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 Anno III n° 7 LUGLIO 2007    -   FATTI & OPINIONI


Giudicare dalla piazza è sempre sbagliato
Accusati di pedofilia a Brescia: assolti per non aver commesso il fatto

Di Giovanni Gelmini


Passa quasi inosservato il deposito delle le motivazioni della sentenza del processo che ha visto assolti “per non aver commesso” il fatto sei maestre, un bidello e un sacerdote accusati di abusi sessuali su bambini di una scuola materna di Brescia.

Come al solito quando ci sono le accuse si alzano le grida e gli strepiti e la gente è pronta ad impiccare gli accusati al primo albero disponibile, poi quando la giustizia ha fatto il suo corso e gli accusati sono innocenti, nessuno ne parla.

Pessima abitudine di chi gestisce le testate giornalistiche.

Sono molto interessanti le motivazioni espresse dai giudici perché danno a noi ragione sull’invito alla cautela che abbiamo più volte espresso anche sul caso recente avvenuto all’asilo “Olga Rovere” di Rignano Flaminio.

Vediamo cosa dicono i giudici.

Innanzitutto mettono in rilievo “intrinseca inaffidabilità delle fonti orali poste a fondamento delle accuse” che vengono qualificati come “adulti emotivamente coinvolti e spinti, al momento dell’approccio con il bimbo, da timori ed ansia di conoscenza” e qualificano le argomentazioni del pubblico ministero, come “considerazioni fondate su giudizi probabilistici, anziché su elementi in grado di resistere ad ogni dubbio”.

Sottolineano in particolare come “la valutazione del portato dei minori è stata ulteriormente complicata, in concreto dalle reciproche interrelazioni intercorse tra i genitori, i quali comprensibilmente allarmati dal diffondersi di notizie circa i presunti abusi, si sono, tuttavia, di fatto sostituiti agli organi inquirenti, sottoponendo in molti casi i figli a serrati interrogatori, condotti con metodologie inappropriate e in un contesto emotivamente connotato.”

Secondo i giudici c’è stata una “forzatura” nelle testimonianze dei bambini “soprattutto a seguito di riunioni in cui vi sia stato l'intervento di soggetti considerati particolarmente autorevoli, possa determinarsi nei genitori la convinzione che il proprio figlio sia stato oggetto di abuso sessuale e come, in presenza di tale convinzione, soprattutto ove emerga nell’ambito di un gruppo, una figura di riferimento, possa verificarsi un fenomeno di 'colonizzazione mentale’, suscettibile di determinare una progressiva diffusione della credenza tra gli adulti e di alterare il loro approccio nei confronti dei figli”.

Inoltre hanno segnalato come sia incredibile che numerosi bambini possano essere allontanati dall’ambiente scolastico senza che nessuno se ne accorga.

Tutti ragionamenti semplici ed alla portata di tutti, se... non ci si lascia suggestionare da chi racconta e col raccapriccio per fare audiences.
La stampa dovrebbe uscire con la prima pagina listata a lutto: per aver commesso il fatto!



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