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“100 giorni sull’isola dei Cassintegrati” di Silvia Sanna

Il libro-testimonianza ufficiale degli operai autoreclusi nell’ex carcere dell’Asinara. Scritto da Silvia insieme a loro

Di Giovanni Gelmini

“100 giorni sull’isola dei Cassintegrati” cosa è? Un documento? Una testimonianza? Un diario?

Diciamo innanzitutto che è un libro scritto benissimo, che si legge di un fiato e che dà emozioni forti. Il linguaggio usato da Silvia Sanna è semplice, ma efficace al punto che nell'insieme, per la tensione che è capace di creare, mi ha ricordato i romanzi della Alliende.

Allora è un romanzo? Se vogliamo si, anche se purtroppo, a differenza dei romanzi che si rifanno ad avvenimenti storici, in questo tutto è vero. Veri e delineati con amore, ma con precisione, sono i naufraghi del lavoro nell'Isola: Giovanni Betza, Romano Chessa, Michele Cossu, Giovanna Ganadu, Cinzia Leoni, Emanuele Manca, Pietro Marongiu, Stefano Masperi, Peppino Mundula, Antonello Pinna, Antonio Salaris, Gianmario Sanna, Andrea Spanu, Paolo Torru, elencati puntualmente in ordine alfabetico in una sintetica, ma importante, scheda alla fine del libro.

Li abbiamo conosciuti prima, con la loro umanità, con i loro problemi, con le loro famiglie. Con brevi racconti Silvia Sanna ci porta per mano in questa realtà ormai al centro dell'interesse dei mass-media. Piccole tessere che costruiscono il mosaico “dell'Isola”. È un mosaico complesso in cui appaiono uomini che difendono il loro lavoro, un lavoro sottratto senza che se ne capisca chiaramente il motivo. Uomini che hanno avuto promesse da sindacalisti, da politici, promesse che non hanno modificato nulla, visto che da più di un anno gli impianti della Vinyls di Porto Torres sono fermi. Uomini che hanno fatto scelte importanti di campo: nessuna violenza, anzi aiutare chi sta peggio di loro. Uomini che non vogliono la violenza del rumore fatto battendo bidoni, urlando slogan, e che troppo spesso si tramuta in violenza vera. Uomini che vogliono raccontare la loro storia, per far capire le loro ragioni.
Uomini che appaiono così “veri uomini” a confronto con i tanti in doppio petto, che non sanno di cosa parlano, che fanno promesse inutili o che non mantengono. Questo è il mosaico che appare dal libro, quindi il libro è un documento,; infatti contiene documenti e una breve storia del problema. È una testimonianza perché racconta cose vere, spesso vissute direttamente da Silvia Sanna.

Nel libro leggiamo come la loro protesta sia passata dallo stato di “nessuno ne sa nulla” a “fatto al centro dell'attenzione” di giornali e TV nazionali ed esteri.
Leggiamo; come, assurdo nel nostro mondo assurdo, gli operai sono andati all'università a docere. “Andrea... trova la forza per partecipare, con il fratellone Gianmario e il babbo Pietro, a un convegno organizzato dalla professoressa Maria Grazia Giannichedda, ormai “una di noi”, alla facoltà di Scienze Politiche. È la seconda volta che i cassintegrati vengono invitati dall’Università...”. Come è nata e si è sviluppata l'azione di queste persone, lasciate quasi sole, davanti ad un problema enorme, come perdere il proprio lavoro, la propria sicurezza di poter esistere.

Silvia Sanna ci tiene a sottolineare come questo non sia un “suo libro”, ma “il nostro libro”; dice così perché sostiene che questo è il frutto di un lavoro collettivo, a cui lei ha prestato solo la “penna”, ma non è evidentemente così. Certo l'esperienza l'hanno vissuta e la stanno vivendo gli uomini della Vinyls, Silvia ha saputo però comunicare a noi questa esperienza con grande maestria. Piertro, Andrea, Antonello, i forestali, il comandate della Sara D, la Panda prendono vita nella nostra mente attraverso le sue parole scritte. Ha saputo trasformare quello che poteva essere un semplice documento in qualcosa che può interessare tutti, anche quelli che normalmente si disinteressano alle vertenze sindacali, e così possono venire a conoscere realtà che i giornali e la televisione in genere non ci propongono.

Comprare e leggere questo libro è sicuramente un fatto importante per noi per sapere, ma nello stesso tempo fa sentire a queste persone autorecluse la solidarietà e nello stesso tempo serve a fare del bene, perché i proventi del libro andranno a Sardegna AMACI (associazione malattie chirurgiche infantili) per l'acquisto di un endoscopio per il reparto di pediatria .


100 giorni sull’isola dei Cassintegrati
di Silvia Sanna
Prezzo di copertina € 12,00
Pagine 192, brossura
Editore Il Maestrale
Data uscita 14/07/2010
EAN 9788864290263
ISBN 9788864290263

Giugno 2010. Da più di 100 giorni gli operai della Vinyls di Porto Torres, in Sardegna, occupano l’ex carcere sull’isola dell’Asinara. Finiti in cassa integrazione, sotto gli occhi di una classe politica incapace di gestire la vertenza, hanno scelto di protestare in una forma che irride, sebbene con amarezza, al programma televisivo L’isola dei famosi. I veri naufraghi del lavoro contro i naufraghi-VIP; l’emblema di una crisi occupazionale contro l’anestesia spettacolare di un Paese in crisi. Questo libro racconta da vicino i protagonisti, uomini e donne, le paure e le speranze, la quotidianità e l’ufficialità dell’Isola dei cassintegrati. Ripercorre la storia di una protesta pacifica e singolare che i suoi attori non hanno alcuna intenzione di sospendere finché non torneranno a casa sani e salvi con la prospettiva di un lavoro di cui sono stati privati senza troppe spiegazioni.

Questo libro colma la lacuna e rivela che le due storie – quella pubblica e quella intima – hanno avuto in comune lo sviluppo in crescendo. Ma mentre il primo crescendo, quello che tutti abbiamo visto nelle tv e sui giornali, resta sullo sfondo perché l’autrice fa proprio il pudore dei “naufraghi”, il secondo crescendo, quello che matura all’interno del piccolo mondo dell’Asinara, innerva l’intera narrazione.

Dall'Introduzione al libro di Concita De Gregorio e Giovanni Maria Bellu



Argomenti:   #asinara ,        #racconto ,        #recensione ,        #sanna ,        #silvia sanna ,        #storia ,        #vinyls



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