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 Anno VI n° 1 GENNAIO 2010    -   FATTI & OPINIONI


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No al nucleare in Sicilia!
Esulta Legambiente, anche perché la decisione all’Ars è stata presa all’unanimità
Di G.G.



Rinnovabili ed efficienza sono le vere opportunità per l’Italia Una scossa di terremoto in Sicilia? Si è facile, ma di terremoto politico forse anche prevedibile, a differenza di quelli geologici.

Il fatto lo descrive il comunicato dell’ANSA “La Sicilia boccia il nucleare. L’Ars approva un odg che impegna il governo di Lombardo a contrastare qualsiasi ipotesi di installazioni. Il provvedimento e’ stato votato da tutti i parlamentari, di maggioranza e opposizione.” Il fatto di rilievo sembra essere che anche Lombardo, dopo i primi interventi, si sia espresso in modo favorevole affermando “Vedo che c'è un'ampia convergenza sul tema del nucleare. Ci batteremo perché in Sicilia non si parli nemmeno lontanamente di nucleare.” Fino ad oggi Lombardo sosteneva la tesi del referendum. Il significato politico di questo voto è tutto da analizzare.

Ovviamente esulta Legambiente che per bocca del suo presidente per la Sicilia, Mimmo Fontana, dice: “Anche il Governo Lombardo si schiera contro il nucleare, seppur in ritardo rispetto alle altre regioni d'Italia. Ma la notizia ancora più importante è rappresentata dal fatto che l'intero arco parlamentare ha approvato all'unanimità l'ordine del giorno che impegna il governo di Raffaele Lombardo a contrastare qualsiasi ipotesi di installazioni di centrali nucleare nell'isola. Come avevamo ampiamente previsto e sempre sostenuto, il tanto sbandierato consenso sulla strategia del nucleare del governo Berlusconi si scioglie come neve al sole all'approssimarsi della scelta della localizzazione degli impianti”.

È stato più volte sottolineato come il nucleare sia una scelta sbagliata e fuori tempo, dettata solo da interessi di chi ha investito nel nucleare di terza generazione francese, che non decolla, e così ci vuole addossare i costi e i rischi.

Sempre Legambiente, per bocca del suo presidente nazionale, Vittorio Cogliati Dezza, aveva ieri ricordato come le rinnovabili sono meglio, non solo per l’ambiente , ma anche per l’occupazione. ““A parità di investimenti, l’efficienza energetica e le rinnovabili sono capaci di creare 15 posti di lavoro per ognuno nel nucleare. In meno di 10 anni, il settore delle rinnovabili in Germania ha creato oltre 280.000 posti di lavoro tra diretto e indotto. In Italia, al 2020 con la diffusione delle rinnovabili si potrebbero creare dai 150 ai 200mila nuovi posti di lavoro. Questa sarebbe una reale occasione per lo sviluppo industriale e occupazionale del Belpaese”.

Cogliati Dezza ha anche smentito che il nucleare possa servire per differenziare le fonti energetiche e ha ricordato come da uno studio del CESI “Ricerca del 2008”, si è dimostrato che con la costruzione di 4 reattori EPR di terza generazione evoluta da 1.600 MW l’uno, risparmieremmo, dal 2026 in poi, appena 9 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale, pari al 10% dei consumi attuali e al contributo di un rigassificatore di media taglia.

Nuovi impianti nucleari sono previsti soprattutto in Cina, Russia, India e Corea del Nord, dove il mercato elettrico è tutt’altro che libero.

Barack Obama ha tagliato i fondi federali per il sito di Yucca Mountain e non ha stanziato neanche un centesimo di dollaro per il nucleare di oggi, mentre finanzierà la ricerca sulla quarta generazione, mentre Angela Merkel, nel programma del nuovo governo di centro destra, non prevede la costruzione di nuove centrali nucleari in Germania, ma solo l’allungamento della vita di quelle esistenti. “Quali studi segreti in possesso del nostro Governo giustificherebbero il ritorno a questa tecnologia rischiosa e vetusta? Certo non le motivazioni economiche - si chiede Cogliati Dezza – ampiamente superate dallo sviluppo di un modello energetico moderno e innovativo, basato sull’efficienza e la sostenibilità. Smettiamola con le dichiarazioni ideologiche e con le previsioni fantastiche e cominciamo a promuovere sul serio una rivoluzione energetica sensata e pulita che ci permetta finalmente di raggiungere gli obiettivi europei al 2020, mettendoci al riparo anche dall’ennesima sanzione economica da parte dell’Ue”.



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