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 Anno II n° 14 del 20/07/2006    -   TERZA PAGINA


Lettera a Spaziodi Magazine
A proposito del ‘Carro dei Tespi’
La regista Sonia Rosset fa alcune interessanti precisazioni
Di Sonia Rosset


A Spaziodi Magazine

Ho appena letto, con molto piacere, l'articolo sul carro e devo dire che ho apprezzato molto il tono e la sensibilità da lei usate. Vorrei segnalare solamente due cosine:

1- gli occhiali, della Sensitiva, in realtà, non sono anacronistici (come giustamente lei ha notato, il riferimento ai mondiali, coi nomi della formazione spagnola); infatti nel 1700, fabbricati da un certo Deca De Valdes, nascono i primi occhiali da sole. (Ad un certo punto della commedia, la Sensitiva lo dice alla servetta che curiosa le chiede, che cosa siano "quelle cose sugli occhi"). Mi sono informata, dopo che in un film in costume settecentesco e rigorosamente filologico, vidi una dama con occhiali da sole.

2- La Sensitiva è un personaggio di Commedia dell'Arte, anche se da noi poco usato. Si tratta dello "iettatore". Come "la Morte", è un personaggio della Commedia dell'Arte del Sud. (Famose sono le commedie con Pulcinella e la Morte e famoso è quel film dove Totò interpreta lo "Iettatore"). Lo "Iettatore" è un sinistro figuro con occhiali da sole, che nelle commedie è portatore di sinistri resagi, da cui i vari personaggi si difendono con gesti scaramantici.
E dopo queste due piccole precisazioni, la ringrazio ancora dell'articolo e spero di rivederla.

Cordiali saluti,

Sonia Rosset.


La risposta

E’ raro potersi dire felici di essere corretti, e questo è uno dei casi. Felice di ammettere la mia ignoranza sull’uso degli occhiali da sole, ancor più felice di essere ravvisata con una spiegazione sull’uso dei suddetti nel 1700 (e su come questi fossero legati a un personaggio, lo “Iettatore”, che ignoravo). Grazie ancor di più, Sonia, dell’interesse che – così pare: non mi ero sbagliata – è fin nel dettaglio, e non in un solo campo del proprio lavoro. Si ha l’impressione di scrivere per un vero lettore, pronto quindi a migliorare l’articolo che lo riguarda.

Spero veramente ci saranno altre occasioni di incontrarci, di gustare il vostro lavoro, di scrivere delle vostre opere.
E, se ciò dovesse significare altre piccole “chicche storiche”, di farmi correggere.

Serena Bertolgiatti



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