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 Anno III n° 7 LUGLIO 2007    -   TERZA PAGINA



I “Carro dei Tespi” è ancora in riva all’Adda
Considerazione su questa interessante iniziativa che ha una grande base di cultura e di ricerca storica
Di Serena Bertogliatti


C’è una valle – quella dell’Adda – che tutti noi, oggi, conosciamo.
Che ha ospitato secoli della nostra storia, e che oggi ospita un vero e proprio, vivente, pezzo di passato.

Parliamo di un carro – con tanto di cavalli a trainarlo – che come un (gioioso) fantasma anacronistico quest’estate percorrerà varie tappe, portando nei piccoli paesi padani il gusto di uno spettacolo che si apre nella propria piazza. Perché anche a tutt’oggi, nel 2006...


... E ancora oggi, nel 2007, vi sono piccole realtà isolate per cui le possibilità d’interazione con il mondo si limitano alla televisione.
Se non fosse per iniziative quali quelle de “La Valle dell’Adda”, che quest’anno come l’anno scorso porta avanti un programma da maggio fino a ottobre.
SpazioDi Magazine ha già parlato di due degli eventi del calendario 2006, tra questi quello che era stato presentato con le parole che iniziano questo articolo e che si riferiscono di un carro che non è metafora, ma reale: un carro con ruote e cavalli che trainano, che procede lungo le rive dell’Adda portando con sé spettacoli fino ai piccoli paesi.

Si potrebbe pensare che, dato il bacino d’utenza e il target che potrebbe apparire tutto sommato non ricercato, gli spettacoli siano di quel genere che si va a vedere perché non si ha nessun altro programma; spettacoli a cui si decide di assistere senza farsi troppe aspettative – e si sbaglierebbe, perché già l’anno scorso Sonia Rosset, regista e sceneggiatrice della commedia seicentesca che questo antiquato mezzo di locomozione si portava appresso, ci ha dimostrato di avere un’idea molto precisa riguardo a cosa sia uno spettacolo di qualità.

Quale organizzatrice dell’evento, aveva condiviso con noi i piccoli retroscena di questo squarcio di storia che cocciuto insisteva nel voler proporre rappresentazioni che fossero in tutto e per tutto seicentesche – tanto più che non erano luci elettriche a illuminare il piccolo palco, ma torce di vero fuoco. Ed essendo i cavalli veri cavalli, abbisognavano di biada per poter andare di paese in paese.

Siamo in Pianura Padana, avranno del fieno.” aveva ironicamente detto lei, e ci aveva poi spiegato con quale cura fossero stati realizzati i costumi; con quale cura fossero stati addirittura ideati, in modo che potessero essere in tutto e per tutto abiti rubati a uomini e donne del barocco.
Sulla recitazione c’erano ben poche domande da fare, come accade quando uno spettacolo non ti dà modo di soffermarti e domandarti da quanto tempo sia iniziato, tanto ti ha coinvolto – e senza effetti speciali, ricordiamolo, ma solo grazie alla bravura degli attori di far proprio il pubblico.

Quest’anno quel carro è ancora in giro per i dintorni dell’Adda, e si porta appresso Vaudeville, commedia sempre ispirata a un canovaccio seicentesco.
Nello spettacolo dell’anno scorso era un’indovina a tessere la trama.
Noi indovini non siamo, ma se la Valle dell’Adda si protrarrà con la stessa cura nello scegliere i propri protagonisti – attori, cantanti, e ancora rievocazione storiche e magie di luce sugli zampilli di una fontana, e molto altro – sarà consigliabile essere parte del pubblico.



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