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 Anno II n° 15 del 07/09/2006    -   TERZA PAGINA



Il Diario
Ricordi ad inizio anno scolastico
Di Annamaria Gengaro



Un nuovo anno scolastico inizia in questo settembre 2006, portando con se vecchi e nuovi problemi, che per i fatidici 200 giorni obbligatori, riempiranno le aule ed i corridoi di mugugni e borbottii, di ansie, di depressioni, ma anche di allegre risate “alla faccia di chi non sente scorrere nelle vene la gioventù”.
Ed un anno scolastico deve aver inizio con un “Diario” nuovo di zecca, progettato ad hoc da personale specializzato nel creare quel mercato di tendenza che fa nascere un “bisogno” inesistente, sfruttando il naturale “istinto del branco” caratteristico dei ragazzi.

“Diario”: luogo fisico in cui vengono annotati gli avvenimenti del giorno.

Il più famoso è il “diario di bordo” che viene compilato dai capitani delle navi, così da lasciar traccia di ogni fatto successo, nel quale si possono trovare annotati anche le nascite, le morti o i matrimoni avvenuti nel mezzo di un oceano.

Il più caro, per me, è un vecchio quaderno, dalla copertina di cartone rosso violaceo, che ho ritrovato in una scatola, nel fondo di un armadio, quando è morta la mia mamma ed io ne ho raccolto i ricordi.
Era di mio padre, ed è passato quasi indenne attraverso una decina di traslochi, una guerra, un’intera vita di una famiglia composta, separata, ricomposta, e di tre generazioni di donne: la nonna, la mamma, e, alla fine, io.

Risale all’anno scolastico 1932-33, in piena epoca fascista (papà aveva 9 anni), ed è costato 2,75 lire, che non so quanto pesassero sui bilanci familiari dell’epoca.

La struttura è simile a quella dei diari d’oggi, con le date da ricordare, anche se ben diverse da quelle riportate oggi, (lo ricordavate che il 6 settembre 1706 Pietro Micca salvò Torino dall’invasione dei francesi facendo saltare una galleria?), le giustificazioni delle assenze, le comunicazioni con le famiglie, e le pagine dei giorni, con le frasi ad effetto, da quelle di regime a quelle di “saggezza”, come ad esempio:

Durante le lezioni sii attento alle spiegazioni del maestro. La distrazione ti porta a una perdita di cognizioni che dovrai poi acquistare con tua enorme fatica, se non vorrai essere inferiore ai compagni”.
Oppure “Abituati a non sputare: considera lo sputo come il più frequente e pericoloso tramite di malattie”.

Nella seconda pagina di copertina c’è uno scritto che spiega come debba essere utilizzato il Diario, indirizzata a quei bambini, che appella “giovanetti” , per dar loro l’orgoglio di star per diventare adulti: “Giovanetti,
eccovi un quaderno un po' diverso dagli altri che usate a scuola. Se non ci fosse per altro, basterebbe il titolo che ve lo dice :
— Osservando — Annotando — Diario della vita di scuola.
La compilazione di esso, oltre ad ottemperare a una norma legislativa, risponde ad un sentimento spontaneo della vita, perché quando diverrete adulti vi piacerà rievocare, dalle vostre note personali, le reminiscenze dei fatti semplici della fanciullezza, durante la vita di scolaro.
Ecco dunque l'importanza di questo quaderno. Esso non conterrà lunghe composizioni a tema obbligato, ne monotoni esercizi con difficoltà varie ; ma vi scriverete dei pensieri brevi, semplici, spontanei, sulla vostra vita d'oggi, sui fatti che riguardano la scuola, sulla figura del vostro maestro e dei vostri compagni, sui vostri studi, giochi e feste scolastiche; ricorderete le vostre letture preferite e darete ragione delle assenze fatte a scuola; giudicherete della opportunità di coltivare amicizie, sentirete l'eco delle lodi e dei rimproveri del vostro maestro o dei vostri genitori per la diligenza o la trascuratezza dimostrate; annoterete le date dei grandi eventi nazionali che in Regime fascista la Patria va compiendo senza posa.

Sta a voi il far diventare questo quaderno o un volumetto prezioso o un insieme di fogli scritti senza passione e senza gusto. Sarà un volumetto prezioso, se lo comporrete con cura, cercando lo spunto delle vostre note fra i vari argomenti più sopra riportati; sarà un quaderno inutile, solo buono per il fuoco, se i vari appunti seguiranno una falsariga con l'elenco delle lezioni di tutti i giorni.

Voi siete buoni, giovanetti; seguite i consigli del vostro maestro; compilate con attenzione e custodite con cura questo quaderno e acquisterete 1' abito all’osservazione e all'ordine per tutta la vita
”.

Poi ci sono i testi delle “Canzoni della patria”, prima delle quali l’inno di Mameli, che i ragazzi studiavano a memoria alle elementari, e non imparavano come oggi sui campi di calcio, imbastardendo i testi che non capiscono più. Provate a chiedere ai ragazzi d’oggi (anche di 15-16 anni o più) chi è Scipio, cosa vuol dire “coorte” o “speme” oppure “ottemperare” o “reminiscenze”.

Così, il “sapore “ della gioventù di mio padre mi ha raggiunto attraverso il tempo, con la scrittura sicura vergata da un pennino intinto in inchiostro di china, con il segno grafico in mutamento, (come cambiava di certo l’aspetto fisico del bimbo che diventava fanciullo), con i termini formali caratteristici dell’epoca, ma nascostamente sinceri, di un ragazzo che, inserito in un meccanismo che sfiorava il plagio, con la sua vivida fantasia e capacità dialettica, riusciva ad aggirare.

Oggi, il diario, come del resto i “giovanetti”, hanno perso quel rispetto per la cultura vera, quella dell’apprendere, perché ora vale la cultura dell’apparire, quella dei colori, dell’immagine, del vuoto di una bolla di sapone che, bellissima quando vola, quando scoppia lascia solo una misera microscopica goccia d’acqua.

Sono coloratissimi, sono dedicati agli eroi del momento, dai pokemon alla Barbie, ai vari supereroi, alla comicità, sovente malintesa, perché gravida del disprezzo nei confronti degli altri. Nella pagine son riportati fatti di gossip, frasi ad effetto sull’amore o sulla gente, una fiera delle banalità ai confini del lecito. Sicuramente verranno riempiti di figure ritagliate dai giornaletti, e, per quanto riguarda i maschi adolescenti, spesso imbarazzanti se imposte per dovere d’ufficio (leggi nota) allo sguardo di una “signora”.

Lo sterile elenco dei compiti da fare sarà un optional, mentre, evidenziate ad hoc, con colori fluorescenti o tombali, ci saranno frasi sentite dire, spesso di contenuto discutibile, ed altrettanto spesso, ci saranno appelli all’innamorato/a di turno, per non sempre confessabili desideri.

In fondo, la funzione è la stessa, lasciare un’impronta del passato ad ogni persona, impronta che rispecchierà fedelmente i tempi e le mode, ma che avrà sempre un punto comune: la vivacità intellettuale dell’età.

Foto di gruppo: 1932 Foto di gruppo: 1992



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