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 Anno III n° 2 FEBBRAIO 2007    -   LENTE DI INGRADIMENTO



Apocalisse oggi
Usiamo le figure mitiche dei quattro cavalieri per leggere il nostro tempo
Di Giovanni Gelmini


I “Quattro Cavalieri della Apocalisse” sono figure inquietanti e sono state in vario modo interpretate in ogni epoca. Lo scritto del Vangelo di Giovanni è scritto in modo da creare molte interpretazione ed io, seppure ignorante dell’esegesi di quel vangelo, cerco di utilizzare liberamente quelle immagini mitiche come traccia per dare una visione della nostra realtà che sempre più ci angustia. La domanda che credo tutti in qualche momento ci poniamo è: ma la fine del mondo è veramente vicina? Seguiamo la traccia del mito.

Ecco il primo cavaliere: la Pestilenza. Ci viene subito da pensare alle nuove malattie; sembra la medicina non sia in grado di arrestarle. Come una è debellata ne appaiono altre sconosciute. Poi certe malattie sono ormai inesistenti da noi, ma diffusissime nei paesi più poveri; malaria, colera, lebbra sono da sempre in agguato, ma ad esse alla fine del ‘400 è aggiunta la sifilide, ed oggi l’AIDS, cosa verrà poi? A queste pestilenze si devono sommare tante altre, come la droga e le allergie ad esempio, causate dalla nostra vita poco naturale. Per chiudere con due tipi particolari di pestilenze che pervadono il mondo: la depressione, con le sue varie sottospecie quali l’anoressia e la bulimia il suo contrario, la prepotenza. La prepotenza da lo spazio al secondo Cavaliere la Guerra.

La Guerra avanza con grande rumore e distrugge tutto quello che incontra.
Man mano che il tempo passa la Guerra diventa sempre più potente, sembra che si alimenti di tutto quello che distrugge, la sua fame aumenta e distrugge sempre di più.
La Guerra, non è per difendersi, ma per conquistare. Una volta era fatta da eserciti schierati che si combattevano con armi micidiali, ma di portata limitata e coinvolgevano solo chi combatteva sul campo di battaglia. Poi si è passati alla Guerra con le bombe, i razzi, i missili che hanno coinvolto direttamente anche le città, i vecchi ed i bambini; anche chi non combatteva. Ora la Guerra la si combatte con gli attentati, con le persone che si fanno esplodere. In Guerra ora non ci sono più campi di battaglia limitati, ma tutto il modo è campo di battaglia, ed ogni persona che passa potrebbe trasformarsi in uno strumento bellico.

Ma anche la Guerra, come Cavaliere, non è solo quella fatta con le armi, ma molto di più. È Guerra quando non accettiamo gli altri e li vogliamo battere con artifici, con il doping, con le raccomandazioni, con le maldicenze, con qualunque azione atta a distruggere l’avversario senza permettergli un confronto. Anche questo crea distruzione, la distruzione di altri uomini, la distruzione dell’innocenza, la distruzione di famiglie, la distruzione di valori e, in definitiva, la distruzione della società. Per cosa? Sempre per il potere, per i soldi per primeggiare, per la peste rappresentata dalla prepotenza.

Dietro ai due primi cavalieri arriva la Fame. A tutti viene subito da pensare alla mancanza di cibo, alla denutrizione, alle continue carestie che coinvolgono il nostro pianeta, specialmente nelle aree del terzo mondo. Questo tipo di fame sembra che avanzi, anche perché l’acqua è sempre più scarsa e le carestie diventano sempre più pesanti e lunghe. Ma forse c’è un’altra fame che è più pericolosa, che è diffusa ovunque, ma sicuramente è concentrata nel cosiddetto modo civilizzato. Lì fa proprio da padrona.
È la fame di potere, la fame di soldi, la fame dell’apparire.
Tutti devono essere i primi. I primi del cortile, i primi del condominio, i primi della polisportiva... i primi non si sa di cosa, basta essere primi. A che scopo non si sa.

Questi tre cavalieri ci circondano ed oggi sembrano più potenti di prima. Quanto vale la Guerra, nel senso tradizionale del termine? Nell'articolo sulla guerra ho stimato che la spesa è di almeno 3.000 miliardi di dollari all’anno, cioè fagocita circa il 10% della ricchezza prodotta dai paesi industrializzati (che poi sono quelli che la finanziano e ne traggono i cosiddetti “benefici”). Sempre per fare un confronto, basterebbe ridurre di poco queste spese per riuscire a fare fronte alla Fame ed alle Pestilenze: è stato calcolato che basterebbero meno di 100 milioni di dollari all’anno per porre fine alle situazione di denutrizione e malattie endemiche, ma questi soldi dovrebbero essere ben spesi e non andare a rimpinguare le casse di chi su una finta lotta alla fame ed alle malattie ci guadagna. Ora troppo spesso si spendendo soldi per progetti che non si realizzano o che sono poco applicabili nel terzo mondo, dove peste, fame e guerre portano alla morte con facilità. Poi vi sono le speculazioni di trafficanti senza morale che forniscono prodotti non adeguati, deteriorati o addirittura si appropriano delle risorse destinate a ciò e le utilizzano per altro scopo. Troppi casi di questo tipo si sono verificati, vi ricordate lo scandalo del latte in polvere? Questo è solo la punta di un iceberg. Alla base c’è sempre la smania di potere e di fare i soldi.

Ma questa fame apre la porta all’ultimo Cavaliere, la Morte. La morte è insita nella vita, e non dovrebbe farci paura invece tremiamo al suo pensiero, perché? Perché è la fine!

Ma oggi sentiamo sempre di più avvicinarsi un’altra fine, quella veramente apocalittica: la fine del nostro pianeta. I segnali sono moltissimi e ce ne accorgiamo anche noi.

La Conferenza di Parigi sul clima ha delineato un quadro veramente pauroso e su questo si innestano ancora interessi forti a sostenere cose che comunque se risolvono un problema ne aprono un altro, come il nucleare o i bio-carburanti in sostituzione del carburanti fossili. La verità è una sola: dobbiamo ridurre la nostra fame di energia. Energia che troppo spesso viene sprecata perché la si usa male, ma anche perché viene usata in cose inutili, seguite solo perché sono trend.

Ma proviamo a vedere cosa vuol dire “morte del pianeta”.

Ora il Pil dei paesi industrializzati (i paesi OCSE) è di circa 35.000 miliardi di dollari. Secondo gli esperti nei prossimi anni la ricchezza prodotta dal mondo si ridurrà del 20%. Questo per il riscaldamento del pianeta, la desertificazione e l’innalzamento del livello del mare. L’Olanda, che è tra le prime a ricevere un danno dall’aumento del livello del mare, ha deciso di investire l’1% del suo Pil per far fronte a questo problema, ma se tutti i paesi facessero altrettanto sicuramente le energie alterative sicure e la riduzione del fabbisogno energetico potrebbero facilmente e velocemente ridurre le dimensioni di questa catastrofe immane.

Le cifre in gioco sono così grandi che sfuggono alla nostra capacità di comprenderle. Ma qual è il valore dei consumi di petrolio? Sempre per dare un'idea della dimensioni, il consumo di petrolio valorizzato è di circa 55 miliardi di dollari all’anno, a cui vanno aggiunti i consumi di metano e gli altri carburanti fossili, ed i costi di trasformazione, tasse escluse. Quindi è circa l’ 1% del Pil. Quell’1% che l’Olanda è disposta ad investire per far fronte ai danni del cambiamento climatico, ha la stessa dimensione dei consumi energetici: se tutti i paesi spendessero una piccola parte di questi soldi per toglier il petrolio ed il metano dai nostri consumi, non avemmo bisogno di far fronte ai danni irreversibili al clima. Ma per fare questo ci vuole la volontà.

Certamente una parte di questa volontà deve essere dei Governi. Ma un ruolo non indifferente lo abbiamo anche noi, singole persone. Siamo pigri e non siamo disposti ad affrontare piccoli disagi, ad investire su cose che non sprechino energie per avere un futuro al riparo dai “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse”.



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