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Considerazioni dopo le primarie

Che PD?

L'elezione di Bersani propone una nuova faccia del PD, ma molti sono i punti a cui il nuovo segretario deve dare risposta per realizzare ciò.

Di Giovanni Gelmini

Si sono spente da poco le luci sulle primarie del PD con la vittoria, quasi scontata, del massiccio Bersani, ben diverso dal gelatinoso Veltroni e da Franceschini, che ha tentato con grinta di raddrizzare la barca del PD, ma certo la sua azione non ha avuto né i tempi, né la forza di realizzare ciò.

Bersani appare come un uomo duro e capace, che mantiene le promesse; forse è proprio quello che gli elettori di sinistra chiedono al PD: essere chiaro e perseguire gli scopi senza farsi distrarre dalle sirene che chiamano e che si prefiggono di far arenare l'opposizione su spiagge dorate. Bersani ha definito il PD che pensa:”Né liquido né gassoso. Si deve dire Partito democratico e basta.”. Di certo gli elettori sono stufi e preoccupati di un PD evanescente, mentre Berlusconi sembra inarrestabile, e sono convinti che la sua azione stia minando, non solo la democrazia, ma anche quel benessere diffuso che era stato conquistato con sudore con gli anni '50.

Non credo che bastino parole e promesse, occorrono fatti. Se Bersani sarà capace di superare l'ostruzionismo al cambiamento, che, da quando è caduto il muro di Berlino, sembra essere il live-motif della “sinistra riformista”, potrà raggiungere l'obiettivo che ha annunciato. Per convincere si deve cambiare il modo di lavorare, c'è ancora troppa nebbia e in molti storcono il naso a sentir parlare di D'Alema, non perché sia una persona incapace, anzi è sicuramente molto bravo a capire le situazioni e a preparare strategie politiche, ma in tanti si chiedono dove portano le sue strategie, visto che è sempre stato in mezzo a nebbie di inciuci. In troppi pensano che sia poco chiaro il suo rapporto con Berlusconi e che con D'Alema sia cresciuto dal 1994 il potere dell'attuale Capo del Governo.

Le domande della gente sulla parentesi dell'ultimo governo Prodi, sono semplici ed attendono una risposta da ormai troppo tempo .

  • Perché non si è affrontato il conflitto di interessi?
  • Perché non sono state abrogate le cosiddette leggi ad personam?
  • Perché non è stata abrogata l'ignobile legge elettorale che dà in mano alle segreterie la scelta di chi deve entrare nel Parlamento?
  • Perché si sono imbarcati nell'alleanza personaggi come Dini, Mastella che si sapeva erano troppo vicini al centro destra e che hanno causato la caduta di Prodi?
  • Perché si sono mantenuti “in forze” personaggi ricattabili e compromessi (n.d.r non parlo certo di Marrazzo!)?

Queste sono le domande a cui si deve rispondere con fatti precisi e misurabili se si vuole essere una vera alternativa di governo. La gente è stufa di votare tappandosi il naso; ricordiamoci che chi si astiene rappresenta ormai il partito di maggioranza.

Si parla di rinnovamento, ma le facce che si vedono sono sempre le stesse. Per me è stato emblematico l'accesso al voto per le primarie: a gestire il tutto c'erano faccie che vedo da 40 anni sedute sui quegli scranni; hanno governato in Comune come assessori della DC, hanno portato la DC allo scollamento con l'elettorato e alla distruzione, alla vittoria della Lega, ora quasi invincibile, ma loro sono ancora lì a tenere stretta la loro sedia senza più gambe. Se si chiede perché, ti dicono che non c'è nessuno, che dietro a loro c'è il vuoto e non si accorgono che sono loro che creano il vuoto.

È ora di fare pulizia, non le purghe, ma chiedere coerenza agli iscritti per dare fiducia agli elettori e invitare alla “pensione” chi ha già fallito politicamente.

Non mi sono certo meravigliato che Rutelli si preoccupi di uno spostamento a sinistra dell'asse del PD, l'avevo previsto e già scritto( Spaziodi Magazine - LUGLIO 2007  “Ed ora è il tempo di Veltroni” ) che avrebbero dovuto esserci delle fuori uscite verso la sirena del “grande centro”, ma mi preoccupa invece il tentativo oggi di rincorrere queste schegge, mi preoccupa che D'Alema si proponga di fare da mediatore. Questi personaggi che non sono “riformisti”, ma “opportunisti” è bene che escano, solo così il PD potrà pensare di essere credibile alla faccia di quel 30% di elettori che non lo vota o che lo vota tappandosi il naso.

A questo punto mi sembra giusto fare un augurio a Bersani, persona che ho avuto modo di conoscere e che stimo, un sincero augurio di buon lavoro e di riuscire a creare finalmente un PD sincero ed affidabile.

Argomenti:   #attualità ,        #berlusconi ,        #bersani ,        #dalema ,        #opinione ,        #pd ,        #politica



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