REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno II n° 18 NOVEMBRE 2006 - TERZA PAGINA |
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Cammino nella calle, alzo gli occhi e vedo un drago nero che sorregge una palla colorata pronto a farmela cadere in testa.
Ma cercando si trova anche qualcosa che ora è decorativo, ma prima era uno strumento possente ed improntante.
Ve ne sono di possenti e rugginose che chiudono depositi abbandonati, o semplici con solo qualche decoro per delle “prese di luce” per androni o scale. Con decorazioni più complesse e elaborate, fatte di ferri piegati e legati con perizia ed attenzione; così l’artigiano ha sviluppato disegni di arabeschi che rendono preziosa l’inferriata. Queste, se si aprono sulla calle sono robuste, ma da una di queste può anche spuntare una gattina che vuole qualche coccola ed è pronta a ritirasi quando si esagera e segnala che il tempo è finito con una graffiata. Ma se le grate si aprono sui giardini interni possono essere leggere come piume e completate da vetrate e in questi ambienti, che in genere sono nobili, creano sensazioni uniche a che osserva.
Nel nostro escursus sui ferri Non poi possiamo dimenticare le vere e le coperture dei pozzi. Venezia è piena di pozzi nei campielli, ne possimo vedere di molte fogge si puo dire che per ogni pozzo c’è una copetura diversa. Nei sestieri fuori dall'onda turistica possiamo vedere ancora cose che forse potremmo trovare ovunque, ma qui, come tutto, assumono un sapore particolare forse perché sono vicine le une alle altre.
Ecco che seduto su delle sedie di alluminio di un un bar, che si affaccia su uno sperduto campiello silenzioso e tranquillo, noto due cose che difficilmente potrei vedere vicine in un'altra città. Alla mia sinistra un tabernacolo curato e ricco di fiori, chiuso da una grata di ferro dipinto accuratamente; invece di fronte a me vedo porte in ferro arrugginite e corrose, segno di un benessere commerciale che ora non esiste più. Per concludere non possiamo dimenticare i ferri "utili". Anche questi li possiamo ritrovare in tutte le città, ma qui appaiono con più evidenza, sarà perchè gli intonaci lasciano vedere i mattoni e questi ferri rugginosi appaiono con forza o perché le case hanno altezze elevate per la capacità edilizia disponibile quando sono state cotruite con solo con pietre, mattoni, legno e ferri per dare stabilità. Così troviamo le aste che legano parti opposte. Le trovi nelle arcate sotto i palazzi; queste legano le colonne, ma ve ne sono che non si vedono e che attraversando tutto l'edificio ed impediscono alle pareti di "scoppiare" verso l'esterno. Tu vedi solo le loro parti terminali, le "chiavi" o le piastre bullonate. E come non ricordare le catene che legano i pali ficcati nella laguna? Mi è rimasto solo un dubbio sui tanti ferri che ho visto ed annotato. A fianco di un ponte, ho visto una grata a maglie larghe, con aculei di ferro, che occupava un breve tratto di terreno degradante verso il canale. A cosa sarà servita? Non certo a fermare le famose pantegane veneziane, quelle ci passano tranquillamente date le dimensioni delle maglie. Che sia stata messa invece per fermare i turisti che cadono nel canale? Vedi anche: anno II numero 16 / del 21/09/2006 Per conoscere Venezia bisogna perdersi nelle calli di Cricio anno III numero 1 / GENNAIO 2007 I turisti e Venezia di Cricio Argomenti: racconto , società , turismo , venezia
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