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 Anno VI n° 2 FEBBRAIO 2010    -   RECENSIONI


Letto per voi
“Malascuola” di Claudio Cremaschi
Un libro da leggere prima di parlare di “riforma e contro riforma” della scuola
Di Giovanni Gelmini



Il sottotitolo è emblematico: “Se io fossi il ministro dell'istruzione raddoppierei lo stipendio agli insegnanti”, ma tra parentesi leggiamo anche “e altri rimedi meno piacevoli”. Ho letto questo libro qualche mese fa, ma me lo sono tenuto in caldo perché aspettavo il momento giusto per recensirlo: il momento è arrivato.

Cremaschi è un figlio d'arte della scuola, cioè è figlio di insegnanti, ha vissuto nella scuola., è diventato Dirigente Scolastico. Parla quindi ci cose che conosce molto bene e le conosce, da mezzo secolo, in tutte le loro evoluzioni.

La scuola è una contraddizione con se stessa e una ad una elenca con precisione queste “contraddizioni”, che poi sono la causa del malfunzionamento di quello che dovrebbe essere invece la base per lo sviluppo della società e dell'economia italiana.

Credo che il sottotitolo possa sembrare una assurdità , ma invece, concordo con Cremaschi, è una assurdità la realtà della scuola. Questo credo sia effettivamente il nodo principale: gli insegnati sono pagati poco (mediamente 1200€ al mese), ma non hanno impegni reali, né controlli di “qualità” come tutti gli altri lavoratori.

Ecco che nel capitolo “Il tempo è denaro” Cremaschi propone un punto “Ad esempio un corso annuo di 1000 ore potrebbe essere organizzato in 40 settimane di 25 ore settimanali, ma anche in 25 settimane di 40 ore”. È evidente che costi e risultati cambiano: se si fanno 40 ore, occorrono due insegnati mezzo per classe per coprire l'orario; se si fanno di 25, ore basta un insegnate e un terzo e “Se è abbastanza complesso collegare il tempo scuola alla qualità del servizio, è però indubbio che i costi del sistema formativo sono grosso modo proporzionali al tempo che gli studenti trascorrono nella scuola, sia in termini di anni, sia di ore settimanali. Più tempo scuola significa più strutture, ma soprattutto più insegnanti, più stipendi, più soldi. È un fatto talmente ovvio e intuitivo che spero non serva nessuna particolare argomentazione per sostenerlo.” Questa mi sembra la più interessante affermazione fatta, che condivido pienamente, da cui poi dipendono tutte le altre considerazioni sull'incapacità della scuola di gestirsi correttamente. L'analisi è dettagliata ed esauriente e coglie tutti gli aspetti organizzativi di questo enorme carrozzone che non si riesce a riformare e.ovviamente giunge anche ad una proposta cotruttiva.

Cremaschi non tocca l'aspetto didattico, solo qua e là lo sfiora, perché si interseca con l'aspetto organizzativo, ma si intuisce che anche lì ci sarebbe molto da dire.

Malascuola
Ovvero: se io fossi il Ministro dell'Istruzione raddoppierei lo stipendio agli insegnanti (e altri rimedi meno piacevoli)
Cremaschi Claudio
Collana Saggistica
Serie Italiana
Rilegatura rilegato con sovraccoperta
Formato 13x21 cm
Pagine 308
Data di pubblicazione settembre 2009
ISBN 978-88-566-0948-6
Prezzo €17,50

Presentazione:
Negli ultimi due decenni si sono succeduti tanti ministri dell’Istruzione, determinati a cambiare la scuola italiana. Ognuno di loro aveva un’idea alla quale pareva particolarmente affezionato: abolire gli esami a settembre (D’Onofrio), rimettere gli esami a settembre (Fioroni), riformare gli esami di maturità (Berlinguer), riformare la riforma degli esami (Moratti), introdurre il modulo dei tre maestri per due classi nelle scuole elementari (Mattarella), tornare al maestro unico (Gelmini). E poi c’era chi si preoccupava dei grembiuli degli alunni e chi dell’educazione stradale. Chi rivalutava Dante e chi riscopriva le tabelline. Chi si occupava di educazione sessuale. Chi amava i giudizi. Chi ripristinava i voti, lo statuto degli studenti, il 7 in condotta...
È palpabile la sensazione che si tratti di un parlar d’altro, un cimentarsi con piccole questioni marginali, un gattopardesco cambiare i nomi delle cose, lasciando tutto immutato. I problemi veri non si affrontano: non si riesce, non si vuole, non si può. Non si può perché la scuola è da anni un tema di scontro politico. E la riforma della secondaria intanto è all’ordine del giorno dagli anni Sessanta, ossia da circa mezzo secolo.
Ormai però siamo all’allarme rosso. I rapporti OCSE segnalano che i livelli di formazione dei nostri alunni sono agli ultimi posti in Europa. E in certi casi le competenze dei docenti sono anche più basse. La dispersione e l’insuccesso hanno costi insostenibili. Insomma, siamo messi davvero male. Ma – insegnanti, genitori o studenti – la scuola tocca tutti.
E cambiare sul serio non è più procrastinabile.
Dalla profonda conoscenza del settore di un “uomo di scuola”, un libro finalmente capace di coniugare la denuncia con la proposta.



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