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 Anno II n° 14 del 20/07/2006    -   TERZA PAGINA



Un weekend a gambe aperte

Di Diamanta


...e non pensate subito male!

Ma partiamo dall’inizio. Venerdì mattina sveglia alle otto, pianti e lacrime a profusione perché non potevo lavorare (ma quanto sono sincera!!!) e dovevo partire, ma mi sono fatta coraggio e fatto il mio mini zainetto con l’indispensabile (e poi dicono che le donne quando partono si portano dietro la casa…tze tze…)!

Avevo appuntamento con il mio amico (non so perchè ma lui non vuole che lo chiami così… penso si vergogni un po’ di me… in genere mi considera una sconosciuta) a mezzogiorno a Desenzano sul Garda, si perché lui abita in provincia di Belluno e magnanimamente sono stata d’accordo con lui che sarebbe stato opportuno trovarci non proprio sotto casa mia (non esiste più la cavalleria di una volta).

Mentre sono in viaggio mi arriva un messaggio “Ritardo di una mezz’oretta”. Cominciamo bene! Rispondo con un tono di sufficienza e prendendolo un po’ per la parte mediana posteriore del suo corpo, invio! A quel punto….. succede…. Si forma la fila di macchine, tutto bloccato e migliaia di camion che vanno a passo zero, sbucano dal nulla.

Arghhhhhhh non posso arrivare in ritardo dopo aver inviato quel messaggio!!!

Insomma per fare 10 km ci ho messo un’ora, ma finalmente imbocco l’autostrada e via più veloce della luce…. Riesco ad arrivare in ritardo, ma comunque prima del mio amico… eheheheh… già penso che dirò sono qui da due ore ad aspettarti…. e non dieci minuti come nella realtà.

Arriva, parcheggiamo la mia auto e mi addobbo da provetta motociclista, casco e quella cosa dura che metti dietro (alla schiena!), giubbetto di pelle, monto sulla moto, allargo bene le gambe (già qui sospettate il perché del titolo del racconto?) e via… anche qui più veloci della luce… ma fino a un certo punto perché lui aveva gia deciso di non fare l’autostrada ma le strade interne, quelle belle da vedere (in moto con l’aria che ti entra in ogni luogo e a una velocità non indifferente, con lo sguardo che non riesce a rimanere sullo stesso punto per più di 1 secondo… ma le strade sono belle da vedere!)

Ci siamo fatti l’Abetone tanto per intederci (qui i sospetti sul titolo del post cominciano a divenire quasi certezze), insomma partiti da Desenzano dall’una e mezza arrivati a San Gimignano all’agriturismo alle 8 di sera (qui le certezze sul titolo del post diventano conferme).

Ammetto un paio di soste le abbiamo fatte, una anche a Vinci paese del famoso Leonardo, un giretto anche per sgranchirsi un po’ le gambe (ormai le mie anche in posizione eretta mantenevano quella strana apertura…).

L’agriturismo era veramente spettacolare, cascina totalmente ristrutturata in mezzo alle colline, con vista sulle cinque torri di San Gimignano e piscina nel prato. Fatto doccia veloce e 4 persone sotto che ci lanciavano mentalmente improperi per il fatto che non si cenava se non scendevamo anche noi. Alle otto e mezza seduti al tavolo, con Tiziana (simpaticissima fattrice del posto) che con fare minaccioso diceva a tutti “Qui non ci si alza dal tavolo fintanto non si è mangiato tutto”

Voi non avete idea di quanto mangiano in Toscana!!!! Sono riuscita ad alzarmi alle 11 e finalmente raggiunta la nostra cameretta crollata, collassata nel letto.

La mattina dopo, colazione pari a sette colazioni che faccio in una settima (anche al mattino vale la stessa regola della sera a cena) e giro nei boschi della Toscana… a cavallo.

Dovete sapere che non ero mai stata a cavallo! Opportunatamente avvisati della mia totale incapacità, mi hanno dato la cavalla che in genere danno ai bambini, Rubina, dolce cavalla bigia.

Non sto a raccontarvi le imprese per riuscire a salire (ma quanto cavolo sono alti i cavalli!!??) e scendere! Comunque, salita, allargato le gambe (qui le certezze sul titolo del post sono oramai diventate prove schiaccianti) e passeggiato per un’ora per i sentieri e i boschi…. bellissimo, né porterò sempre il ricordo negli anni futuri, per il momento anche due vesciche sul sedere!

Ritornati alla stalle, scivolati giù dalla cavallina (ho avuto forti sensi di colpa per tutta l’ora.. porella doveva portare il mio peso sulla schiena), doccia veloce e finalmente bagno in piscina e un’oretta di sole.

Ma è stata una pausa breve, poco dopo riallargato le gambe sulla moto (qui le prove schiaccianti ormai prove dolenti) è via….. San Gimignano. Molto bella, girata nelle piazzete, comprato regalo alle amiche, comprata una (dico una) cartolina e visitato il museo delle torture (vi consiglio di non farmi arrabbiare… mi ha fatto venire molte idee…), mangiato un panino e….. riallargato le gambe sulla moto (qui le prove dolenti ormai sono fatti acclamati) e partiti alla volta di San Galgano.

Arrivati a San Galgano abbiamo visitato l’eremo e l’abbazia è li ho scoperto la spada nella roccia… si avete capito bene, proprio quella! Fatto un po’ di foto, rimasti a chiacchierare su un muretto per un po’, ed infine allargato le gambe e salita sulla moto (qui i fatti acclamati sono diventati, dopo anche un’ora di cavallo, torture moderne).

Partiti alla volta di Certaldo, dove oltre ad esserci una bellissima città medievale tenuta perfettamente, c’era la festa di “Mercantia” ovvero bancarelle di artisti e artigiani per le strade, mentre artisti di strada e guitti facevano spettacolo in ogni angolo. Musica celtica suonata da gruppi all’interno dei cortili dei musei e tamburi che giravano per le vie (chiaramente non è che i tamburi avessero le gambe… c’era l’omino che lo percuoteva).

A tarda serata riallargato le mie ormai dinoccolate gambe e appoggiatami su quello che una volta era il mio sedere, siamo ritornati nella nostra stanza, dove quel magnifico lettuccio mi chiamava e diceva “qui le gambe le tieni distese e chiuse… vieni vieni…”.

Il mattino dopo abbondante colazione alla Toscana (ovvero se fai la colazione salti il pranzo) e ripartiti alla volta di Desenzano… e quello che una volta era il mio sedere ha preso vita propria e comiciato a parlarmi durante il viaggio di ritorno (questa volta tutta autostrada). Non vi dico le soste che ho fatto fare al mio amico, ma non era colpa mia, il mio sedere oltre ad aver preso vita propria, si era preso pure il comando della spedizione in moto!

Arrivati a Desenzano intorno alle due e mezza di domenica, il mio sedere ha esultato con gridolini di gioia alla vista della mia auto.

Scesa dalla moto, mangiato un panino bevuto qualcosa, dato bacini di rito, sono ritornata alla volta del mio lago.

Mi sono divertita moltissimo, mi è piaciuto molto e concludo questo racconto alla Giobbe Covatta: “O come mi sono divertito, divertito proprio tanto.. il prossimo anno vacanze in Libano”



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