REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno V n° 6 GIUGNO 2009 - EVENTI Design a Milano |
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Il titolo deriva dalla definizione che Giulio Iacchetti stesso dà agli oggetti da lui selezionati per la mostra. Il designer definisce “disobbedienti” questi oggetti-manifesto, attribuendo loro un valore paradigmatico ed emblematico rispetto al corpus complessivo della sua produzione, che spazia da sedie a coltelli, da vasi a lampade, da rubinetti a divani e persino biscotti. Nei suoi progetti Iacchetti si interroga sempre sulla necessità di ampliare e rafforzare i processi di democratizzazione del design, in uno scambio dialettico fra cultura e mercato. In quest’ottica si inserisce anche la promozione di iniziative collettive e di progetti corali, che permettono di arricchire la progettualità attraverso nuovi stimoli e punti di vista. L’approccio del designer è concettuale. Prima che sugli oggetti Iacchetti lavora sulle idee. Cattura lo spirito del tempo e ne analizza le contraddizioni, creando oggetti capaci di essere generatori di senso e suggerendo scarti, cortocircuiti, contrasti. Gli oggetti “disobbedienti” di Iacchetti lanciano a volte feroci provocazioni (come per esempio lo spremiagrumi St. Peter Squeezer o il tavolino da caffè Vespa table), altre volte mettono in discussione la forma del mondo così com’è (come il mappamondo Odnom e la panchina-tettoia-rifugio Flexible Bench).
“Anche attraverso il design è possibile insinuare dubbi” sostiene Giulio Iacchetti. “Il dubbio appartiene alla tensione che guida il mio approccio al progetto: proporre un pensiero, lasciare un segno. Come, per esempio, lo stampino per il ghiaccio a forma di lingotto. Un piccolo oggetto d’uso quotidiano capace di suggerire l’idea che l’acqua è preziosa come l’oro, oppure Pollicino, tagliere per briciole provocatorio e integralmente inutile, che aiuta a riflettere con ironia sulla precarietà delle risorse alimentari e sulla loro ingiusta distribuzione nel mondo. Questi oggetti non cambieranno le sorti del pianeta, ma sono pur sempre portatori di un valore immateriale che trascende la mera oggettualità”. Giulio Iacchetti Oggetti Disobbedienti Triennale Design Museum Triennale di Milano, viale Alemagna, 6 29 maggio – 28 giugno 2009 Inaugurazione 28 maggio 2009, ore 18.30 A cura di Francesca Picchi Progetto grafico di Italo Lupi. Fotografia di Ramak Fazel. Progetto dell’allestimento di Matteo Ragni Catalogo Electa Le mostre del CreativeSet sono un progetto diretto da Silvana Annicchiarico Orari: martedì-domenica 10.30-20.30 giovedì 10.30-23.00 Ingresso: 8/6/5 euro con il biglietto del Triennale Design Museum Presso la biglietteria della Triennale di Milano è acquistabile T -Design Museum Card al costo di 14 euro. I possessori hanno diritto all’ingresso al museo per visitare la nuova interpretazione, Serie Fuori Serie, e tutte le mostre previste nel CreativeSet fino a febbraio 2010. Informazioni: tel +39 02 724341 fax +39 02 89010693 info@triennale.it www.triennale.it Biografia Giulio Iacchetti (1966) è industrial designer dal 1992. Alterna all’attività di progettista l’insegnamento in università e scuole di design. Dal 2008 insegna progettazione all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino-Università IUAV di Venezia. Nel corso degli anni ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali. Nel 2001, con Matteo Ragni, vince il “Compasso d’Oro” per la posata multiuso biodegradabile Moscardino che nello stesso anno entra anche a far parte dell’esposizione permanente del design al MOMA di New York. Per Coop Italia ha ideato e coordinato Design alla Coop, un progetto collettivo per portare il design nella grande distribuzione organizzata. Per Corraini Edizioni ha curato il libro Italianità, una raccolta di scritti su oggetti, simboli, odori, sapori e suoni che contribuiscono a formare l’identità del popolo italiano. I suoi progetti sono stati esposti in numerose mostre e musei, in Italia e all’estero; ha tenuto conferenze e seminari sul proprio lavoro e sul tema del design a Barcellona, Colonia, Edimburgo, Istanbul, Mosca, Osaka, Oslo, Porto, Salonicco, San Pietroburgo e San Paolo del Brasile. Attualmente è impegnato nella direzione artistica per importanti realtà produttive pur continuando a dedicarsi alla ricerca progettuale ed alla promozione di una nuova generazione di designer indipendenti. Giulio Iacchetti vive e lavora a Milano.
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