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 Anno VI n° 9 SETTEMBRE 2010    -   FATTI & OPINIONI


Critica politca
Sono stufo! Basta con i venditori ambulanti della politica
Ci prendono in giro con giochi acrobatici su cose che non dovrebbero interessarci e nulla fanno per i problemi veri, che sono sempre più gravi
Di Giovanni Gelmini


I giornalisti hanno qualche colpa, ma oggi tutto è basato sull'audience e la politica è diventata un reality da trasmettere anche in prima mattinata per le casalinghe. Così tutto diventa copione teatrale e il "teatrante" può truffare gli spettatori.

Sono stufo di tutto ciò!

Mi viene in mente una scena che, quando ero piccolo, si ripeteva ogni lunedì sotto le mie finestre. C'era il mercato e in una postazione in cui si vendevano terraglie c'era un ambulante giocoliere che lanciava in alto piatti, tazzine e scodelle in sequenza, riprendendole senza mai romperne una Gridava “done, done se rumpun mia, ciapatele con pochi schei...” Era certamente un gran professionista e le donne che andavano al mercato lo ammiravano e compravano le sue terraglie.

Ecco, mi sembra che la politica sia diventata un teatrino d’acrobati delle parole, che attira le donne più ingenue (ma anche gli uomini per par condicio) che necessitano di carica adrenalinica per sopravvivere alla noia e alla disperazione.

La crisi non demorde e noi affondiamo più degli altri, grazie alle sabbie mobili che ci hanno creato la triade: politica, mafie, finanza. Il governo ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di affrontare la crisi: bada solo ai “saldi di bilancio”; anche questo con gran difficoltà se Tremonti, ha dovuto minacciare le dimissioni per ottenere il risultato, forse parziale, di avere i saldi (solo quelli!) in ordine per le verifiche di Bruxelles. Intanto la disoccupazione aumenta, il reddito delle famiglie medie diminuisce e quello delle basse scende sotto il limite di sussistenza.

In un paese normale, un Capo del Governo, magari abbronzato come Obama, si preoccuperebbe di spiegare cosa sta facendo per la nazione, invece il nostro Capo di Governo racconta barzellette e si preoccupa, cercando di non dare troppo nell'occhio, se il “processo breve”, che lo deve salvare dalle sgrinfie del gatto “toghe rosse”, possa passare in tempo al Parlamento. Se non passa è un disastro, per lui ovviamente.

Ma come far stare tranquilli gli italiani “domestici”? Facciamo fare ai politici i giocolieri, buttiamo in alto la maggioranza a raffica, e mostriamo che non si rompe. Al massimo della tensione annunciamo che vogliamo le elezioni anticipate, e poi diciamo “no, non ce n'è bisogno”.

Che sia un triste teatrino, supportato incoscientemente dai giornalisti del talk-show, condito da qualcuno che rivela come nefandezze fatte dal “cattivo” Fini cose che, se vere, sono al massimo delle scappatelle, rispetto a quelle di cui è accusato in tribunale Berlusconi e di quelle di cui sono indagati qualche sottosegretario e qualche notabile del PDL, tutto per distogliere l'attenzione sulla situazione reale: l'Italia va malissimo e, prima o poi, i nodi verranno al pettine.

Non mi fido di Fin: sapeva con chi stava ed è inutile che oggi faccia il furbo. Credo che si sia mosso per evitare di ricevere il crollo del potere in testa, in pratica si propone come leader del dopo Berlusconi, che potrebbe essere imminente, ma se Berlusconi regge, lui non ha mai votato contro nella “fiducia” e spergiura che sarà fedele al mandato elettorale.

Ecco che non si capisce se la crisi di Governo ci sia o no, ma l’hanno propinata per tutto agosto, alla fine non c'è più!

Ma sarà vero?

Credo proprio di no. La crisi c'è ed è la conseguenza dell'inattività del Governo sulle cose reali, il conto sarà presentato. Berlusconi ha bisogno urgente del processo breve. O va alle elezioni subito o non potrà più tornare a presentarsi, questo sembra di intuire dalla sua fretta. Bossi non vorrebbe le elezioni prima di vedere approvato il federalismo fiscale, ma le elezioni non lo spaventano.

Il vero nodo su elezioni si elezioni no è Napolitano. Il Presidente della Repubblica ha parlato chiaramente: non è una decisione che spetta al Governo, quindi è quasi sicuro che, in caso di crisi, incaricherà qualcuno, magari Fini, per la formazione di un governo di “salute pubblica”.
Cosa vuol dire questo: due cose perniciose per Berlusconi. Elezioni a distanza, magari nel 2012, rifacimento della legge elettorale con magari qualche limite pesante per lui e i sui fedeli scudieri. Anche se il governo non ricevesse la fiducia, le elezioni andrebbero a primavera e non sarebbero Berlusconi e Maroni a guidarle, ma il governo incaricato da Napolitano, anche se non riceve la fiducia.

Dall'altra parte il PD, che sente sul collo la prossimità di un confronto elettorale, rimette sul tappeto l'Ulivo, ma con chi? Prodi penso proprio che non accetterà, e c'è qualcuno capace di concentrarsi sul programma, elemento fondante di una coalizione di diversi, in quella compagine di parolai? D'Alema è il peggior ex DC del PD, anche se aveva la tessera del PCI, e strizza l'occhio a Casini, senza alcun programma entrambi se non il potere. Veltroni veleggia tra iniziative pericolose, come ci ha dimostrato nella sua passata conduzione del partito e Frencesichini, il più a sinistra di tutti, non si sente quasi più.

Dove è l'opposizione? Questa credo sia la questione più importante che ci si deve porre, se si deve andare alle elezioni.



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