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 Anno V n° 8 AGOSTO 2009    -   MISCELLANEA


La nouvelle cuisine di Leonardo da Vinci
Insalata leonardesca (piatto unico?)
Un poco di storia non fa male e può dare ottime idee
Di Cricio


Secondo Leonardo da Vinci, questa ricetta è per coloro che hanno mangiato cibi troppo sostanziosi per troppi giorni, e il loro stomaco necessita di una pausa.

Avranno bisogno di:

un'albicocca
una carota
una cipolla di Venezia
un ravanello di Cremona
fagiolini verdi di Tesco
olive verdi
un uovo di gallina ben sodo
un piccolo topo bianco

Preparazione:
Lava, pela e sbuccia tutto per bene, ma non cuocere nulla in alcun modo. Taglia tutto a fette e dadini, e prepara un piatto dove due cibi di colore uguale non si tocchino mai. Il piatto è sufficiente al sostentamento del corpo.

Osservazioni:
Si tratta quindi di una insalata abbastanza “normale”. Interessanti sono le indicazioni che possono valere anche oggi. Non mescolare i prodotti, ma accostarli prestando attenzione ai colori e non accostare prodotti con colori simili.
La lettura pone però alcuni dubbi: i fagiolini crudi, anche se mi assicurano che sono mangiabili, forse è meglio scottarli a vapore, ma si sobbalza a leggere “un piccolo topo bianco” e per di più crudo!

Anche chi riporta questa ricetta (Shelagh e Jonathan Routh, Note di cucina di Leonardo da Vinci, vedi recensione) esprime questo dubbio:
Certo, c'interroghiamo tutti a proposito di questo topolino bianco. Deve essere lavato, pelato e sbucciato?
Leonardo ha davvero intenzione di tornare alle decadenti abitudini della Roma imperiale? Nella copia del nostro MS, usa la parola 'topo', proprio un topo quindi, non un'alce altrimenti avrebbe scritto 'alce' (gioco di parole fra i termini inglesi 'mouse', topo, e 'mousse', alce. N.d.T.).
Possiamo solo ipotizzare che in questo caso dietro la parola 'topo' ci sia un errore di scrittura e che Leonardo volesse intendere 'toppo', cioè un tronco, un ciocco di legno - pensiamo agli esperimenti fatti col povero Salai, costretto a fare una dieta completamente a base di erba e alberi per dimostrarne i benefici, e per arrivare alla conclusione che solamente l'albero di palma era commestibile, o piuttosto il cuore della palma, già mangiato ai tempi di Roma antica - che sarebbe perfettamente coerente con questo piatto di crudo.”


Dovendo preparare oggi questa ricetta, se non si vuole seguire l’interpretazione dei Routt, si potrebbe sostituire il “topo” con poco petto di pollo tagliato a sottili filetti e cotto a vapore. Accompagnerei il tutto con un poco di olio extravergine d’oliva del Garda e del lago d’Iseo.
Ancora un consiglio: per rendere più digeribile la cipolla, dopo averla affettata, lasciarla riposare per una decina di minuti in succo di limone allungato con un poco d’acqua. Questa operazione elimina alcuni componenti, contenuti nella cipolla, che la rendono poco digeribile



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