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 Anno VI n° 9 SETTEMBRE 2010    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Sole delle Alpi: simbolo del potere!
Quando l'arroganza si combina con l'ignoranza
Di Giovanni Gelmini


Eccola inaugurata, sembra una bella scuola la scuola di Adro, costruita con i soldi pubblici ovviamente, ma cosa sono quei segni verdi sparsi ovunque? Il sindaco afferma che sono un segno tradizionale della zona, il "Sole delle Alpi". Il sindaco di Cividate ha risposto, a suo tempo, a una domanda simile, e ha spiegato anche che è un segno antichissimo, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Esso può essere notato sulle facciate del castello Sforzesco di Milano, al Chiostro di Santa Maria in Bergamo.

Ma a me sembra il simbolo della Lega Nord!

Anche la svastica tedesca, oggi legata in modo indissolubile al nazismo e ai suoi tristi misfatti, era in origine un segno antico: simbolo del sole, (vedi Anno III n°6 - GIUGNO 2007 vol I°, “Lo stupro del simbolo” di Serena Bertolgiatti). Ogni simbolo ha valore per quello che porta alla mente e oggi quel simbolo è, inequivocabilmente, un simbolo di partito, magari anche “marchio depositato”.

Spero che ci siano delle protezioni di legge per questo che appare a tutti come un abuso e una propaganda politica inammissibile. Quei simboli, che rappresentano oggi un tutt'uno con la Lega Nord, sono stati realizzati con i soldi pubblici e quando si dovranno rimuovere si dovranno pagare le opere necessarie, ancora con i soldi pubblici; spero proprio che la leggie obblighi a fare tutto ciò con i soldi personali del Sindaco e della Giunta di Adro.

Quanto è avvenuto ad Adro mi porta a una riflessione sui “simboli del potere”.
Fin dall'antichità il potere ha teso a “marchiare” il suo territorio, come fa il cane o il gatto maschio. A volte questi segni, passati attraverso il filtro del tempo, diventano beni culturali importanti, come gli archi di trionfo romani o napoleonici, ma questo è raro. È più facile che siano coperti dall'odio e distrutti appena possibile, col significato emotivo di rimozione di un periodo odiato, come è stato per tutti i simboli del Fascismo dopo la caduta di Mussolini.

Più recente possiamo ricordare la “caduta della statua di Saddam Hussein”, anche se da allora la guerra in Iraq non si può ancora considerare conclusa. Insomma tutti questi simboli, che rendono tronfi e felici chi li mette (N.d.R. stranamente la maggior parte di questi sono dittatori) in genere si rivoltano proprio contro chi li ha messi e questi “segni del potere” diventano anche il “segno del dissenso” e, dopo la loro caduta, “il segno del cambiamento” del potere.

Forse i leghisti di Adro non ci crederanno, ma voglio raccontare una cosa che mi è capitata e dimostra che dico il vero.

1979, l'anno prima della nascita di Solidarność, sono a Varsavia come delegato del Governo Italiano ad un convegno dell'ONU. Il governo polacco ha organizzato una visita ufficiale alla città e, passando nel centro, vedo un grattacielo svettare; chiedo alla guida informazioni: “... si è il Palazzo della Cultura... - mi risponde, e a bassa voce – un obbrobrio.

A me non sembra brutto, anzi lo trovo interessante. Conosco una coppia di sposi a Varsavia e allora chiedo loro spiegazione e la spiegazione è “è la copia del ‘palazzo della cultura’ di Mosca, per noi è il simbolo dell'occupazione russa”.

Amministratori della Lega meditate ed evitate che i simboli diventino il segno dell'arroganza e del potere!



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