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 Anno VI n° 6 GIUGNO 2010    -   TERZA PAGINA


Tra storia e leggenda
Il flauto di Napoleone
Č esposto a “L'avventura del vetro dal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontani”


 

Flauto di Napoleone, part. coll. privata

Il flauto di Napoleone ha una storia veramente incredibile: l’imperatore era solito portarselo dietro anche in battaglia, e, come recita l’affidavit depositato presso un notaio inglese dalla precedente proprietaria: “fu sottratto dal suo bagaglio nella battaglia di Waterloo nel 1815 dal prozio del mio vecchio marito Captain Ralph Mansfield, allora Lieutenant del 15° Regimental Hussars del Re.”

Esiste un aneddoto raccontato nel 1847 su questo mitico flauto.

    Poco prima della campagna di Russia (maggio 1812) fu tenuto un concerto alle Tuilleries con un numeroso gruppo di musicisti e un folto uditorio, che comprendeva l’imperatore e sua moglie, Tallierand e molti altri. Sul pianoforte giaceva il flauto dell’imperatore. Napoleone prese il flauto di cristallo e lo tenne in mano mentre parlava con i musicisti.

    Doruet vide il flauto, ma l’imperatore lo stupì per non avergli chiesto di suonarlo. Alla fine, quasi al termine del concerto, Napoleone tornò dai musicisti e iniziò a parlare con loro, dapprima sulla musica e poi sul fatto di essere disposto a studiarla ulteriormente. Drouet disse “Il giorno che non avrò altro da studiare brucerò il mio flauto”.

    A Napoleone piacque questa affermazione e alla fine tirò fuori il flauto di cristallo dicendo “Allora, Drouet, voi dovete avere un flauto che non bruci!” e l’imperatore gli porse il flauto perché lo suonasse.
    Drouet andò in estasi e il resto del concerto fu circolare dedicato alla musica per flauto, questa volta suonata col flauto di cristallo di Laurent.

    Napoleone rimase stupefatto e disse a Drouet che suonava con un talento soprannaturale che cent’anni prima lo avrebbe condotto al rogo come mago.

Anche la scatola dello strumento ha tutta una sua storia, essendo firmata dal più famoso ebanista dell’epoca, Tajan, con che vi ha inciso queste parole: “Tahan Ebenistre a paris vat quitter paris pour voir Les anglois Se amis car il est La de paris, 1814” (“Tahan, ebanista a Parigi, ha intenzione di lasciare Parigi per visitare gli inglesi suoi amici perché è stanco di Parigi, 1814”).
Da notare che gli inglesi erano i peggiori nemici di Napoleone!


L’avventura del vetro dal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontani
Trento, Castello del Buonconsiglio
Vigo di Ton, Castel Thun 
dal 27/06 al 7/11 2010
vedi presentazione



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