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Russie! Memoria/mistificazione/immaginario. Arte russa del ‘900 dalle collezioni Morgante e Sandretti

Venezia, Ca’ Foscari Esposizioni, dal 21 aprile al 25 luglio 2010


 

Burasovskij Anatolij: dalla serie Ferrovia 1998 foto a colori 41,8x29,6

Cento anni d’arte, dallo Zar a Stalin, a Putin. Tre Russie: dall’Impero all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche alla nuova Federazione.
Le mette in mostra, ed è un evento per molti versi eccezionale, l’Università di Cà Foscari in una rassegna certamente emozionante che sarà ospitata dal 21 aprile al 25 luglio a Cà Foscari Esposizioni. Curatori della rassegna: Giuseppe Barbieri e Silvia Burini.

Eccezionale, perché è la prima volta che in Italia un’esposizione presenta organicamente l’intero Novecento russo. Eccezionale perché lo fa attingendo a due grandi collezioni, entrambe italiane, tra le più importanti al mondo e in gran parte sconosciute: quelle create da Alberto Morgante e da Alberto Sandretti. Emozionante perché consente di rileggere e rivivere la storia di una nazione che ha influenzato, come poche altre, la storia del mondo per tutto il secolo.
Una storia in cui l’arte ha avuto un ruolo primario, di volta in volta strumento di memoria, mistificazione, riappropriazione. L’immaginario di un grande popolo è stato, oggettivamente, influenzato dai messaggi veicolati dagli artisti. Il “radioso avvenire” è diventato realtà nelle immagini di un regime più che nella quotidianità della vita.

La mostra indaga gli sviluppi della cultura figurativa russa e sovietica dalle avanguardie di inizio secolo al realismo socialista degli anni '30-'50, fino all’underground, per concludere con alcune opere degli anni '90.

Il Realismo socialista è stato forse il più grande esperimento mediatico mai compiuto: all’arte fu affidato il ruolo di trasformare la materia prima dell’ideologia in immagini e miti destinati al consumo di massa.
Ivanov Viktor gouache su carta 194867x59,5
Le arti figurative, ma anche l’architettura e il cinema, ebbero due principali funzioni: la propaganda e la costruzione del mito del radioso avvenire. Oggetto della propaganda non era la realtà, almeno non nelle forme concrete della vita quotidiana, ma il mito che l’arte era destinata a creare.

Centrale è la raffigurazione del leader, soprattutto la monumentale iconografia di Stalin che prosegue e sviluppa quella di Lenin. Questo il senso della grande attenzione riservata, in mostra, al manifesto di propaganda (Majakovskij, Rodčenko, Nal’bandjan, Klucis). I manifesti nacquero nell’ambito dell’attività di agitazione politica, che doveva coinvolgere la massa con un discorso “facile” ed emotivamente trascinante: celebrare un “nuovo mondo” in cui, secondo il famoso slogan di Stalin, “vivere è diventato più allegro”, mostrato in tutto il suo splendore attraverso le realizzazioni “virtuali” del comunismo.

 

Tatlin Vladimir 1915, 87x65,5 tempera carboncino su carta

La grande illusione contribuisce anche alla mistificazione dello spazio: la costruzione suprema, il centro dei centri del paese dei soviet, doveva essere il monumentale Palazzo dei Soviet che non fu mai costruito, ma venne percepito comunque come esistente.

Saranno esposte inoltre opere straordinarie di artisti del simbolismo e dell’avanguardia prerivoluzionaria come Benois, Končalovskij, Larionov, Gončarova, Ekster, Chagall, Kandinskij, Malevič, Tatlin, Fal’k e altri. Si tratta dei protagonisti che in buona misura hanno guidato e indirizzato tutta l’avanguardia mondiale. Stalin, senza riuscirci, provò a eliminare questa memoria fondamentale, nascondendo per anni le opere di questi artisti alla vista del pubblico e negando la possibilità anche fisica di qualsiasi tipo di dissenso.

Solo la scomparsa di Stalin, l’avvento del disgelo e il nuovo indirizzo politico di Chruščev consentirono la timida nascita di un'arte non ufficiale. I pittori presero a esporre nelle proprie cucine, spazio privilegiato di quegli anni, e i poeti leggevano le loro opere in casa. La pretesa degli artisti non conformisti (Rabin, Nemuchin, Kandaurov, Sitnikov, Kalinin, Jakovlev, Bulatov) non era quella di far valere un dissenso politico in modo ufficiale: esprimevano un dissenso “linguistico”: non volevano più usare la lingua del potere.

Kandaurov: Otari 1970 olio su tela 66,5x52,5
Negli spazi di Ca’ Foscari viene inoltre ricostruita una parte della Biennale del Dissenso che si tenne a Venezia, con grande rumore, nel 1977, segnando la definitiva consacrazione dell’underground moscovita: ben 26 opere provenivano anche allora dalle collezioni Sandretti e Morgante.

A fine percorso alcune opere di artisti degli anni '90 riprendono in modo diverso, ma coerente, i tre grandi temi della mostra: la memoria dell’avanguardia, la mistificazione del realismo socialista e l’immaginario della pittura non ufficiale, in modo tale da comunicare come tutto il '900 russo sia pervaso da linee di tendenza coerenti, per la prima volta riunite in un’unica esposizione, elementi di un unico e affascinante puzzle. Questo grazie al fatto che le due collezioni, che la mostra di Ca' Foscari presenta, offrono uno spaccato davvero consistente di una vicenda culturale che non si può semplificare se non rischiando di banalizzarla.

Tuttavia è necessario ricostruire e visualizzare le diverse Russie, descrivendone anche l’atmosfera e la temperatura emotiva. Ciò sarà possibile grazie all'impiego di soluzioni innovative e di tecnologie multimediali d'avanguardia, tali da coinvolgere il visitatore nel contesto storico russo e sovietico considerato nelle diverse sezioni della mostra. Le mostre di Ca' Foscari Esposizioni si caratterizzano infatti, con crescente successo, come un moderno laboratorio per sperimentare nuove forme di fruizione delle opere d'arte.


RUSSIE! memoria/mistificazione/immaginario nell'arte russa del '900
Venezia, Ca’ Foscari Esposizioni
da giovedì 22 aprile a domenica 25 luglio

Orario: 10-18, chiuso il martedì
Ingresso a pagamento: intero € 7; ridotto (minori di 15 e maggiori di 60 anni; visitatori Collezione Guggenheim, Collezione Pinault, Fondazioni Cini e Querini Stampalia, Circuito Civici Musei) € 5; ridotto (studenti e docenti delle Università italiane, gruppi scolastici, gruppi di più di 10 persone, residenti nel Comune di Venezia) € 3; gratuito per docenti, studenti e personale di Ca’ Foscari, ulteriori agevolazioni per i sostenitori della mostra

Informazioni e prenotazioni: 041.2346947

Mostra a cura di Giuseppe Barbieri e Silvia Burini
Promossa dall'Università Ca' Foscari Venezia, è sostenuta dalla Regione del Veneto, dalla Fondazione Alti Studi sull’Arte di Venezia, da Enel, in collaborazione con Banca Popolare FriulAdria, Simest, Masserdotti e SIM2.


Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #mostra ,        #russia ,        #venezia

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