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 Anno V n° 6 GIUGNO 2009    -   MISCELLANEA


Un compleanno speciale
120 anni, ma la pizza Margherita non li dimostra
La città di Napoli festeggia i 120 anni della pizza Margherita, la ricetta che è diventata la pizza per antonomasia. La regina dei Savoia e quella della tavola protagoniste di una giornata speciale
Di Francesca Romana Rodigari


L’11 giugno di questo anno, la pizza ha compiuto gli anni, superando di un ventennio il secolo e proprio per questo, è stata festeggiata come una grande principessa, come la sovrana della tavola. L’iniziativa è stata promossa dall’assessore all’Agricoltura della provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli ed organizzata dal comitato composto dai fratelli Pagnani della pizzeria Brandi.
Alle ore 10.00, la piazza Trieste e Trento è stata svegliata dal suo torpore quotidiano, grazie al suono assordante dei tamburi. Per un attimo, tutti i passanti hanno fatto un tuffo nel passato, ritrovandosi improvvisamente nel XIX secolo.

Tamburini, nobili della corte, gentiluomini e dame dell’epoca che passeggiano per le strade.
In un clima festoso, si sono messi in marcia partendo da piazza dei Martiri per poi raggiungere via Chiaia, percorrendola, però, in senso inverso. Il corteo ha cercato di coinvolgere più gente possibile, con il suono delle loro percussioni. Il centro da cui si diramata la manifestazione è stata la pizzeria Brandi, dove sedici pescatori hanno offerto tranci di pizza. In piazza del Plebiscito si sono esibiti gli sbandieratori, e dinnanzi al Palazzo Reale ha parcheggiato la carrozza che ha portato la Regina Margherita. Una mattinata all’insegna del flolklore, dove passato e presente si sono fusi per dar vita a un spettacolo perfettamente in linea con il sentire partenopeo. Tra le aste delle bandiere che volteggiavano in aria nei loro colori che andavano dall’arancione al rosso, e i suoni dei tamburi che ritmavano lo spettacolo, si è risvegliato l’entusiasmo degli attenti osservatori, che si sono apprestati a fotografare il tutto, anche con la fotocamera del cellulare.

Le urla, tra i vicoletti hanno portato alla luce anche la superstizione e il gioco del lotto. Insomma, si sono “dati i numeri”. 1 l’Italia, 22 il pazzo, 23 lo scemo, 50 il pane, 82 la tavola imbandita, 90 la paura. Numeri che hanno arricchito l’atmosfera di un sapore in più, dove gli stessi, forse non erano gridati a caso. La passeggiata, naturalmente, è stata allietata dal sottofondo musicale. Sole e mandolino, forse stereotipi ed emblemi partenopei ma che per una ricostruzione storica non possono mancare.

La leggenda vuole che, nell’anno1889, la regina Margherita abbia invitato il pizzaiolo più famoso della città, nella reggia di Capodimonte, per assaggiare questa famosa pietanza popolare. Proprio in questa occasione creò un nuovo modello di pizza, ispirandosi ai colori della bandiera sabauda: il rosso del pomodoro, il bianco della mozzarella di Bufala e il verde del basilico, dedicandola alla regina.

Secondo la testimonianza del libro “Usi e costumi di Napoli”di Francesco De Bouchard, la pizza era esclusivamente di tre tipi: marinara, margherita e calzone. Questi in realtà sono i gusti classici, dopo la margherita, esiste quella con aglio, origano e pomodoro e quella ripiena con ricotta salame o prosciutto cotto. Nel corso dei secoli la pizza si è molto trasformata, e tanti hanno cercato di modificarla anche in modi strani e bizzarri, o hanno cambiato il modo di consumarla, dal tradizionale coltello e forchetta, seduti ai tavoloni di qualche antica pizzeria, al consumo in piedi, camminando per la strada, con la pizza piegata a portafoglio. L'alimento dal popolo napoletano, dopo 120 anni, riesce ancora a mettere d’accordo giovani e anziani, persone comuni, Vip e capi di stato. I tre fratelli Pagnani sono molto orgogliosi di esporre, nel loro locale, la lettera firmata dal Gran capo dei servizi di tavola di casa Savoia Camillo Galli inviata a Raffaele Esposito Brandi. Nel documento, un po' ingiallito dal tempo, si legge tutto l'apprezzamento della regina Margherita per la pizza. E’ un alimento di forte carattere popolare ma proprio per questo molto democratico: piace a tutti, grandi e piccini.



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