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 Anno VI n° 10 OTTOBRE 2010    -   TERZA PAGINA


Fiabe dal Brasile: Taulipang – Roraima
Il giaguaro, il fuoco, la pioggia

Di Luigi Dal Cin


Molto tempo fa, il giaguaro era davvero fiero di se stesso: era così feroce che tutti gli animali avevano paura di lui.

Un giorno incrociò sul suo cammino uno strano essere, piccolo piccolo, che portava sul dorso una cesta piena di pesci.
Chi sei tu?” ruggì feroce il giaguaro.
Sono il fuoco” rispose, con una voce sottile sottile.
E non scappi? Non hai paura di me?” ruggì forte.
E perché dovrei aver paura di te?”.
Perché io sono il giaguaro!” ruggì ancora più forte, stupito che qualcuno ancora non lo conoscesse; e con un balzo si lanciò su un albero, spezzando un gran numero di rami.
Visto di che cosa sono capace?”.
Sei davvero forte” si complimentò il fuoco.
Di sicuro più di te, piccoletto. Perciò dammi il cesto che hai sul dorso, o ti divorerò in un boccone”.

Il fuoco ubbidì.
Poi si raggomitolò fino a diventare una minuscola scintilla, su cui il giaguaro si lanciò rabbioso. Ma quando la toccò, tra sibili e scoppiettii, se ne sprigionò una fiammata ardente.
Il giaguaro gridò per il dolore, e osservò stupito le proprie zampe annerite: da allora rimasero così, per sempre.

Con il cuore pieno di terrore, si arrampicò veloce sull’albero più vicino, e non si fermò finché non fu sulla cima.
Non devi avere paura – disse il fuoco – io non sono forte come te!” e si diresse verso le radici dell’albero.

In breve le fiamme si alzarono, avvolsero il tronco, si attaccarono ai rami più bassi e cominciarono a salire sempre più in alto.
Il giaguaro sconvolto di paura spiccò un salto e si mise in salvo su un ammasso di rocce. Il fuoco lo seguiva.
Le pietre sono fredde, sono fuori pericolo!” si disse il giaguaro.
Si sbagliava.
Il fuoco si infilò tra le fessure, arroventò i massi, li fece esplodere. Una cascata di schegge ardenti piovve sulla pelliccia del giaguaro, che da allora conservò i segni di quelle bruciature, per sempre.

Il giaguaro allora riprese la fuga dirigendosi questa volta verso il fiume e, con la speranza di sfuggire a nuove scottature, si tuffò tra le onde.
Ma il fuoco si aggrappò alle sterpaglie sulla riva, e poco dopo l’acqua cominciò a bollire.
Sei più forte di me! – gridò allora il giaguaro – Ti supplico, lascia che io viva”.
Certo, perché no?” disse il fuoco. E si raggomitolò di nuovo fino a diventare una minuscola scintilla, che il vento sollevò e trascinò lontano.

Ecco cosa accade quando si sfida chi non si conosce” ripeteva il giaguaro mentre si leccava le scottature. E per qualche tempo non si vantò più della sua forza.

Finché un giorno incrociò sul suo cammino la pioggia. Era piccola piccola e trasparente, come una goccia di fiume.
Il giaguaro non l’aveva mai vista prima.
Chi sei tu?” ruggì feroce.
Sono la pioggia” rispose, con una voce sottile sottile.
E non scappi? Non hai paura di me?”.
E perché dovrei aver paura di te?”.
Be’, perché io sono forte! Anche gli indios hanno paura di me!”.
Se è per questo, ne hanno anche di me”.
Il giaguaro rise di gusto: “Vuoi che proviamo a chi li spaventa di più? Vieni con me al villaggio”.

S’incamminarono insieme, ed era ormai sera quando arrivarono. Faceva caldo, e così gli indios avevano sistemato le amache fuori dalle loro capanne, per dormire all’aperto.

Quando il ruggito del giaguaro vibrò nell’aria, gli uomini si passarono parola: “Prepariamo archi e frecce: domani cacceremo il giaguaro”.
Vedi come li ho messi in agitazione? – disse compiaciuto alla pioggia – Adesso fammi vedere che effetto fai tu”.

La pioggia cominciò a mormorare parole incomprensibili, e caddero dal cielo le prime gocce.
Presto, tutti dentro le capanne! – gridarono gli indios – Presto, prima che arrivi il grosso del temporale”.
L’acqua allora scrosciò sempre più forte.



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