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 Anno V n° 1 GENNAIO 2009    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Neve: occorre il sale sulle strade! Ma anche nella zucca dei politici!
I politici spendono solo per le cose che fanno “immagine” e pensano che procurino voti. I fondi per le manutenzioni vengono di anno in anno ridotte fino al disastro, ma loro, di qualunque partito, sono sempre lì a parlare e sperare di avere una poltrona
Di Giovanni Gelmini



Sono bastati 40 cm di neve. una nevicata annunciata, al Nord certamente non eccezionale in gennaio, senza particolari problemi di temperature basse, eppure per i sindaci è stata una cosa da strapparsi i capelli: inattesa, straordinaria, che ha messo a dura prova le “efficienti” strutture e fa fatto finire il sale!

- Ma come non c’è sale di scorta?
- No l’abbiamo ordinato, ma i mezzi che lo devono portare sono bloccati dalla neve!
- Ah già è vero, se lo si ordina quando la neve è già arrivata...

Ma come è possibile? Perché il sale non viene ordinato all’inizio dell’inverno e messo nei depositi per essere pronto all’uso, in caso di necessità, non dico tutto, ma almeno per garantire le strade pulite per più di una nevicata abbondante come quella che si è verificata? In tutti i paesi in cui la neve è un fatto normale si fa cosi, invece da noi gli ordini partono il giorno della neve! Eppure Bertolaso aveva fatto le cose giuste e sbotta "avevamo avvisato di aumentare le scorte di sale. È ovvio che le tante nevicate le hanno esaurite", e non sono state neanche tante!

L’acme si raggiunge a Milano, la capitale del Nord che ne è sempre l’emblema, specie per le cose che non funzionano. Ecco, il risultato è che le strade sono diventate inagibili, difficile circolare in auto, ma è anche una trappola per chi va a piedi: lastre di ghiaccio rendono pericoloso il deambulare e cumuli di neve e ghiaccio impediscono l’attraversamento: una città bloccata.
Le scuole sono aperte, perché il Sindaco Moratti vuole così, ma i disservizi sono enormi, perfino i pasti non arrivano. Ovviamente secondo il Sindaco la “colpa” è del presidente della Provincia, che aveva detto che le scuole dovevano restare chiuse, mah sarà, non sarà colpa dei politici incapaci di affrontare una normale situazione di difficoltà?

Ma perché è successa una cosa simile? La spiegazione è semplice e ce la da al TG3 Riccardo de Corato, il vice sindaco di Milano da una vita:“Con un milione e mezzo di euro è quello che possiamo fare, questo è quello che è stanziato nel bilancio e non possiamo fare di più perché il bilancio è limitato”. Vero, è proprio questa la giusta motivazione: il bilancio limitato.

Ma perché è limitato? È colpa del buon Dio o di chi stende il bilancio e lo approva? I fondi ci sono, ma i politici non li vogliono spendere per le manutenzioni fino a quando non avviene il disastro; anno dopo anno le poste di manutenzione nei bilanci vengono ridotte per far spazio a spese che siano visibili dagli elettori, che comportino “progetti” straordinari da esaltare in conferenze stampa, che facciano sognare e raccolgano consensi; poi si deve tenere anche conto delle spese di “consulenza” e le sovvenzioni ad associazioni, per fare contenti gli amici. Ecco che i fondi si debbono tagliare per le necessarie ed opportune manutenzioni. Cosi crollano i soffitti nelle scuole, si staccano cornicioni, cadono gli alberi, le asfaltature vengono ritardate e fatte male, la messa a “norma” degli edifici viene ritardata e non parliamo del risparmio energetico di cui i politici sanno solo parlare, ma non lo applicano mai agli edifici pubblici.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni. Basta guardare come è degradato il capitale edilizio dell’Aler, ma i cittadini non se ne accorgono e magari danno la colpa a chi abita in quelle case.

Però quando vengono toccati si scatenano e 40cm di neve non ripulita dovutamente generano la sommossa. una volta la cosa si sarebbe limitata a tanto mugugno, a qualche lettera al giornale e al sindaco, a un articolo in prima pagina, a una pistolettata di un consigliere di opposizione, che chiede le dimissioni del Sindaco, sapendo che non laotterrà, ma che spera di sostituirlo nella prossima tornata elettorale sullo scranno e che è pronto a comportarsi come lui sulle spese di manutenzione, a... risultato: quando la neve si scioglie e i marciapiedi spazzati, tutto torna come prima.

Quando arriverà il momento delle elezioni tutti si dimenticheranno di quanto è successo e guarderanno ammirati i progetti eclatanti di parchi stupendi, di grattacieli, di metropolitane efficienti, di... sogni che non saranno realizzati mai così.

Forse ha ragione Serge Latousche, a cui abbiamo dedicato alcuni articoli nel n°10 del 10/11/2005 n°10 del 10/11/2005: il vero problema è che la classe politica, che è l’unica ad avere in mano le leve per effettuare il cambiamento senza scossoni, in effetti non è in grado di gestire il cambiamento, perché troppo legata ad interessi particolari e subissata proprio dagli operatori di quei settori che invece dovrebbero ridurre la loro importanza se non addirittura scomparire. I nostri politici hanno già scelto una legge elettorale autoreferenziante, che impedisce nella realtà ai cittadini di scegliere chi li rappresenta e gli imprenditori, in particolare, con le posizioni prese dalla Marcegaglia, mostrano di essere più sensibili al vecchio che al nuovo.

Cosi è, anche se non ci piace



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