REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno VI n° 6 GIUGNO 2010    -   FATTI & OPINIONI


Senato Della repubblica - Dal resoconto stenografico della seduta n. 394 del 10/06/2010 (Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
Riccardo Villari (Misto). - dichiarazione di voto
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche - votazione dell'emendamento 1.1000, interamente sostituivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 1611


Signor Presidente, onorevoli senatori, rappresentanti del Governo, due diritti, entrambi fondamentali per una società civile evoluta, quello alla privacy e quello ad essere informati, sono diventati, loro malgrado, antitetici: tesi ed antitesi. Il loro bilanciamento, un bilanciamento adeguato, era quindi necessario e non più rinviabile.

Purtroppo i diversi interventi legislativi - penso al codice della privacy, ovvero al decreto legislativo del 30 giugno 2003, n. 196, alla legge del 20 novembre 2006, n. 281, sulle intercettazioni acquisite in modo illegale, agli articoli 114, 115, 329 ed altri del codice di procedura penale, ed anche alla Costituzione con l'articolo 15 - non sono riusciti a comporre gli interessi, che ormai possiamo definire voyeuristici, che, ben oltre il contenuto, si basano ormai sulla mera notizia.

Sono anni, onorevoli colleghi, che i magistrati e i giornalisti si palleggiano le responsabilità sulla fuga di notizie, incuranti del fatto che spesso a pagarne le conseguenze è il cittadino, che in molti casi non sarà nemmeno indagato e che, fortuitamente o meno, ha relazioni di qualsiasi genere con la persona intercettata.

Così, la storia giornalistica italiana si è colorata di Tangentopoli, Calciopoli, Vallettopoli ed oggi già si parla di una seconda serie rispetto alla precedente indagine per gli eventuali nuovi sviluppi e via via andando avanti.

I dati forniti da Eurispes sono impietosi. Vi è un incremento vertiginoso delle intercettazioni nel periodo 2001-2007. Nel 2001 le intercettazioni sono state 32.000, 45.000 nel 2002, 80.000 nel 2003, 93.000 nel 2004, oltre 100.000 nel 2005, fino a raggiungere il numero di oltre 112.000 nell'anno 2007. La spesa complessiva nel periodo 2001-2007 è stata di oltre 1 miliardo e mezzo di euro e solo nel 2007 ha raggiunto una cifra pari a poco meno del 3 per cento del bilancio del Ministero della giustizia: circa 225 milioni di euro.

L'analisi del dato puramente economico non è secondaria ed ha sicuramente un grande effetto sull'opinione pubblica, soprattutto su quella maggioranza di cittadini perbene che non sarà mai intercettata. É anche corretto però sottolineare come questo mezzo sia utile e addirittura insostituibile in molti casi. Dovrebbe emergere forse con più forza e più chiaramente che le spese sostenute per le singole inchieste spesso vengono non solo compensate dal denaro recuperato, ma a volte anche ampiamente superate.

Al di là di questi aspetti meramente economici, le intercettazioni restano uno strumento essenziale e la letteratura giuridica, ma soprattutto processuale, può dimostrarne l'importanza, in particolar modo riguardo alla lotta ai reati mafiosi. A tal proposito, l'audizione in Commissione del procuratore nazionale antimafia Grasso aveva dato spunti migliorativi fondamentali per il testo, che noi del Movimento per le Autonomie abbiamo raccolto e presentato sotto forma di emendamenti. Il Governo ha però ritenuto di riassorbirne solo uno nel proprio testo. La maggioranza ha perso un'opportunità, a mio parere, quella non solo di rendere il testo più equilibrato, ma soprattutto di evitare il rischio di appannare i risultati ottenuti in questi due anni di lotta contro la mafia. È mancato il confronto necessario e anche il coraggio di guardare oltre la siepe dei reati satelliti, che così come disciplinati rischiano di limitare e lasciare monchi gli strumenti ad oggi previsti per il contrasto alla criminalità organizzata. Chi come me vive nel Mezzogiorno, conosce bene questa piaga, che ogni giorno umilia la correttezza e l'onestà della maggior parte dei suoi abitanti...

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Villari, purtroppo siamo in diretta televisiva...

VILLARI (Misto). Mi dia la possibilità di concludere, Presidente... lasciando al Mezzogiorno solo ceneri di arretratezza, povertà e diseguaglianza. Ed è una piaga che andava superata.

Ci siamo chiesti se si poteva fare di più, signor Presidente. La risposta è che si doveva e si poteva fare di più. Questo testo avrebbe dovuto realizzare un compiuto equilibrio tra diritto alla riservatezza e diritto all'informazione. Questi diritti non sono stati pienamente raggiunti e proviamo disagio di fronte alla richiesta di fiducia, che esula il contraddittorio necessario su un tema così importante....

PRESIDENTE. Senatore Villari, deve terminare il suo intervento.

Ho l'esigenza di garantire i diritti di tutti i Gruppi alla diretta televisiva. Consegni alla Presidenza il testo scritto.

VILLARI (Misto). Per questi motivi e per lo sforzo compiuto ma insufficiente nell'esprimere disagio e rammarico per l'opportunità non completamente raccolta, il Movimento per le Autonomie non parteciperà al voto.



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