REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno VI n° 6 GIUGNO 2010    -   PRIMA PAGINA


Cinque anni di storia
9 giugno 2005: il numero 1 di Spaziodi Magazine.
Quando lo pensammo cosa volevamo, come è stato realizzato e cosa è oggi
Di Giovanni Gelmini e Concetta Bonini


Era una sera, finalmente calda, di fine marzo. Vacanze di Pasqua, per me le prime vacanze dopo anni di lavoro ininterrotto. Siamo, Concetta e io, nella sua casa, davanti al monitor a vedere le foto scattate in giro per la Sicilia nella giornata.

Il discorso vola su quello che stiamo facendo come giornalismo, in “Fatti & Opinioni”, la sezione d’informazione quasi quotidiana contenuta nel sito dell'Onorevole Giuliana Reduzzi che gestiamo. È certo un lavoro interessante che mette alla prova noi “giornalisti” ancora non iscritti all'ordine, ma che non ci soddisfa completamente. Vorremmo essere liberi di dire quello che vogliamo, parlare di quello che c’interessa e che non è solo la politica.

Lancio un’idea che già mi frullava nella testa da tempo, ma che in quel momento trova la consistenza per essere espressa:

    _ Facciamo una nostra testata, una testata vera registrata al tribunale con tutti i crismi!”

Concetta mi guarda con gli occhi lucenti. Quegli occhi dicono “Si!”, ma la sua mente razionale pone subito in prima linea i problemi:
    - Come si fa? Costa! Solo noi due, come facciamo?
    - I problemi si superano, i costi non credo che siano enormi, i programmi per gestire la testata li possiamo scrivere direttamente noi, il sito c'è già è “Spaziodi”. Per i collaboratori ci sono gli amici di internet che già fanno un quasi giornalismo. Si tratta di coinvolgerli.
    - I costi…
    - Non pensare ai costi, questo sarà il regalo per i nostri compleanni che sono vicini!
    - E il Direttore Responsabile?
    - Quello penso di averlo, c'è Roberto Filippini Fantoni, è bravo!
    - Allora si può fare.
E così parte il progetto: costruire la prima ossatura della redazione e definire i contenuti in linea di massima.
Ecco il gruppo dei “quattro pazzi” che si assumono il compito di sviluppare l'idea: oltre a Concetta e me, Roberto e Carolina Lio. Il nostro programma è scritto nel "numero zero" e rileggendolo trovo che la frase di chiusura del pezzo scritto da Concetta esprima veramente la nostra idea:

“Insomma la nostra intenzione, lungi dal pensare di sostituirci alla più storica e radicata forma di libertà di stampa, è quella di affiancarci ad essa con i nostri mezzi e le nostre idee per aprire un'altra finestra sul mondo e offrire al lettore una forma di informazione alternativa e un'occasione di approfondimento di diverse tematiche. Per questo anche questa rubrica all'interno di Spaziodi Magazine vuole rispondere alla volontà di informazione e approfondimento e per questo vuole già a priori non essere vincolata ad alcuna identità restrittiva ma solo alla passione sincera per il giornalismo e la comunicazione. Questa è una lente sul mondo, sulla società e sulla cultura: l'attenzione si soffermerà di volta in volta sulle immagini di queste realtà che le scorreranno davanti.”

Coraggio o incoscienza?
Forse, più che altro, la voglia di comunicare senza filtri e la voglia di mettersi alla prova.

Sono passati cinque anni, forse quando siamo partiti non pensavamo di riuscire ad arrivare a questo giono, ma siamo partiti e oggi i risultati ci dicono che abbiamo fatto bene: il 03/ giugno alle 11 e 57 abbiamo registrato la 500.000 lettura di articolo. E oggi giornalmente vi sono da 1.500 a 2000 letture. Pensare che nei primi due anni non raggiungevamo quel numero neanche in un mese.

Partire non fu certo una passeggiata, ma ovviamente tutti problemi superabili. Il più difficile fu registrare la testata al Tribunale. Infatti la legge sulla stampa pretende che la testata non sia registrata dove ha sede il periodico, ma dove ha sede la “tipografia” e per le testate on-line la tipografia viene identificata dove fisicamente ha collocazione il disco fisso che contiene i dati letti da internet. Cosi mi sono fatto un "week end lungo" sul Trasimeno per andare poi ad Arezzo.

Ecco il numero Zero e poi finalmente il numero 1 con una corposa “Lente di ingrandimento” sulla Cina: una argomento che allora spesso era mal trattato dai mass media, ma il numero non ci soddisfa.
    - Gianni, non ti sembra che sia troppo denso?
    - Si, Conci, lo trovo pesante, interessa a pochi, dobbiamo allargare gli argomenti a cose per tutti. Proviamo a inserire un'altra sezione, in cui si parli di cose più vicine alla gente: alimentazione e turismo penso che siano proprio per tutti
    - Ma ce la faremo a parlare ti turismo? Siamo in pochi.

Era vero: il nostro più grande problema era, e lo è tuttora, di essere in pochi.
Dopo i primi numeri i nostri amici di internet, come prevedevo, hanno aderito all'iniziativa con entusiasmo. C'è stato un momento avevamo più di venti collaboratori, ma scrivere per un giornale non è facile, piano piano in molti hanno lasciato.

Gestire una testata non è solo scrivere articoli e assemblare il numero, è molto di più: fare scelte, indirizzare i collaboratori, dare un ordine al numero e un equilibrio, rivedere gli articoli (cioè togliere gli errori di battitura, sistemare frasi non troppo felici) e tanto altro. Mi sembra giusto nel momento in cui si festeggiano i cinque anni ricordare il lavoro di Anna Cosseddu. È suo il logo di Magazine e, a volte, oggi ci regala la copertina, ma, oltre a scrivere, per due anni ha svolto il ruolo di coordinatrice della redazione.

Ricordo quella mattina di marzo 2006, era un giovedì, in cui mi sembro che il mondo mi crollasse addosso.
Concetta mi disse al cellulare: “non riesco più a scrivere! Devo lasciare qualcosa, devo scegliere”. Ero sul disperato, perdere Concetta era per me un fatto gravissimo, anche se capivo che per lei erano gli ultimi mesi prima della maturità e che non potevo pretendere più di tanto. Il settimanale “Fatti & Opinioni”, oggi integrato in Magazine, era nel momento caldo pre-elettorale e non potevo mollare.
Anna Cosseddu arrivò ad aiutarmi e con la sua organizzazione risolse tutti i problemi, anzi creo una vera e propria “redazione” a Sassari.
Ma, anche lei due anni dopo mollò, ovviamente per motivi importanti.

È una forse una iettatura o, come per il vino buono, sono i lieviti che rivivono, ma tra marzo e aprile avvengono i cambiamenti.
Nell'aprile del 2009 è la volta del Direttore Responsabile Roberto Filippini Fantoni, che mi comunica che non può più proseguire a dirigere Magazine.

Torna Concetta e, malgrado gli impegni professionali pressanti, assume la direzione. Magazine è un pezzo della nostra vita, è per noi una scommessa che si deve vincere.
Molto era già cambiato dall'inizio, ma il suo ritorno da nuovo impulso, le letture di articoli aumentano in continuazione e si passa dalle 10-12.000 al mese alle attuali 40.000.
Se confrontiamo i primi numeri e gli attuali la differenza balza all'occhio. I primi erano appunto “densi”; il pezzo forte era la “Lente di ingrandimento”, che ha toccato argomenti importanti in modo scientifico ed era molto seguita dai lettori. La “politica” era fuori da Magazine perché c'era il settimanale che se ne occupava e la cadenza era quindicinale.
Poi vi è stato il passaggio a mensile e l'inserimento di Fatti e Opinioni come “inserto” di Magazine. Per la “Lente”, molto impegnativa, non vi sono più state le risorse umane sufficienti ad affrontare un tema nelle varie sfaccettature, ma l'orizzonte complessivo si è allargato per i maggiori argomenti trattati. La Terza pagina è stata divisa in altre due sezioni: Recensioni e Eventi, fornendo così informazioni in modo più coerente e diffuso.

Credo che oggi, più di ieri Magazine risponda all'obbiettivo di “offrire al lettore una forma di informazione alternativa e un'occasione di approfondimento di diverse tematiche” e possa dare informazioni su i tanti argomenti che coinvolgono la nostra vita.

Prima di lasciarvi ci sembra opportuno ricordare Giacomo Nigro, che è stato tra i primi ed è oggi un redattore molto valido, Silvano Filippini, Daniela Losini che ha parlato a lungo del cinema, Gelido Capriccio (alias Gilda) tra le prime e che oggi ritornata.

Tanti sono andati, tanti nuovi sono arrivati, alcuni sono tornati, ma un periodico vive anche di rinnovamento e per fortuna quasi in ogni numero che c'è qualcuno di nuovo che si appresta a diventare giornalista, perché una testata deve essere viva, fatta sempre con entusiasmo, da tanti collaboratori.
Questo è stato Spaziodi Magazine e vogliamo che ancora lo sia.



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