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Raggiunta quota 1,39


Di Giacomo Nigro

Supereuro sembra oramai senza freni, macina record su record come ogni supereroe che si rispetti: 1.39 è un bel traguardo. Quando nacque la moneta unica europea aveva due ambizioni: far compiere al Vecchio Continente un altro passo sulla strada dell'integrazione e sfidare il dollaro come moneta principale degli scambi internazionali. Tra euro e dollaro c’è stata una relazione fatta di alti e bassi, a dettare i rapporti di forza sono stati gli eventi politici, oltre alle scelte dei responsabili dell'economia.

Per noi tutti la data di nascita dell'euro è il primo gennaio 2002, quando avemmo la possibilità di toccare con mano la moneta e utilizzarla nella vita di ogni giorno. In realtà, all'epoca essa aveva già 3 anni di vita, perché gli operatori finanziari avevano cominciato a scambiarla sui mercati il primo gennaio 1999. A quella data un euro valeva 1,1667 dollari. Il 4 gennaio, primo giorno di contrattazioni, la moneta europea salì immediatamente, per poi cominciare un'inesorabile discesa. La parità venne raggiunta il 2 dicembre 1999, per arrivare al minimo storico di 82,30 cents il 26 ottobre del 2000.

Il 2001 fu ovviamente un anno di svolta. Gli attacchi alle Twin Towers, l'offensiva Nato in Afghanistan, e più in generale il senso di incertezza geopolitica non poterono non influenzare i mercati. L'euro cominciò una lenta risalita. 90 centesimi l'1 gennaio 2002, e una nuova parità raggiunta il 15 luglio dello stesso anno.

L'attacco americano all'Iraq, l'incubo terrorismo, le incerte prospettive di ripresa dell'economia statunitense, la politica del dollaro debole favorita dal Tesoro americano, portarono l'euro a rafforzarsi sempre di più. Il 19 maggio del 2003 superò la quotazione della nascita, salendo a 1,17 dollari. Il 30 dicembre 2004 fu toccato un record di 1,3666 dollari per un euro.

La moneta unica scese in concomitanza con gli eventi politici e le lotte sociali che turbarono la quiete del Vecchio Continente, come la bocciatura della Costituzione europea e la rivolta delle periferie di Parigi. Poi, una nuova risalita. Fino ai record dei nostri giorni.

In queste condizioni è probabile che continui una stagione di consumi a stelle e strisce per viaggi, vacanze e shopping. Il Nuovo Continente, ma anche tutti i Paesi le cui monete sono legate al dollaro, registra infatti prezzi stracciati per i turisti di europei che concretizzano uno sconto del 10 per cento anche solo rispetto a un anno fa. L'mpatto è più limitato per coloro che hanno già prenotato o acquistato pacchetti tutto compreso: la programmazione dei tour operator si basa infatti normalmente sul cambio di diversi mesi prima.

In campo energetico per ogni centesimo di dollaro guadagnato dall'euro sul dollaro i prezzi internazionali delle benzine si riducono di due millesimi di euro al litro. Limitatamente alla componente cambio si riduce, inoltre, il costo dell'energia elettrica con possibili positive ricadute sulle bollette.

Il rafforzamento della moneta riduce il costo del petrolio, dal quale l'Italia dipende per oltre l'80 per cento delle sue fonti e, quindi, le spese energetiche diminuiscono, sia per quanto riguarda i trasporti sia per i costi delle imprese. Così si innesca un effetto volano che dai prezzi alla produzione, a quelli di trasporto e di distribuzione, e che incide alla fine anche su quelli al consumo e crea le condizioni per un mantenere basso l’incremento del costo della vita.

Intanto cala il costo dell'import in moneta USA con conseguente potenziale alleggerimento dei prezzi dei beni provenienti da oltre UE mentre l’export non può beneficiare dell'apprezzamento dell'euro. Le esportazioni potrebbero infatti rallentare: la rivalutazione della moneta unica rende meno appetibili i prezzi dei prodotti europei e, dunque, anche di quelli italiani. In compenso, però, le imprese pagheranno meno sui mercati internazionali le materie prime.

Questo è teoricamente ciò che dovrebbe verificarsi anche da noi in Italia. Anche se sull'attuale forza della moneta unica vi sono, e non è la prima volta, opinioni contrastanti, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha recentemente sottolineato che l’adozione dell’euro ha avuto effetti positivi sull’economia italiana per la minore variabilità del cambio. La moneta unica è stata, per il governatore, uno scudo nei confronti delle turbolenze finanziarie sui mercati internazionali.

Argomenti:   #attualità ,        #cambi ,        #dollaro ,        #euro



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