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 Anno VI n° 7 LUGLIO 2010    -   FATTI & OPINIONI


Giovedì 30/6/2010 - Camera dei Deputati -Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
Interrogazione Donadi - Di Pietro - “Chiarimenti in ordine alle ragioni della nomina del Ministro senza portafoglio onorevole Aldo Brancher”
La risposta del Ministro Vito e la replica di Di Pietro


PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Donadi n. 3-01154, concernente chiarimenti in ordine alle ragioni della nomina del Ministro senza portafoglio onorevole Aldo Brancher, di cui è cofirmatario, per un minuto.

ANTONIO DI PIETRO. La ringrazio, signor Presidente. Signor Ministro, può chiedere al fuggitivo Presidente del Consiglio perché ha nominato Ministro Aldo Brancher, prescritto e imputato? Può chiedere cosa deve fare questo Ministro? Può farci spiegare dal Presidente del Consiglio se si occupa di federalismo, così come ha giurato di fronte al Capo dello Stato, o se si occupa di sussidiarietà e decentramento, così come si dice ora? Soprattutto, può spiegarci per quale ragione c'è bisogno di un nuovo Ministero nonostante questi compiti vengano già assolti da quattro Ministri: da Fitto, Ministro per i rapporti con le regioni, da Bossi, Ministro per le riforme per il federalismo, da Calderoli, Ministro per la semplificazione normativa e da Rotondi, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Di cosa è Ministro questo Brancher, oltre che dell'impunità? Ministro Vito, lo chieda però al Presente del Consiglio, perché lei è una brava persona e non può metterci tutte le volte la faccia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. La ringrazio, signor Presidente. L'onorevole Di Pietro con la sua interrogazione chiede di conoscere le motivazioni della promozione alla carica di Ministro del sottosegretario Brancher; rispondo in base agli elementi forniti dalla Presidenza del Consiglio.

Il programma elettorale del Governo prevede tra i suoi punti qualificanti l'attuazione del federalismo, che sul piano istituzionale presenta particolari complessità. All'inizio della legislatura, all'atto della formazione del Governo, in piena e corretta ottemperanza al mandato elettorale in tema di federalismo, sono stati nominati i seguenti Ministri senza portafoglio che operano in raccordo tra loro: l'onorevole Umberto Bossi, con delega in materia di riforma per il federalismo, il senatore Roberto Calderoli, con delega in materia di promozione delle iniziative per la semplificazione, l'onorevole Raffaele Fitto che, nell'ambito della delega per i rapporti con le regioni, si avvale di un ufficio per il federalismo amministrativo. L'onorevole Aldo Brancher è stato nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con il compito di coadiuvare nell'esercizio delle rispettive deleghe il Ministro Bossi ed anche il Ministro Calderoli dimostrando particolare impegno. Come è noto, nel corso dei primi due anni di legislatura il Parlamento ha approvato varie iniziative attinenti al federalismo e, in particolare, la legge delega 5 maggio 2009, n. 42, che prevede una serie articolata di decreti legislativi caratterizzati da una peculiare e complessa procedura di approvazione.

Alla luce di tutto ciò, si è ritenuto necessario che il sottosegretario Brancher assumesse la qualità di Ministro, per meglio operare in concerto con i tre Ministri prima citati, così da conseguire una più rapida e concreta realizzazione del programma di Governo in uno dei suoi punti più qualificanti e complessi e nel doveroso rispetto del mandato ricevuto dagli elettori.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, abbiamo scoperto Pag. 46che Brancher, in realtà, è un coadiuvatore, perché deve aiutare altri Ministri a fare ciò che compete loro. Magari lo poteva fare da sottosegretario, invece gli si è detto: è meglio che fai il Ministro.

Nel frattempo, però, sappiamo che Brancher, nei confronti del quale alcuni reati di illecito finanziamento risultano prescritti, altri depenalizzati - come quello del falso in bilancio -, in quanto è anche reo confesso di averli commessi, si è poi avvantaggiato di leggi ad personam - che il Governo Berlusconi, di cui egli stesso era dipendente, ha approvato - e ora diventa anche Ministro, usufruendo così di una nuova legge ad personam, quella sul legittimo impedimento per il Ministro. Mi chiedo e le chiedo: può ricordare che, nel programma previsto dal Popolo della libertà e da Berlusconi nel 2008, lui aveva garantito che non avrebbe nominato più di dodici Ministri (oggi ve ne sono ventiquattro)? E, ancora, che il 16 giugno scorso, alla Confcommercio, Berlusconi ha sostenuto che bisognasse dimezzare il numero di coloro che vivono di politica? Già, ha ragione: Brancher è diventato Ministro non per vivere di politica, ma per non finire sotto processo. Il problema che si pone, quindi, è un altro ed è molto grave: abbiamo a che fare con un uso distorto delle funzioni pubbliche, che ha un mandante che si chiama Silvio Berlusconi, il Presidente del Consiglio, che continua ad approvare leggi ad personam per garantire a sé e ai suoi sodali il silenzio per ciò che insieme a lui questi hanno commesso. Tant'è vero che lo stesso Berlusconi ha affermato che, quando Brancher era in galera per fatti che aveva ammesso di aver commesso, insieme a Confalonieri, girava intorno al carcere di San Vittore per mandargli la propria solidarietà con il pensiero. Capisco perché oggi lo ha dovuto nominare Ministro.

Per queste ragioni l'Italia dei Valori e il Partito Democratico hanno presentato una mozione di sfiducia comune, perché o va a casa Brancher o va casa tutto il Governo Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!



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