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 Anno V n° 7 LUGLIO 2009    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Il G8 è stato un successo, merito di chi?
Berlusconi ha piegato la stampa italiana e si è attribuito meriti inesistenti. La stampa ci riempie le orecchie e gli occhi di “gossip”, intanto passano le leggi che danno vigore al nuovo regime
Di Giovanni Gelmini



L’appuntamento con il G8 è passato e qualcuno ha tirato un gran sospirone: è andata bene! L’avvicinarsi di questo appuntamento è stato preceduto da un crescendo di accuse al Capo del Governo: l’affare “Noemi”, le confessioni della D'Addario, le foto di Villa Certosa. Cose non troppo sbandierate dalla stampa italiana, ma che invece hanno riempito i giornali esteri con vivezza di dettagli. Se la stampa italiana, su invito del presidente della Repubblica (o per l’invito, fatto da Berlusconi, a non commissionare la pubblicità alla stampa che lo denigra?), ha steso un velo pietoso su questi fatti, non così la stampa estera che è arrivata perfino ad accusare Berlusconi di incapacità organizzativa e che l’organizzazione del G8 era stata presa in mano da Obama stesso.

Quando si dice G8, il pensiero va subito a Genova e al disastro che c’è stato, che ha mostrato ampiamente l’incapacità di allora di gestire il tutto, alle azioni illecite svolte dalla polizia e alla figuraccia fatta dall’allora Governo Berlusconi e dall’Italia; questa volta all’Aquila è andato tutto liscio, nessuna manifestazione è andata oltre il consentito, neppure altrove. Certo è che Maroni si era già dimostrato un Ministro degli Interni capace e Manganelli è sicuramente un Capo della polizia all’altezza del suo compito.

Sotto l’aspetto politico si sa che il G8 è quasi inutile, è solo una vetrina dove i Capi di Stato fanno la loro danza rituale, ma questa volta sono apparsi segnali positivi. Il principale è che. sul problema del clima, anche se ovviamente nessun accordo è stato raggiunto, si è mostrata una convergenza di tutti sulla assoluta necessità di intervenire (però gli ambientalisti giustamente segnalano che è insufficiente). Vi è poi l’allargamento/ superamento del G8 al G14, che inserisce le economie emergenti, ma se il G8 non funziona, così non funzionerà neanche il G14.

Ma chi è stato il centro di attenzione e la spinta che ha sbloccato le ritrosie e le ambiguità? Non certo il discusso Berlusconi, ma “l’emergente” Obama. Alto, con un sorriso spontaneo, la sua persona affascina. Ma evidentemente la politica estera non la si fa solo con i sorrisi e con le strette di mano, la si fa con la capacità di fare proposte percorribili anche per l’avversario ed è questa la linea, vincente fino ad ora, di Obama. Sostituendo nella scena mondiale il rigido Bush, che ha mostrato l’assoluta ignoranza delle realtà del mondo e una intransigenza da fanatico, con il sorridente e disponibile Obama è ovvio che i rapporti tra i Capi di stato sono diventati più facili, al punto che perfino Lula, il duro antiamericano Capo di Stato brasiliano, si è lasciato andare a cordialità.

Ecco in poche parole il vero successo del G8 dell’Aquila. Berlusconi ha ragranellato solo qualche bella parola di convenienza da Obama, che invece si è sbracciato a favore del suo “controllore” il Presidente della Repubblica Napoletano. Ma la stampa è piena della soddisfazione di Berlusconi, siamo ormai nello stato della stampa di regime!

A proposito della “stampa di regime” è interessante sottolineare come troppo spesso si occupi di “gossip”, non che quello degli “affair” di Berlusconi sia solo gossip, ma continui a sottovalutare le leggi che passano dal Parlamento. Veline, spettegueles sul G8 e la ridicola proposta di Grillo (non dimentichiamo che il suo mestiere è far ridere) hanno occupato le pagine, mentre passava il decreto sicurezza, con tanti problemi sollevati giustamente da Napoletano.
Sono in discussione il decreto “intercettazioni”, che annulla praticamente l’azione di indagine e la possibilità della stampa di far conoscere l’immondezzaio della politica con gli annessi rapporti malavitosi, lo “scudo fiscale” che, malgrado gli emendamenti, permetterà alle mafie di far rientrare i loro capitali per investirli nell’economia reale (vedi recensione di “Per non morire di mafia” di Pietro Grasso in magazine giungo 2009), la riforma del processo penale, in arrivo, che, secondo il CSM, ha ben quattro motivi di incostituzionalità; tra questi la cancellazione dell’obbligo dell’azione penale per i PM, che li sottopone così alle pressioni e al controllo del potere.

E così, passo, passo questa legislatura di Berlusconi ha introdotto il “regime”, modificando le leggi ordinarie ed evitando il referendum costituzionale che mai avrebbe potuto superare, e ha usanto un Parlamento assai poco sovrano, visto l’uso smodato del decreto legge e della fiducia. Ora resta solo la Corte Costituzionale a poter contrastare queste leggi, ma credo ci sia poco da sperare perché anche lì, l’indipendenza della magistratura sembra ormai essere un mito.



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