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Decreto “Protezione Civile”. Dichiarazione di voto finale

Bruno Tabacci (MISTO - API)

Discussione del disegno di legge S. 1956, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 195 del 2009: Cessazione dell'emergenza rifiuti in Campania, avvio della fase post emergenziale in Abruzzo e disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri e alla Protezione civile (approvato dal Senato) (A.C. 3196-A). . Dal resoconto stenografico della seduta n. 286 di venerdì 19 febbraio 2010 della Camera dei Deputati



Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, richiamo il contributo fornito dall'onorevole Lanzillotta in sede di discussione sulle linee generali. Non c'è dubbio che la Protezione civile evoca negli italiani sentimenti positivi di solidarietà, di generosità, e di umanità. C'è una forte spinta che viene dal volontariato, ci sono stati in questi anni esperienze sul campo molto efficaci quando si è trattato di rispondere agli effetti devastanti di catastrofi e di eventi malavitosi, e lei - dottor Bertolaso - ne porta i grandi meriti in una linea di continuità con la stagione pionieristica del ministro Zamberletti.

Per questo non si può trascinare questa importante istituzione di cui l'Italia è orgogliosa in una pericolosa delegittimazione. Ma il modo per farlo è quello di una ostinata difesa dell'esistente come ha fatto il Governo. Anzi di più, vi è il tentativo con questo improprio decreto-legge di aggiungere un di più di opacità al bilancio della Presidenza del Consiglio, che già viene trasmesso al Parlamento con un unico aggregato.
Avete tentato di consolidare la costruzione di una struttura parallela dello Stato che non deve rendere conto a nessuno e senza le indagini giudiziarie in corso sareste andati avanti sia con il trasferimento di attività della protezione civile ad una società per azioni sia negando la possibilità di attività di controllo giudiziario sui vostri atti.
Vi siete fermati su questi punti solo per la profondità delle indagini in corso. Penso che si poteva cogliere questa occasione per una riflessione più penetrante e condivisa.
Non si può accettare che alla protezione civile tutto sia consentito, che questo settore della pubblica amministrazione sia sottratto alle norme della Costituzione.
Per questo lei, dottor Bertolaso, continua a non vedere la gravità della inosservanza del principio di separazione tra politica e amministrazione. Infatti, se lei è un servitore dello Stato non è al servizio del Governo.
Il Governo non è lo Stato ma è un suo organo e Berlusconi non può considerare i servitori dello Stato come suoi dipendenti in quanto capo del Governo.
Lo ha già fatto meravigliandosi delle indagini dei magistrati pagati dallo Stato e ora pensando di mettere mano alle intercettazioni. Lei, dottor Bertolaso, come capo della Protezione civile in virtù di questa distinzione avrebbe potuto sollevare l'incongruenza formale e sostanziale di attribuire alla Protezione civile la gestione dei cosiddetti grandi eventi.
Non l'ha rilevato perché come sottosegretario del Governo Berlusconi, esaltando la nuova ideologia del fare, doveva dimostrare che si può derogare ad ogni regola purché si faccia.
Ma questo è devastante. È per questa idea dello Stato, che voi volete far prevalere, inseguendo interessi particolari, che state incrociando una nuova questione morale.
Il sottobosco di mariuoli e farabutti si alza perché non c'è più alcuna barriera morale. Anzi, dalla politica vengono gli esempi più sbagliati: l'esaltazione della furbizia e l'aggiramento delle regole.
Ne abbiamo prove quotidiane. Il vostro richiamo ossessivo al consenso elettorale viene fatto per rifiutare i controlli di legalità che devono essere operati da autorità indipendenti, dagli altri poteri dello Stato nonché dal ruolo di terzietà della pubblica amministrazione.
Lei, dottor Bertolaso, avrebbe potuto continuare ad operare, esaltando la terzietà della Protezione civile che parla e opera per conto di tutti gli italiani. In realtà - è emerso anche dalle sue interviste - ha voluto essere soltanto il braccio operativo del Governo. In questo senso, il sottosegretario Bertolaso, di fronte alla gravità delle indagini in corso e che quantomeno evidenziano un difetto di controllo, avrebbe fatto molto bene a confermare le dimissioni.
Per tutte queste ragioni la componente di Alleanza per l'Italia non può votare la conversione di questo decreto-legge che, sprovvisto delle ragioni di straordinarietà e di urgenza, diventa solo un ulteriore elemento di divisione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-API e Italia dei Valori e di deputati del Partito Democratico).

Argomenti:   #api ,        #bertolaso ,        #camera dei deputati ,        #parlamento ,        #politica ,        #protezione civile ,        #tabacci

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