REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VI n° 9 SETTEMBRE 2010 - PRIMA PAGINA Riassunto critico di ciò che si è visto questa settimana |
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Giovanni Gelmini Volge al termine questa settimana di fuoco che ci ha visti tutti in lutto costante. Due funerali hanno riempito le pagine dei rotocalchi, dei giornali impegnati, dei telegiornali, dei talk show, e anche le bocche delle persone: andando da macellai, panettieri, medici e parrucchieri tutti noi abbiamo sentito pronunciare frasi del tipo “hai sentito chi è morto? Poverino, quell’imitatore bravo… Gigi Sabani… era giovane, poverino” oppure “Era l’orgoglio dell’Italia all’estero quel Luciano Pavarotti”. Vip di tutte le generazioni commossi per l’imitatore un tempo abbandonato da tutti per una infamante accusa di cui fingono non avere memoria o a cui dicono di non aver mai creduto. Tutti elogiano la magnanimità del frodatore-scoperto numero 1 del fisco italiano prima di essere emulato e sorpassato da Valentino Rossi. Anche cantanti e artisti stranieri insieme alle frecce tricolore per fare della morte l’ultimo spettacolo del tenore. Adesso il nuovo argomento è la sua eredità. Questa è l’ipocrisia della nostra società. Eppure molti, e non parlo di parenti, amici e conoscenti, piangevano davvero per lui come per un figlio, grazie al potere infinito che la televisione ha sulle nostre menti. Come mai nessuno si accorge di chi muore giovane nel mondo se non è famoso? La morte di bambini africani, che contribuiamo ad uccidere anche noi o che quantomeno non ci preoccupiamo abbastanza di salvare e che sono sicuramente più innocenti di chiunque altro, fa soffrire molte meno persone di quelle che compiangono Pavarotti o Gigi Sabani. Per loro niente frecce tricolore. La morte di un Vip diventa notizia, e non una notizia qualunque: diventa la prima e l’ultima notizia del TG. Questo è quello a cui abbiamo assistito in questa settimana: come notizia di apertura la morte di Pavarotti, seguita dal funerale di Sabani, proseguendo con il festival di Venezia, il trasferimento a Salso Maggiore delle eliminatorie di miss Italia e il caso Poggi ripreso da Fabrizio Corona, per concludere di nuovo con uno speciale dedicato a Pavarotti. Proseguiamo poi, alla chiusura del TG, con i programmi stile “Vita in diretta” o “l’Italia sul due” dedicati alla principessa Diana morta dieci anni fa poco prima di Madre Teresa di Calcutta. Pochi vivi fanno notizia, ma la cosa brutta è che la facciano anche pochi morti. E tra poco ricomincia Porta a Porta… il caso Cogne comincia a mancarci, e sono ripresi i programmi con le “letterine”, “schedine”, “ereditiere”, “veline” etc etc. Adesso stiamo tutti aspettando la nuova edizione dell’Isola dei famosi, del Grande Fratello, della Talpa, di Music Farm, di Amici di Maria De Filippi, di Uomini e Donne e di C’è Posta per te e ancora etc etc etc. Poi i politici hanno finito le vacanze, quindi il Governo è di nuovo allo stremo, l’Opposizione si lamenta, c’è una finanziaria da fare, le parole grosse volano e le risposte incalzano: iniziano anche Ballarò e Anno Zero. Il Campionato di calcio è ricominciato, ricominciano anche Controcampo, Quelli che il Calcio e La Domenica Sportiva. Sicuri che il tempo non sia circolare? Mi convinco sempre di più che la visione lineare della storia sia solo una convenzione volta a non spaventare menti deboli. I ragazzi vogliono essere famosi, vogliono farsi notare anche se non sanno far nulla, e i grandi vogliono rimanere famosi anche se non dovrebbero far altro che stare a casa, certe volte. La televisione, telegiornali compresi, li aiuta da brava madre magnanima. La dicotomia essere-avere sembra aver definitivamente sancito la vittoria dell’avere, così come nel binomio apparenza e sostanza è stata ormai senz’altro quest’ultima a soccombere: la TV ce lo ricorda ogni istante. Avete visto come rideva Paris Hilton al concerto dell’amica Britney Spears? E non dite che non leggete Novella 2000… questa è stata una notizia di telegiornale! Dove andremo a finire? In pochi anni si è visto tutto degenerare… tra un lustro forse ci sarà un reality su chi va in gabinetto o un serial killer che partecipa ad un quiz TV e un politico con 3 reti televisive, non so quanti giornali e case editrici e una squadra di calcio… ops, forse quello già c’è. Chi ha interesse a farci diventare più stupidi e ignoranti, a darci disinformazione proprio quando sembreremmo sommersi dalle informazioni? Forse è questo che ci dobbiamo chiedere, e dobbiamo chiederci anche se possiamo davvero soltanto rimanere passivi. Non ho mai amato i documentari… ma certe volte mi viene da dire: meno male che esiste ancora Piero Angela!
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