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 Anno III n° 10 OTTOBRE 2007    -   FATTI & OPINIONI


Considerazioni su ciò che non ci aspettavamo
Primarie del PD tra un risultato inatteso ed uno annunciato da tempo

Di Marina Minasola


3.400.000 votanti. A mezzogiorno del martedì lo scrutinio ha raggiunto il 74,97% dei seggi e le percentuali sono queste: Walter Veltroni 75,36%, Rosy Bindi 14,05%, Enrico Letta 10,37%, Mario Adinolfi 0,15% e Piergiorgio Gawronski 0,07%.

Il Pd lavorerà a sostegno del governo ed insieme per disegnare il profilo dell'identità di una forza nuova del cambiamento … fino alla fine della legislatura”. Così commenta il successo del neonato partito democratico il novello segretario Walter Veltroni. Ecco che si affaccia sull’orizzonte politico una nuova forza, “la prima in Europa ad essere nata da una spinta dal basso”.

Anche il Capo del Governo, Romano Prodi, sembra non avere dubbi nella lettera indirizzata al nuovo leader e sindaco della Capitale: “Continuerò insieme a te nella attività riformatrice del Governo, con pazienza, dedizione e tenacia... Discutendo con i nostri alleati con lealtà e apertura, come abbiamo sempre fatto. [...] Tantissime cose da fare ma ci sono tre milioni e mezzo di motivi per farle con il sorriso.”.

Se Prodi già pensa alle elezioni europee del 2009 ed indirizza l’attenzione sulla necessità di ottenere un risultato positivo, Walter Veltroni, l’homo novus che ha già preannunciato la sua assenza da programmi tv nel corso della settimana, ha elencato alcuni dei suoi obbiettivi:
- Spingere ad una repentina elaborazione della nuova legge elettorale.
- Ridurre il numero dei parlamentari.
- Dare al Presidente del Consiglio potere di nomina e revoca dei ministri.
- Destinare nel Pd il 50% dei ruoli dirigenziali alle donne.
- Guardare all’Europa, combattere la precarietà, modernizzare e andar verso la definitiva affermazione del sistema maggioritario.
- Le due parole chiave dovranno essere “Innovazione, per riconquistare il futuro; e coesione, che è diversa da unità, perché è qualcosa di più

Di questi temi e di altri ancora si discuterà nel giorno che più di ogni altro segnerà l’alba del nuovo partito: il 27 ottobre a Milano (città scelta a dimostrazione dell’attenzione che il Pd intende rivolgere al Nord del nostro Paese) si terrà il primo incontro dell’ “Assemblea Costituente”.

Vi sono alcune domande che ci si deve porre.

Per prima cosa, come possiamo spiegarci un risultato tanto grandioso ed inaspettato da essere riconosciuto oltre le previsioni da tutte le formazioni politiche? Si sancisce così l’effettiva natura effimera dell’antipolitica e del grillismo?

Certamente ciò che verrebbe spontaneo rispondere è che effettivamente i cittadini stanno cominciando a dimostrare macroscopicamente la loro nausea per l’antico. Politici nel vecchio senso del termine, uomini che agiscono nell’interesse della polis, sono quello che una larga fascia di cittadini vuole. Come ottenere questo? L’antipolitica non è la soluzione, ma solo il modo per segnalare i problemi e le assurdità di un sistema politico ingessato dal “potere personale” dei politici. Invece una possibilità di superamento dell lontanza dei partiti dai cittadini è la partecipazione nelle decisioni della politica, cosa che trova già una primordiale manifestazione nelle elezioni primarie e nell’incredibile partecipazione al referendum per il wellfare. La possibiltià di partecipare deve trovare il necessario rinnovamento della classe politica. “I cittadini non ci chiedono solo che il Pd sia un'altra tappa di una storia, ma di fare una cosa del tutto nuova, chiedono discontinuità”, ha detto il nuovo segretario, ma riuscirà davvero a lasciare soddisfatti i cittadini di cui parla?

L’altro punto su cui ci si deve interrogare è se la forte legittimazione popolare data a Walter Veltroni costituisce davvero una nota positiva per il Governo, come vogliono far credere Prodi e lo stesso segretario del Pd, oppure c’è il rischio che lo indebolisca e lo portarti alla caduta?

Il Partito democratico continuerá a portare avanti proposte come un partito che ha un suo programma ed insieme sosterrá il governo. È una dialettica fisiologica” , dice il sindaco di Roma Veltroni. Questo rapporto dialettico sarà a detta del segretario una “sollecitazione per una azione riformista del governo”. Forse sarà veramente così se il Pd riuscirà a realizzare il progetto iniziale di rinnovamento e se riuscirà a coinvolgere i cittadini ponendosi come autentica forza nuova a cui gli altri partiti dovranno per forza guardare e quindi svolgerà un forza di attrazione verso i personalismi che oggi dilaniano il centro sinistra.

Ma se le lotte intestine e gli screzi dovessero farsi troppo forti il PD genererebbe una forza che allontana e porterebbe alla creazione di forze distanti a Sinistra e al Centro. In particolare, se si arrivasse alla creazione di un Centro che di novità abbia solo il nome, ma che ricordi nei fatti la vecchia DC senza il suo potere stabilizzante, il Governo ne uscirebbe irrimediabilmente indebolito. Questo però potrebbe avvenire solo con una contemporanea perdita di forza di Berlusconi, altrimenti i numeri non ci sono.
Allora né per Prodi né per altri probabilmente ci sarebbero speranze: l’epoca della nuova Dc avrebbe inizio.
A questo punto solo gli eventi dei prossimi mesi potranno indicare quale sarà la strada della “nuova politica italiana”. A noi non resta che auspicarsi dunque una realizzazione effettiva del progetto ed una risposta popolare perché l’Italia ha bisogno di stabilità e buon governo e non di continui spettacoli tragici o comici forniti dai politici di oggi.



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