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Artista maledetto e grande provocatore

Andres Serrano. Il dito nella piaga

60 fotografie al PAC di Milano, in mostra dal 14 ottobre al 26 novembre 2006


Klansman (Grand Dragon of The Invisible Empire) 1990 - Stampa cibachrome, silicone, plexiglas -Courtesy dell’artista e di Paula Cooper Gallery, New York

Andres Serrano è un artista nato a New York dove vive e lavora, ma con un back-ground afrocubano, questo leggiamo di lui sulle enciclopedie.
Artista maledetto e grande provocatore: questa l’immagine che Serrano ha sempre dato di sé. In realtà, ad un’analisi più approfondita - la sua opera che sarà presentata in mostra al Pac di Milano con 60 lavori – appare complessa e ricca di sfumature. Genio ribelle per eccellenza, Serrano esprime la sua critica nella sottile dicotomia che sottende le sue immagini fotografiche, patinate e perfette, scioccanti e trasgressive, rifiutando le finzioni del mondo contemporaneo e illustrandone i turbamenti interiori e le manie.

Dai suoi esordi – agli inizi degli anni ottanta – fino ai giorni nostri, le fotografie di Andres Serrano (New York, 1950) non hanno mai smesso di rappresentare i temi più controversi e polemici del convulso mondo in cui viviamo.
La religione, il fanatismo, la corporeità, la xenofobia, la malattia e la morte, sono stati oggetto della sua meticolosa attenzione in serie come Bodily Fluids, The Morgue, Nomads, Ku Klux Klan, The Church… Al di là delle controversie e delle polemiche, questa mostra riflette la densità, la profondità e la complessità della realtà umana, mettendo, per l’appunto, il dito nella piaga.
A History of Sex (Antonio e Ulrike) 1995 - Stampa cibachrome, silicone, plexiglas - Courtesy dell’artista e di Paula Cooper Gallery, New York

Ciò che sembra una forma di provocazione si manifesta come una vocazione: quella di trattare temi e problematiche che ci riguardano come esseri umani attraverso immagini che si distinguono, inoltre, per la loro bellezza. La bellezza è una componente essenziale nel lavoro di Serrano. Attraverso questa l’artista intensifica la tensione che seduce lo spettatore con il fascino proibito dei temi tabù.


Di fatto, Serrano ha confessato che il suo obiettivo come artista è sempre stato la bellezza: “Credo che sia necessario cercare la bellezza anche nei luoghi meno convenzionali o nei candidati più insospettabili. Se non incontro la bellezza non sono capace di scattare alcuna fotografia.”

L’efficacia delle sue immagini trova riscontro nei meccanismi della pubblicità: il ricorso ad una illuminazione dichiaratamente caravaggesca, i colori accesi, la precisione dei titoli, e, soprattutto, l’uso di un linguaggio breve, ma sempre eloquente.
Tecniche di lavoro che Serrano apprese in un’agenzia di pubblicità in cui lavorò a vent’anni e che oggi gli permettono di esprimersi in forma diretta e attraente. Serrano, tuttavia, non ha un interesse specifico per il processo fotografico. È, piuttosto, un formalista che si identifica fortemente con la tradizione e con i grandi maestri della pittura barocca, definendosi un artista religioso del passato con idee contemporanee. Le sue composizioni sono rigorose e i simboli allegorici appaiono in ognuna delle sue serie fotografiche. Costruisce elaborati tableaux, che adottano la qualità e il virtuosismo manierista dei grandi dipinti seicenteschi. Serrano non censura mai le sue foto e non scende mai a compromessi.

Muovendosi sulla sottile linea che separa il sacro dal profano, il morale dall'immorale, il lecito dall’illecito, l’opera di Serrano ha evitato i limiti del puro decorativismo. L’artista travalica i confini del permissibile – tanto nell’ambito personale quanto in quello sociale – per adescare e sorprendere gli spettatori, mettendo loro a confronto con immagini che, di primo acchito, farebbero chiudere gli occhi se non fossero presentate in modo così bello e pittorico.

Una occasione per conoscere le opere di Serrano l’avremo a Milano al P.A.C., quando dal 14 ottobre sarà ospitata, in occasione delle seconda edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (A.M.A.C.I.), la mostra itinerante ANDRES SERRANO. Il dito nella piaga.

Cabeza de vaca 1984 - Stampa cibachrome, silicone, plexiglas -Courtesy dell’artista e di Paula Cooper Gallery, New York

Inaugurazione sabato 14 ottobre 2006
Apertura al pubblico 14 ottobre – 26 novembre 2006
SedePAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Via Palestro 14 – Milano
Curatrice Oliva María Rubio
Ingresso libero.

INFO:
tel 02 76009085 – fax 02 783330 – www.comune.milano.it/pac



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