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 Anno VI n° 7 LUGLIO 2010    -   PRIMA PAGINA


Analisi politica
Capacità di comunicare è capacità di governare?
Una domanda a cui oggi parrebbe quasi obbligatorio rispondere in maniera affermativa, ma proviamo a riflettere
Di Giacomo Nigro


Se guardiamo al massimo governante occidentale Barack Obama, ci rendiamo conto che egli ha scelto come suo marchio distintivo il cambiamento non perché ne sia portatore certo, ma perché così è stato marchiato, dalla comunicazione e dalla necessità di cambiamento americano.

La speciale e variabile demografia del continente, il virtuoso circuito di immigrazione e integrazione, la circolazione delle idee e la sostanziale tenuta delle tradizioni sono all'origine di Obama presidente.

Obama ha già dimostrato di essere sulla giusta lunghezza d'onda per assecondare il cambiamento americano; egli è un uomo di centro, ha la forza del pragmatismo post-ideologico che serve a governare questi tempi difficili e ha quel giusto carisma che gli serve a incantare le folle.

Il suo periodo di governo è iniziato su un piano inclinato nella giusta direzione; a seconda delle necessità ha inquadrato ex clintoniani ed ex bushiani nei posti chiave ottenendo così un sostegno bipartisan più ampio. Si tratta di un vantaggio che gli consente di governare in quasi perfetta continuità con Bush e con un'abilità tale che gli occidentali sembrano non rendersene conto.

Obama ha infatti lanciato, con il suo modo di governare, l'idea di una ripartenza e di una cancellazione del passato. Ha dato l'impressione di ricominciare tutto da capo, sia in politica interna che estera. Il suo approccio è stato identico con la Cina, la Russia, il mondo arabo e i grandi soggetti internazionali.

La crisi economica ha cambiato l'America in tanti aspetti, ha modificato la sua fiducia nel mercato e nel consumismo, il suo rapporto con il resto del mondo. Gli americani si sono cioè resi conto di dover ripensare il proprio stile di vita e le proprie certezze in perfetta sintonia con l'idea di Obama.

Ricordiamo comunque che Obama ha dovuto occuparsi della crisi economica più grave dell'ultimo mezzo secolo, ha acquisito l'eredità di due guerre sbagliate e mal gestite per troppi anni e deve fronteggiare un partito repubblicano ferito, che fa le barricate su tutto. Un carico negativo che è stato contrastato con il recente successo della riforma sanitaria, che ha riportato la percezione collettiva su Obama in zona positiva.

Bisogna infatti ricordare che il ciclo della comunicazione e delle notizie, ai tempi di Internet diventa sempre più incalzante: non solo le notizie, ma anche le opinioni e i personaggi vengono rapidamente consumati, metabolizzati e considerati vecchi.

Il nuovo ambiente mediatico produce un clima di continua attesa di novità che brucia i partiti di governo che non sono in grado di alimentare le attese dell'opinione pubblica con notizie di successi ottenuti rapidamente. In questo quadro la capacità di comunicare diventa essenziale.

A casa nostra Berlusconi è un mago per la sua capacità di produrre eventi fittizi e di spostare continuamente l'attenzione dell'opinione pubblica dal reale all'immaginario. Sull'altro fronte un fenomeno nuovo si è affacciato alle cronache, un fenomeno dal tratto originale, il primato della lingua orale unito alla velocità di Internet. La capacità di trasformare la propria biografia in una narrazione, prima di Obama, e dopo di lui, un "Berlusconi rosso": Nichi Vendola. Una definizione interessante che può far storcere il naso, ma che rende l'idea della capacità di penetrazione, ben oltre i confini dell'elettorato di sinistra, del suo messaggio.

Obama comunica bene, ma ha anche dimostrato di essere pragmatico e capace di governare in tempi difficili; i governanti ed aspiranti governanti nostrani paiono invece più inclini alla comunicazione fine a se stessa, mostrando scarsa capacità di influire radicalmente sul cambiamento necessario alla nostra vita sociale.



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