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 Anno V n° 8 AGOSTO 2009    -   PRIMA PAGINA


Mafia e potere
Cercasi “Faccia da cavallo”
La sindrome “Riina - Ciancimino” imperversa, confessioni e misteri, ma è solo fumo o c’è anche arrosto?
Di Giovanni Gelmini



È scoppiata la sindrome “Riina - Ciancimino”. Confessioni riscontri, il mistero della sim scomparsa attirano la curiosità di tutti. Ma cosa c’è di vero? È veramente possibile che i tre processi “Borsellino” siano stati fuorviati da un falso pentito?

Certo tutto è possibile, ma è anche altrettanto possibile il contrario, cioè che tutta quest’operazione sia solo un moto per fare molto fumo e un serio tentativo di screditare il sistema dei pentiti, che, volenti o nolenti, ha permesso di arrestare tanti boss mafiosi. Ma allora tutto quello che è uscito in questi giorni sui giornali è da ritenere una pura fantasia? Forse no! Può anche essere un quadro reale in cui sono inseriti elementi non veri, inventati ad hoc per creare il caos. In ogni caso, sia che sia vero, sia che non lo sia, tutto appare molto inquietante.

Alcuni punti sembrano essere molto chiari.
Per prima la collusione tra certi ambienti politici e la mafia (o meglio “le mafie”). Questo inizia dalla fine della seconda guerra mondiale. chi non ricorda il periodo di Salvatore Giuliano?
Qualche giorno fa, il procuratore antimafia Pietro Grasso ha dichiarato a Cortina d’Ampezzo “Il rapporto tra la politica e la mafia è come quello fra i pesci e l'acqua”.

Oggi in troppi siedono in parlamento e sui banchi del governo sospettati di collusione con la mafia, sospetti mai completamente messi a tacere o superati troppo spesso con un’assoluzione per prescrizione dei reati ascritti.

Se il potere politico è coinvolto, è credibile anche l’altro fatto che appare molto realistico: il coinvolgimento dei servizi segreti. La presenza di un uomo che ha il volto deformato, che farebbe parte di un apparato di sicurezza dello Stato, chiamato da qualcuno “faccia da Cavallo”, non è solo nelle dichiarazioni di Ciancimino Jr, ma in altre testimonianze non legate fra di loro e non solo di “pentiti”.

Troppo spesso i nostri servizi segreti si sono distinti per aver “pasticciato” con le stragi, certo Piazza Fontana n’è un esempio e troppe sono le stragi in Italia che sono rimaste impunite o i cui processi non hanno fatto piena luce sui responsabili. E infine torna alla mente l’organizzazione “Gladio”, di cui gli Italiani sanno troppo poco; non è certo chiaro se tutto quello che ha fatto sia corretto.

Non illudiamoci, non è certo venuto il momento oggi che i veli si squarcino e si scoprano le tante verità occultate; troppo potere è in mano a chi non vuole che la verità si scopra.



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