REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno V n° 6 GIUGNO 2009    -   FATTI & OPINIONI


Dallo stenografico della Camera dei Deputati
Paolo Gentiloni - (PD) -Dichiarazione di voto
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche



Signor Presidente, colleghi, credo che la Camera non possa ignorare il clima che c'è fuori di quest'Aula su questo provvedimento. Dentro questa Aula ho sentito interventi sintomo di nervosismo, al fuori di qui ci sono molte preoccupazioni, addirittura allarme sul voto che ci accingiamo a fare. I magistrati parlano di morte della giustizia penale, di indagini delle forze dell'ordine vanificate; i giornalisti e gli editori - questa volta insieme - parlano di attentato alla libertà di informazione, di violazioni gravi della libertà di informazione. Credo che queste preoccupazioni vadano prese molto sul serio, non meritano soltanto slogan truculenti ma una discussione seria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Penso che vadano prese sul serio, come hanno fatto i gruppi dell'opposizione che certo usano accenti diversi; l'Unione di Centro, l'Italia dei Valori, il Partito Democratico unitariamente hanno denunciato al Presidente della Repubblica l'importanza di quello che stiamo per votare.
L'allarme che c'è nel Paese riguarda la rinuncia sostanziale ad uno strumento come quello delle intercettazioni, uno strumento che si è rilevato in questi anni molte importante, in alcune indagini forse lo strumento più importante ed efficace per individuare i colpevoli. Si tratta di una rinuncia, onorevoli colleghi, visto che le intercettazioni non potranno più essere usate per cercare i colpevoli dei reati. L'individuazione dei colpevoli dei reati andrà fatta con altri strumenti, con mezzi più antiquati, meno efficaci e soltanto una volta individuati i colpevoli dei reati si potranno utilizzare le intercettazioni. Insomma, si potrebbe dire che le intercettazioni non si potranno usare quando servono e si potranno usare quando non servono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Penso che nessuno possa sottovalutare le conseguenze di una decisione di questo genere. Dice oggi il procuratore aggiunto della procura di Milano: «gli omicidi irrisolti cresceranno incredibilmente, sarà più difficile salvare vite umane». Sarà più difficile salvare vite umane. Vedete, ieri per esempio, il Ministro Maroni ha rivendicato giustamente il successo di un'operazione che ha smantellato un organizzazione transnazionale che organizzava il traffico di immigrati clandestini: lo smantellamento è avvenuto attraverso le intercettazioni, da domani non sarà più possibile.
Questa mattina l'onorevole Realacci ci ricordava l'importanza degli arresti avvenuti sullo smaltimento illegale dei rifiuti, che è un vero e proprio attentato alla nostra salute e all'ambiente. Quegli arresti sono avvenuti attraverso le intercettazioni, senza le intercettazioni da domani non saranno più possibili. Insomma, quanti rapinatori, quanti stupratori, quanti trafficanti di droga, quanti pedofili resteranno liberi e impuniti per colpa di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Colleghi della maggioranza, lo dico senza alcun tono minaccioso, sappiate che noi terremo la contabilità di questi numeri; noi racconteremo in questo Parlamento, nelle piazze, nei quartieri più difficili delle nostre città i risultati di questa legge che indebolisce l'azione delle forze di polizia e delle forze dell'ordine e non basteranno, onorevole Luciano Dussin, le frasi truculente, né basteranno le sparate, che mi sembrano segno di nervosismo, a mascherare questa realtà di un Paese che abbassa la guardia sul terreno della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La motivazione di questo abbassamento di guardia, di questo intervento - si dice - è la tutela della privacy: è in nome della privacy che ci si propone di abbassare la guardia sulla sicurezza, ma per onestà dovremmo dire che non si tratta della privacy di tutti. Chi ascolta questo dibattito alla Camera e magari oggi pomeriggio telefonerà alla propria figlia o ad un negozio del quartiere oppure ad un ufficio pubblico non teme di essere intercettato e di finire su un giornale, teme, piuttosto, per la propria sicurezza, cari colleghi. Non è in gioco la privacy degli inquilini delle case popolari, ma quella degli inquilini delle stanze del potere e anche delle stanze di qualche «villa».
Questa legge, onorevoli colleghi, nasce per reazione ad alcuni abusi, come ricordava poc'anzi l'onorevole Vietti, ed è vero. È vero che ci sono stati abusi nell'utilizzo e nella diffusione delle intercettazioni; è vero che questi abusi sono stati particolarmente gravi e intollerabili quando hanno riguardato persone del tutto estranee ai fatti e agli episodi, ma questa reazione, chiunque lo può vedere, non è una reazione bilanciata, è del tutto sproporzionata, spropositata, non solo perché non si possono intercettare quelli che non sono già individuati con gravi indizi come colpevoli, ma perché le intercettazioni durano solo sessanta giorni. Inoltre, non si possono effettuare le intercettazioni ambientali a meno che non le si faccia nel luogo in cui si sta commettendo un crimine: ma ci pensate cosa vuol dire questo? Tu devi sapere prima che lì si sta commettendo un crimine e invece di mandare la polizia a fare una retata, metti una cimice la quale però ti serve per individuare i primi indizi di un crimine, non per colpire nel momento in cui hai già la certezza che c'è una situazione criminosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Se si volevano colpire gli abusi bisognava allora lavorare su quelli, soltanto su quelli, e molto meglio di quanto si sia fatto e noi del Partito Democratico avevamo dato la piena disponibilità da questo punto di vista. Qui, invece, si azzerano le intercettazioni, ma non è detto, cari colleghi, che si azzerino gli abusi. Penso alle limitazioni alla libertà di stampa: non si potrà pubblicare alcunché fino alla fine delle indagini preliminari. Ciò vuol dire (e non parliamo qui di gossip) che se si tratta di un'indagine che riguarda una clinica degli orrori o la famosa Parmalat di cui parlava prima l'onorevole Luciano Dussin, o un politico corrotto, di questa indagine non si può parlare sui giornali, il cittadino non deve sapere nulla fino alla fine delle indagini preliminari, ossia per anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Onorevoli colleghi, stiamo parlando di anni per come funziona la giustizia dalle nostre parti! È un blackout che viene affermato minacciando i giornalisti con il carcere e gli editori con multe di centinaia di migliaia di euro e, tra l'altro, così modificando - lo segnalo en passant - il rapporto tra i giornali e i loro editori perché qui - attenzione - si chiede agli editori di farsi controllori dei contenuti di quello che pubblicano i giornali, non più i direttori responsabili, ma gli editori che rischiano centinaia di migliaia di euro dovranno andare in redazione a verificare cosa si pubblica e cosa non si pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Non sarebbe stato meglio, colleghi, concentrarsi allora sulle modalità delle udienze di stralcio per impedire che i materiali che non hanno nulla a che fare con le indagini finiscano pubblicate? O magari concentrarsi sul diritto di rettifica che i giornali ancora molto spesso non danno in modo adeguato e soddisfacente?
In conclusione, cari colleghi, la posizione della questione di fiducia indubbiamente ha strozzato la nostra discussione. Si tratta di una discussione che è andata avanti a lungo alcuni mesi fa, poi il testo è stato cambiato e nella parte conclusiva non abbiamo avuto i modi e il tempo per una discussione seria. A questo punto ci si propone una scelta molto semplice, elementare e radicale. Da una parte, una protezione di pochi, che sconfina con l'immunità e, dall'altra, la sicurezza di tutti. Voi ci proponete la protezione di pochi, ma noi scegliamo la sicurezza di tutti e per questa ragione questo provvedimento non avrà il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).



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