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 Anno III n° 7 LUGLIO 2007    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi



Meno immondizia! Questa è la soluzione

Di Giacomo Nigro


Non bisognerebbe mai dimenticare che ogni cosa deve finire da qualche parte, una volta si diceva "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma", ultimamente verrebbe da dire "tutto si trasforma in rifiuti".

In quale parte li facciamo finire i rifiuti se sono troppi? Per recuperare il recuperabile occorre differenziare ma qualcuno si è già accorto che differenziare costa troppo, allora bisogna pensare a ridurre prima di differenziare. Riciclare è infatti un concetto insidioso, diventato una specie di purgatorio della nostra coscienza ecologica, si producano rifiuti a cuor leggero, perché "poi tanto si riciclano".

Questa affermazione non convince? Eppure in Piemonte la raccolta differenziata è aumentata da 29 a 191 kg pro capite tra il 1999 e il 2005. Bene, peccato che nello stesso periodo, la produzione totale di rifiuti è salita da 465 a 514 kg sempre pro capite!

Forse occorrerebbe considerare che a monte del riciclo potremmo sperimentare il riuso e la riduzione di consumi inutili. Insomma il concetto di decrescita felice dovrebbe prendere piede con maggiore convinzione, dovremmo pensare che produrre rifiuti non ci rende la vita più comoda e nemmeno più gratificante.

In Europa ogni anno si producono circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, escludendo quelli agricoli. La sola produzione di rifiuti urbani è pari a 198 milioni di tonnellate. Considerando che la popolazione dell’UE è di 375 milioni di abitanti, ogni abitante produce ogni anno 527 kg di rifiuti (come si vede in Piemonte siamo in media).

Ora vediamo come sono smaltiti i rifiuti: nonostante gli sforzi nel recupero e nel riciclaggio, la discarica resta la soluzione ancora più praticata per il 54% dei casi. Il 27% dei rifiuti urbani entra nella filiera del riciclaggio o del compostaggio. Il 19% restante dei rifiuti è avviato all'incenerimento senza o con recupero di energia (termovalorizzatori).

Cosa fanno gli inceneritori o termodistruttori? Questi sono impianti di smaltimento di rifiuti che bruciandoli ne riducono il peso ed il volume. Il processo trasforma circa 1/3 dei rifiuti in entrata in ceneri mentre parte della materia viene emessa in atmosfera nel corso del processo. Si ha cioè la formazione di sostanze inquinanti, emesse in forma solida e gassosa la cui tipologia dipende da fattori quali: il tipo di rifiuto trattato (composizione chimica), le condizioni di combustione e quelle operative dei sistemi di abbattimento degli inquinanti.

Le sostanze chimiche emesse dal camino di un inceneritore comprendono: composti organici del cloro (diossine, furani, PCB - policlorobifenili), IPA (idrocarburi policiclici aromatici), VOC (composti organici volatili), elementi in traccia (piombo, cadmio e mercurio), acido cloridrico, ossidi di azoto, ossidi di zolfo ed ossidi di carbonio. Molti di questi composti si disperdono in atmosfera insieme alle polveri, alle ceneri di fondo (che si depositano alla base della caldaia durante il processo di combustione) e alle ceneri volanti (perché non trattenute dai sistemi di filtraggio aereo).

Molti composti emessi da un termodistruttore sono persistenti, cioè resistenti ai processi naturali di degradazione, bioaccumulabili, perché si accumulano nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all'altro lungo la catena alimentare (fino a giungere all'uomo) e tossici, in quanto sono sostanze che per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono comportare patologie acute o croniche fino a poter determinare la morte dell'organismo esposto.

Ci sono ancora dei dubbi sul fatto che bisogna riconsiderare le condizioni che ci portano all’aumento della produzione dei rifiuti? Credo di no, occorre allora che singolarmente ci convinciamo che l’incenerimento non deve essere considerato una soluzione, e che bisogna che l’industria sia spinta, ad esempio, verso la progettazione e la produzione di beni di consumo che non contengano sostanze chimiche tossiche. Allora sì che i rifiuti potrebbero essere riutilizzati, riciclati e compostati in condizioni di sicurezza garantendo in tal modo una soluzione sostenibile di un problema globale.



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