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 Anno V n° 12 DICEMBRE 2009    -   FATTI & OPINIONI


Dal resoconto stenografico della Camera dei Deputati Seduta n. 258 di martedì 15 dicembre 2009
Intervento del ministro degli interni On. Roberto Maroni
Informativa urgente del Governo sull'aggressione ai danni del Presidente del Consiglio che ha avuto luogo il 13 dicembre 2009 a Milano



Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero innanzitutto rinnovare anche qui, nella sede più solenne, lo sdegno mio personale e di tutto il Governo per la gravissima aggressione di cui il Presidente del Consiglio è rimasto vittima nella serata di domenica a Milano. A lui va la mia incondizionata solidarietà e vicinanza con l'augurio che possa al più presto tornare a svolgere la sua preziosa attività alla guida del Governo (Applausi).
L'eccezionale gravità dell'accaduto richiede una puntuale ricostruzione dei fatti. Nel pomeriggio di domenica scorsa, in occasione dell'apertura della campagna di tesseramento, il Popolo della Libertà ha organizzato una manifestazione in Piazza Duomo a Milano, in un'area che, soprattutto in vista delle prossime festività natalizie, è particolarmente frequentata. L'iniziativa si è svolta in una zona retrostante il Duomo e contigua a Corso Vittorio Emanuele, dove era stato allestito il palco per gli oratori e prevedeva la presenza di numerose autorità, tra cui il sindaco di Milano, il presidente della regione Lombardia, numerosi Ministri e il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Alla manifestazione hanno partecipato oltre 10 mila persone, essa è iniziata intorno alle 17,15 e il Presidente del Consiglio è arrivato sul posto intorno alle 17,40. Fin dall'inizio le forze di polizia impiegate nel servizio di ordine pubblico hanno rilevato la presenza in piazza di un centinaio di persone che contestavano la manifestazione e il Governo. I contestatori sono stati subito fronteggiati dai reparti di polizia schierati sul posto che li hanno fatti arretrare fino in Piazza Duomo, angolo via Santa Radegonda. L'intervento dei reparti scongiurava ogni contatto tra i contestatori e i manifestanti, evitando ulteriori scontri e più gravi turbative allo svolgimento della manifestazione. Un altro gruppo di quattro, cinque persone, anche essi contestatori, si era posizionato sotto il palco all'esterno delle transenne, innalzando bandiere del Popolo della Libertà. All'arrivo del Presidente del Consiglio, dopo aver abbandonato le bandiere, il gruppo ha tentato di srotolare a favore delle telecamere uno striscione con una scritta ingiuriosa nei confronti del Presidente del Consiglio. Anche questo tentativo veniva scongiurato dal pronto intervento degli operatori di polizia presenti che riuscivano ad evitare che la provocazione potesse generare episodi più gravi.

Il Presidente del Consiglio, dopo aver chiamato sul palco i Ministri presenti, il sindaco di Milano e il presidente della regione Lombardia, chiudeva la manifestazione e intorno alle 18,35 raggiungeva l'area immediatamente retrostante il palco, ove erano state disposte, ad attenderlo, le autovetture del dispositivo di sicurezza. A questo punto, il Presidente, prima di ripartire, ha deciso di fermarsi per rispondere alle domande di alcuni giornalisti e per salutare i numerosi cittadini posizionati dietro le transenne predisposte per recintare la zona retrostante il palco. È proprio in questa occasione che, alle spalle dei giornalisti e delle persone che salutavano il Presidente, confuso tra la folla, una persona, successivamente indicata come Massimo Tartaglia, di 42 anni e residente a Cesano Boscone, con un'azione improvvisa lanciava contro il Presidente Berlusconi un oggetto in alabastro, riproducente il duomo di Milano e da lui comprato in precedenza in un chiosco della piazza. Il Presidente Berlusconi veniva colpito al volto, tra la bocca e il naso, riportando gravi ferite e un vistoso sanguinamento. Portato immediatamente presso l'ospedale San Raffaele per le necessari medicazioni, è stato successivamente ricoverato con una prognosi di venticinque giorni per ferite lacero-contuse al labbro superiore e distacco della porzione più distale della spina nasale ed osso mascellare di sinistra. L'aggressore è stato immediatamente bloccato da un operatore del servizio di sicurezza e del personale del locale commissariato di polizia. Accompagnato in questura subito dopo il fermo, è stato interrogato dal pubblico ministero Armando Spataro che ne ha disposto l'arresto per il reato di lesioni volontarie aggravate dalla qualità di pubblico ufficiale della persona offesa e dalla premeditazione. Il Tartaglia, come da lui stesso dichiarato in sede di interrogatorio, si trovava in prossimità del luogo della manifestazione già dalle ore 11 del 13 dicembre, proprio in preparazione del suo folle gesto. In particolare, la premeditazione risulta provata anche dalla circostanza che l'aggressore è stato trovato in possesso di una bomboletta spray al peperoncino e di altri oggetti contundenti, astrattamente idonei a ledere persone tra cui un crocifisso in materiale resinoso. Il Tartaglia ha dichiarato di non appartenere a gruppi politici organizzati, né di frequentare centri sociali, ma di aver agito da solo, spinto dalla rabbia che da tempo covava dentro di sé nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri. Dai primi accertamenti è risultato che l'aggressore celibe, incensurato e destinatario unicamente di un provvedimento di revoca della patente di guida per sopravvenuta mancanza dei requisiti e da molti anni in cura per problemi psichici di tipo paranoico, ha problemi di lavoro nonché grosse difficoltà relazionali con i genitori. Al momento sono ancora in corso le indagini da parte della polizia giudiziaria e il Tartaglia è stato condotto presso il carcere di San Vittore.

La gravità dell'episodio mi ha indotto a incontrare personalmente, nella mattinata di ieri presso la prefettura di Milano, i rappresentanti delle forze dell'ordine. Ho voluto, infatti, subito effettuare un'accurata ricostruzione dei fatti per verificare se il sistema di gestione dell'ordine pubblico durante la manifestazione fosse stato predisposto ed attuato secondo le regole che devono essere rispettate in casi del genere. Dopo aver ascoltato i rappresentanti delle forze dell'ordine, mi sono convinto che ciò sia avvenuto e che nessun rilievo possa essere mosso ai responsabili dell'ordine pubblico milanese. I dispositivi attuati hanno anzi consentito di sventare, come prima ricordato, un tentativo di violenta contestazione al Presidente del Consiglio proprio sotto il palco. Ricordo che, in occasione di ogni visita o impegno pubblico del Presidente del Consiglio, vengano preventivamente effettuati sopralluoghi da parte del personale della questura in stretta collaborazione con il personale dell'AISI, l'Agenzia per la sicurezza interna, a cui compete direttamente la responsabilità della sicurezza e della protezione istituzionale del Presidente del Consiglio. Vengono, altresì, disposti minuziosi servizi di bonifica preventiva sui percorsi e sui luoghi interessati, nonché specifici servizi di osservazione riservata a vigilanza da parte del personale della DIGOS.

I luoghi che saranno visitati dal Presidente del Consiglio vengono già dalla giornata precedente debitamente sorvegliati mediante l'istituzione dei servizi di vigilanza fissa. Vengono altresì allertati tutti i servizi di vigilanza in corso ed attivate tutte le fonti informative, al fine di individuare preventivamente, anche mediante il monitoraggio della rete Internet, eventuali iniziative di contestazione e protesta, al fine di predisporre le opportune contromisure.

A questo proposito, mi sono immediatamente attivato ieri sera, dopo aver visto in televisione un servizio che denunciava la possibile individuazione del Tartaglia da parte di due persone che avrebbero segnalato il fatto ad una pattuglia della polizia, servizio dato con grande evidenza. Ho chiesto al Capo della polizia e al questore di Milano di prendere immediatamente contatti con tali persone, che sono state condotte in questura, dove hanno reso una deposizione, che si sono peraltro rifiutati di firmare, da cui risulta, contrariamente a quanto è apparso in televisione, che avrebbero effettivamente contattato un agente di polizia, segnalandogli semplicemente che vi era una persona matta che disturbava i passanti, senza fare alcun riferimento alle frasi da questi pronunciate nei confronti dell'onorevole Berlusconi.

La sicurezza personale, inoltre, curata dal personale dell'AISI è sempre supportata a largo raggio anche da personale della questura, che opera in abiti civili a loro stretto contatto. Il compito delle forze dell'ordine in situazioni come quella attuale è di particolare delicatezza e complessità: coniugare in ogni momento la doverosa garanzia della libertà di manifestazione del pensiero di chiunque con l'altrettanto doverosa esigenza di tutelare la sicurezza e l'incolumità dei rappresentanti delle istituzioni e di tutti i cittadini. È proprio la ricerca di questo delicato punto di equilibrio che contraddistingue l'impegno delle forze dell'ordine in circostanze come quelle vissute domenica pomeriggio in piazza del duomo a Milano. Ma l'asprezza dei toni che la dialettica politica recentemente ha assunto e più in particolare la progressiva e crescente campagna contro la persona del Presidente del Consiglio dei Ministri (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud), che in molti casi travalica le regole del legittimo confronto democratico, finisce spesso per innescare una pericolosa spirale emulativa. Dopo la gravissima aggressione di domenica, è ripresa la proliferazione su alcuni social network, come facebook, di gruppi che inneggiano all'aggressore del Premier e che, come già accaduto nel recente passato, incitano alla violenza nei confronti di Berlusconi. L'autorità giudiziaria è già stata attivata al riguardo, ma stiamo valutando ogni possibile iniziativa, anche legislativa, per procedere all'oscuramento di quei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Unione di Centro e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud), con effetti che tutti purtroppo abbiamo visto. Finora i tentativi in sede parlamentare...

Furio Colombo. Come la Cina!
Presidente. Onorevoli colleghi, vi prego.
Edmondo Cirielli. Vergognati! Hai firmato contro Calabresi.
Presidente. Onorevole Cirielli..
. Valentina Aprea. Come fanno negli Stati Uniti!
Roberto Maroni, Finora i tentativi in sede parlamentare di introdurre nel nostro ordinamento norme efficaci in tal senso hanno dovuto segnare il passo rispetto alle difficoltà di individuare interventi mirati ad oscurare solo i gruppi che pubblicano messaggi violenti, senza coinvolgere la generalità degli utenti dei social network, che utilizzano le opportunità delle moderne tecnologie della rete per fini assolutamente leciti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

Sto pertanto valutando soluzioni idonee, che intendo sottoporre al prossimo Consiglio dei Ministri, che siano compatibili con tali esigenze, grazie anche all'esperienza operativa maturata dal servizio della polizia postale e delle comunicazioni, già proficuamente attivo nel monitoraggio della rete per l'individuazione dei siti e delle pagine web che inneggiano alla violenza.

È proprio grazie ai proficui contatti tra il servizio della polizia postale e delle comunicazioni e la società statunitense proprietaria di facebook che è stato possibile intervenire nello scorso mese di ottobre per rimuovere i messaggi che anche in quell'occasione istigavano alla violenza contro il Presidente del Consiglio.

Sono infine in corso approfondimenti di livello tecnico per verificare la possibilità di iniziative legislative per contrastare più efficacemente gli episodi di violenza in occasione di manifestazioni pubbliche, sempre in un quadro di compatibilità con l'ordinamento vigente, sulla falsariga di quanto già avviene per combattere la violenza negli stadi.

Il Governo nella sua collegialità e il Ministro dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, si sentono attivamente impegnati a garantire la sicurezza di tutti i cittadini e di tutti i rappresentanti istituzionali, a partire dalle più alte cariche dello Stato, nell'interesse del regolare svolgimento della vita democratica del Paese e, in particolare, dell'imminente campagna elettorale per le prossime elezioni regionali e amministrative.

È auspicabile, al riguardo, che gli stessi temi della sicurezza delle più alte cariche istituzionali e di tutti i cittadini non rappresentino un ulteriore motivo di dannosa e strumentale polemica politica. È proprio per questo che occorre raccogliere l'invito del Presidente della Repubblica affinché, pur nella diversità delle varie posizioni politiche, si fermi la pericolosa esasperazione della polemica politica e si torni al più presto ad un normale e civile confronto tra le diverse parti e tra le diverse istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud, Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico).



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