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 Anno VI n° 4 APRILE 2010    -   PRIMA PAGINA


Il Miur rema contro
Stop allo sport nella scuola e non solo
Annullate le finali nazionali di tutte le discipline previste per i giochi sportivi studenteschi
Di Silvano Filippini


Dopo il colpo positivo alla botte (cioè il recentissimo esperimento dell’insegnante di educazione motoria nella scuola elementare ad opera del CONI), ecco giungere il colpo al cerchio che annulla quanto di buono è stato fatto in precedenza.
Infatti il MIUR (ministero pubblica istruzione) ha annullato le finali nazionali di tutte le discipline previste per i giochi sportivi studenteschi e, per di più, lo ha comunicato soltanto alla fine di marzo. Cioè quando tutte le scuole stavano preparandosi da tempo per l’avvenimento, anche dopo enormi sacrifici degli studenti e degli insegnanti che spesso dedicano più ore di attività pomeridiana rispetto a quelle retribuite (solo sei alla settimana).

Come al solito al ministero si dimostrano autentici dilettanti di basso rango, più avvezzi all’estemporaneità che a programmare con criterio.
Un’organizzazione seria dovrebbe, per lo meno, preventivare per tempo e nei minimi particolari il calendario dell’attività sportiva scolastica nazionale, regionale e provinciale, in modo che gli istituti possano fare altrettanto. A parte che, già da settembre, non era chiara la disponibilità finanziaria per far fronte ai compensi per gli insegnanti impegnati in queste attività extra curricolari, ma non si trattava di una novità. Pure negli anni precedenti si sono avuti notevoli ritardi per coprire questo capitolo di spesa, ma la pazienza e la passione di alcuni insegnanti di educazione fisica hanno ampiamente sopperito agli inadempimenti del ministero.

E’ vero che non tutti i colleghi hanno sempre dimostrato professionalità nell’adempimento della propria funzione docente, ma ciò si verifica in ogni professione. Dipende dall’etica di colui che la svolge e anche dalla voglia dei dirigenti di controllare il loro operato. Mancando i controlli, può verificarsi che i meno ispirati dalla passione per il proprio lavoro, approfittino per adagiarsi. Tanto lo stipendio non subisce decurtazioni e, sino ad ora, non ci sono mai stati incentivi per chi ha operato al meglio. Anche il mantenimento del posto è ispirato esclusivamente al criterio di anzianità, nonostante con l’età si perda lo stimolo ad applicarsi e aumentino le difficoltà a “dimostrare” in palestra.

Con la “trovata” di quest’anno si rischia di spegnere definitivamente gli entusiasmi di coloro che ancora credono nell’utilità dell’educazione fisica e sportiva per un più completo sviluppo della personalità. Tanto più che, rispetto alle altre materie, chi ha difficoltà nell’apprendimento mentale può ottenere un incremento dell’autostima realizzandosi in palestra. Per contro, i soggetti meno portati alla motricità hanno la possibilità di aumentare la coordinazione neuro-muscolare (rafforzando la relativa aerea del cervello) e, soprattutto, migliorare tutti gli apparati per ottenere il potenziamento del sistema immunitario. Anche perché la definizione legata all’antica saggezza popolare ( “meglio un asino vivo che un sapiente morto”) pare sia ancora valida, specialmente ora che diminuisce progressivamente il lavoro manuale e prevale quello intellettuale che non favorisce certamente l’allenamento fisiologico del sistema cardio-vascolare e il mantenimento del peso corretto: stiamo diventando un popolo in sovrappeso, in balia di patologie cardio circolatorie e metaboliche.
Certo l’ideale sarebbe “un sapiente vivo” che genera l’invito ad applicarsi a fondo sia nel campo intellettuale che in quello motorio.

Capisco che la riforma (Gelmini) Tremonti ha come obiettivo primario quello del risparmio; allora perché sono state ancora sovvenzionate le scuole private? Si sarebbero potuti risparmiare almeno i soldi per i diplomifici a pagamento che, oltretutto, sono immorali! Con quelle cifre si sarebbero potute organizzare gare per tutte le scuole e per l’intero anno scolastico, oltre ad aumentare le ore settimanali di attività motoria per portarci, almeno, al pari delle altre nazioni europee.
Invece si tagliano le finali nazionali nel più totale silenzio e solo l’indagine della Gazzetta dello sport ha fatto emergere lo scempio.

Semmai si sarebbe potuto approfittare della riforma per rendere più logica l’attività sportiva studentesca, cioè indirizzata esclusivamente a coloro che già non praticano sport presso le società sportive o, eventualmente, consentendola solo nelle discipline diverse da quella per cui vestono le maglie societarie. Avremmo così realizzato due scopi sociali fondamentali:

  • avvicinare allo sport i “pantofolai” che, attualmente, sono destinati ad una vita sedentaria carica di rischi cardio-vascolari e metabolici;
  • consentire di ritardare il più possibile la specializzazione precoce che limita lo sviluppo psico-motorio e, oltretutto, frena il salto di qualità in chi decidesse di dedicarsi allo sport professionistico pur mancando della indispensabile base polisportiva.
Con il sistema attuale si spendono soldi per far praticare sport quasi esclusivamente a chi già lo svolge presso le società sportive: uno spreco!

Attenzione! Anche le federazioni hanno subito notevoli tagli da parte del CONI, costretto dai diminuiti introiti da parte dello Stato: 26 milioni in meno! Così è stato chiesto a tutte le federazione di risparmiare il 20% rispetto al precedente anno. Risultato: la plurimedagliata Vezzali si deve pagare la trasferta, la Gillarduzzi usa un bob ampiamente superato (è di10 anni fa), quelli della combinata nordica operano il “fai da te”, anche in cucina.

Ma quello che fa più ridere è il fatto che il CONI, nonostante i tagli, intende passare dalle cinque medaglie di Vancouver ad almeno 10 per le prossime olimpiadi di Sochi nel 2014. A dire il vero un modo di risparmiare ci sarebbe: eliminare le federazioni inutili sul tipo di quella dei giochi da banco (scacchi, dama, bridge, ecc.), che con lo sport non c’entrano assolutamente in quanto l’apparato locomotore non ottiene alcun giovamento. Anzi! Considerando che negli ultimi vent’anni in Italia non si è riusciti ad eliminare nemmeno gli enti inutili, ho il vago presentimento che pure le federazioni superflue resteranno al loro posto.
Un altro notevole risparmio si otterrebbe eliminando la maggior parte di accompagnatori che fanno praticamente i “turisti” a scapito del CONI e, di conseguenza, di noi contribuenti.



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