanti operazioni all'interno ed all'estero del nostro servizio, tra le quali le liberazioni dei nostri ostaggi in Iraq, il sostituto Spataro e l'intera Procura della Repubblica di Milano hanno dato un fondamentale contributo alla lotta internazionale contro il terrorismo, contributo che toccherà l'apice con il richiesto arresto di una squadra antiterrorismo della Cia. Per alcuni invece, si attende oggi un messaggio di Osama Bin Laden di vive congratulazioni e di ringraziamento per il prezioso aiuto alla Jidah islamica».

Certo è che, nonostante ciò che ne pensa Cossiga, se le imputazioni a carico dei due agenti italiani dovessero essere confermate questo sarebbe senz’altro molto grave. Siamo davvero allora un Paese vassallo degli Stati Uniti? I nostri servizi segreti collaborando con la CIA sarebbero andati contro il nostro stesso apparato giuridico. Tre anni fa eravamo dunque servi nel nostro territorio e non lo sapevamo: credete che le cose oggi siano diverse? Io no... ma ciò non toglie che, da grande idealista quale sono, spero che le cose possano cambiare.



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