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 Anno V n° 11 NOVEMBRE 2009    -   FATTI & OPINIONI


Dichiarazioni di voto - Camera dei Deputati Resoconto stenografico Seduta n. 249 di mercoledì 18 novembre 2009
Intervento di Leoluca Orlando (IdV)



Onorevole Presidente della Camera che ancora c'è e che viene ogni giorno mortificata, perché qualcuno al Governo vorrebbe che non ci fosse poiché la considera una presenza fastidiosa, siamo in presenza, onorevole Presidente della Camera che ancora per fortuna c'è, di uno stravolgimento e di una mortificazione del ruolo del Parlamento. Ancora una volta una votazione blindata dalla posizione della questione di fiducia, ancora una volta un pretesto per affrontare problemi diversi da quelli che interessano il Paese. Onorevole Iannaccone, non è l'acqua un pretesto, tutto il contrario: è l'Europa un pretesto per consegnare l'acqua nelle mani di speculatori mafiosi, camorristi e multinazionali (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

La legge comunitaria non si approva di regola per decreto-legge, la legge comunitaria si approva per dar corso ad obblighi comunitari e dar seguito a sentenze, non certamente per inserire, in nome di questo pretesto europeo, norme sulla sicurezza ferroviaria con modifica della giurisdizione, norme sul codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, norme sul e sui prodotti italiani, norme sulla liberalizzazione della Tirrenia, norme sul federalismo nelle infrastrutture (sarebbe interessante sapere l'opinione della Lega, se è vero come è vero che in queste norme sul federalismo delle infrastrutture vengono del tutto escluse le competenze delle regioni), norme sul risarcimento dei danni ambientali. Non si tratta, con questi interventi, di dar corso ad infrazioni o comunque non vi è certamente l'urgenza: si tratta invece di un ricorso assurdo e spregiudicato alla fiducia.

Con riferimento in particolare al tema dell'acqua siamo in presenza di una vera e propria scelta che costringerà l'acqua ad essere privata. Si impone una tagliola e si impone una tagliola non soltanto con riferimento all'acqua e alla sua gestione: è veramente ipocrita fare una differenza tra proprietà pubblica e gestione privata. Infatti, ditemi in cosa consiste la gestione privata, se non esattamente nel controllo monopolista di questo bene, che essendo un bene che non ha alternative - a differenza del petrolio piuttosto che della carne o della frutta - sostanzialmente realizza un doppio monopolio: un monopolio del soggetto privato che gestisce ed un monopolio per la natura del bene che viene gestito.

Abbiamo espresso la nostra convinzione in merito all'acqua e la esprimiamo anche in sede parlamentare, sostenendo un provvedimento, che vede come relatore un esponente dell'Italia dei Valori, l'onorevole Scilipoti, che corrisponde esattamente all'azione promossa dai cittadini che hanno presentato un progetto di legge d'iniziativa popolare; ma se non vanno avanti i progetti di legge di iniziativa parlamentare, figuratevi se verrà consentito a un provvedimento d'iniziativa popolare di avere corso in questa Camera, che ancora c'è e che qualcuno vorrebbe non ci fosse. Con riferimento al tema dell'acqua, rispetto al quale si provvede all'intimazione e all'obbligo sostanziale di privatizzare, ci si muove in assoluta controtendenza con l'Europa, se è vero, come è vero, che il Belgio è ancora in Europa e l'acqua viene gestita da società per azioni in house tutte in mano ai comuni e se è vero, come è vero, che in Svizzera, noto Paese comunista, l'acqua e le reti idriche sono monopolio dello Stato non suscettibile di privatizzazione. Negli Stati Uniti d'America rifiutano di privatizzare la gestione della rete idrica tutti coloro che in quel Paese ricoprono incarichi di responsabilità e, infatti, in quel Paese l'acqua viene gestita dai municipi. Lo stesso avviene nei Paesi dell'America latina.

È notizia di questi giorni la conferma della decisione del sindaco di Parigi che ha disdetto il contratto con le multinazionali Veolia e Suez, in scadenza il 31 dicembre 2009. L'acqua a Parigi verrà gestita da un nuovo ente pubblico, Eau de Paris, e la città risparmierà trenta milioni di euro l'anno, bloccando inoltre le tariffe.

Questi dati dovrebbero essere sufficienti per rendersi conto di quale misfatto si renda responsabile questo Governo con questo decreto-legge e con la questione di fiducia che è stata posta, che strozza il dibattito parlamentare e blinda l'intervento.

Nella storia di questo Paese è noto a tutti come sia proprio nel controllo dell'acqua che si è costruito il controllo del territorio da parte delle organizzazioni criminali. Adesso realizziamo un'operazione più sofisticata: consegniamo questo bene essenziale non più a criminali con la lupara e con la coppola, ma parimenti a criminali che appartengono a multiutilities o a multinazionali. Credo che tutto questo sia inaccettabile ed è la ragione per la quale non soltanto voteremo con grande convinzione il nostro «no» alla fiducia, ma presenteremo degli ordini del giorno affinché sia chiaro in quest'Aula da che parte sta chi vuole aiutare gli speculatori, in danno dei cittadini che vedranno le tariffe aumentare in progressione pari agli interessi speculativi, e chi sta, invece, dalla parte di chi vuole che l'acqua sia un diritto, come è giusto che sia, e in quanto tale non oggetto di mercato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).



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