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 Anno III n° 9 SETTEMBRE 2007    -   FATTI & OPINIONI



Che ne facciamo del Tesoretto?

Di Giacomo Nigro


Sistemato il “tesoretto” poco prima delle vacanze estive, a vacanze finite o quasi, si sente vociferare di un ulteriore extragettito fiscale derivante dall'ultima autotassazione. La fonte sono i vari componenti del governo che spesso “chiacchierano” a ruota libera. Qualcuno ne ha già autonomamente individuato l’impiego in sede di Legge Finanziaria per "equità, sviluppo e sicurezza".

L’ha affermato il ministro dell'Istruzione (!), Giuseppe Fioroni, intervenendo a Rimini al Meeting di Cl, il quale ha anche detto di "non associarsi al contagio di questo straordinario virus bipartisan per il quale si fanno gli annunci, si litiga su di essi e si fanno scontenti tutti gli italiani che vivono un dibattito surreale". Mi pare il bue che dice cornuto all’asino ma ha cura di chiedergli subito scusa.

Il concetto espresso è però corretto, non se ne può più di sentire i continui annunci e contro annunci nell’ambito della maggioranza e le relative consequenziali e spesso sterili polemiche dell’opposizione. La confusione aumenta e il cittadino s’allontana dalla politica progressivamente.

Se l’extragettito esiste è il caso di chiedersi qual’è l’origine. I lavoratori dipendenti, unici a pagare sempre e comunque tutte le tasse previste, credo non possano vantare significativi miglioramenti sul livello della tassazione a loro riservata né lamentarsi di sostanziali aumenti. Non resta che pensare che la fonte dell’extragettito proveniente da questa fascia di contribuenti sia dovuta all’aumento dell’occupazione e/o all’emersione di parte del lavoro nero.

Le aziende e i lavoratori autonomi hanno forse scoperto che la macchina fiscale è più occhiuta che in passato e cominciano a fare il loro dovere di contribuenti con più entusiasmo. Bene, se tutto ciò è vero e uno degli esiti è stato l’aumento della produzione industriale e delle esportazioni non è il caso di continuare ad innescare questo circuito virtuoso?

Vedremo se la prossima Legge Finanziaria saprà coniugare giustizia fiscale e programmazione economica affinché non ci si debba ancora una volta sorprendere degli esiti positivi o negativi del gettito fiscale o lambiccarsi il cervello per capire da dove arrivano certe sorprese; credo che un minimo di precisione nei preventivi aumenti la fiducia degli amministrati negli amministratori.

Inoltre non va trascurato il fatto che una maggiore attenzione alle leggi fiscali terrebbe alla larga e spiazzato chi, in questi giorni, va sbandierando la rivolta fiscale nel nord tartassato riportando l’orologio della storia italiana indietro di una quindicina d’anni e dimenticando che rispetto a quei tempi in Italia circola un’altra moneta e che questa circolazione determina un’indipendenza nella gestione economica sempre più ridotta. E qui mi verrebbe da dire “meno male!” ma questa è un’altra storia.



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