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 Anno VI n° 11 NOVEMBRE 2010    -   TERZA PAGINA


Alla ricerca della bellezza
Incontro con Sergi Barnils
Un pittore in contro tendenza che mette spiritualità e la gioia nelle sue opere
Di Cricio


Da tempo sto cercando nell'arte chi da sicurezza, chi cerca di esprimere una forma di bellezza e di perfezione. Non credo che l'arte debba competere con il giornalismo e il documentarismo, che poi si tramuta in storia della civiltà; seppure sia cosa sicuramente importante e basilare per l'evoluzione della società. Credo che una certa arte, pittura, scultura, musica, poesia, letteratura, debbano trasmettere emozioni e riflessioni che portino al nostro miglioramento, non all'abbruttimento.

Oggi vi voglio parlare di Sergi Barnils. Ho visto le sue produzioni, danno una grande sensazione di pace, di sicurezza. Colori vivaci trasmettono la sensazione della vita non malinconica, non romantica, ma vigorosa vita da vivere in una prospettiva positiva: credere in qualcosa di che porti al bene.


Se lo vedete lo trovate una persona normale, vestito normalmente, come un qualsiasi impiegato d’ufficio, ma fatelo parlare davanti ad una sua opera e scoprirete dietro quella normalità un qualcosa di straordinario.
Davanti ad una sua opera si accende, ogni elemento ha un significato preciso, studiato. Sono icone, miniature per trasmettere un qualcosa di preciso: la gioia della resurrezione. Tutto quello che realizza è una rappresentazione dell'Apocalisse, il vangelo profetico di Giovanni.
Quando sentii dire questa cosa, rimasi perplesso perché dell'apocalisse conoscevo solo la parte più drammatica, quella della punizione. Le opere di Barnils invece trasmettono pace e gioia. La spiegazione è semplice, si ispirano al capitolo 21 quello in cui si descrive la nuova vita, nella “Città della Luce”.

    Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra perché II cielo e la terra di prima erano scomparsi e Il mare non c'era più. Vidi anche la Città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal Cielo, da Dio, pronta come sposa adorna per il suo sposo. "Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
    “Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
    Egli dimorerà tra di loro
    ed essi saranno suo popolo
    ed egli sarà il 'Dio-con-loro:’,
    e tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
    non ci sarà più la morte,
    né lutto, né lamento, né 'affanno,
    perché le cose di prima sono passate".
    (dal Capitolo 21dell'Apocalisse)

Questo è quello che ispira Barnils. Ogni segno riportato nelle sue opere ha un significato preciso: la santa trinità, le anime, ecc... Le anime sono rappresentate come vele, che affollano il percorso verso la “Città della Luce”.

    Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza.
    Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi sarà più notte.
    E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni

    Non entrerà in essa nulla d'impuro, né chi commette abominio o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello
    (dal Capitolo 21dell'Apocalisse)

 
Preparatoris per la nùvia engalanada, 2010 tecnica mista su tela cm 100x81

Quindi una città in cui non sarà più notte. Ma si parte dal buio e all'inizio la visione è annebbiata, ecco un quadro in cui domina il grigiore, il grigiore che pervade le anime che ancora non hanno la visione sicura. Ogni quadro rappresenta una situazione diversa, ma alla fine si raggiunge la Città.

La seva fidelitat t'és per escut i defensa, 2010 tecnica mista su tela cm 700x 700

    Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.

    E non vi sarà più maledizione.
    Il trono di Dio. e dell'Agnello
    sarà in mezzo a lei
    e i suoi servi lo adoreranno;
    vedranno la sua faccia
    e porteranno il suo nome sulla fronte,
    Non vi sarà più notte
    e non avranno più bisogno di luce di lampada,
    né di luce di sole,
    perché il Signore Dio li illuminerà
    e regneranno nei secoli dei secoli:
    (dal Capitolo 21dell'Apocalisse)

Questa è la base spirituale dell'opera di Barnils, ma un artista non è solo idea, è sempre umanità. Vi sono artisti che devono essere chiamati “maestri” altrimenti si offendono, altri che assumono atteggiamenti particolari per distinguersi, altri hanno altre caratteristiche particolari, ma non credo che questi siano davvero grandi artisti, forse sono solo grandi venditori.. Un grande artista deve invece essere uomo e saper comunicare e ascoltare il mondo che lo circonda per trarne motivo di elaborazione.

Il contatto umano con Sergi Barnils è facile, se si entusiasma delle sue opere, è altrettanto partecipe al modo che lo circonda. La moglie mi diceva che lui lavora moltissimo nel suo studio e quando è là è felice, ma Sergi mi ha detto anche che vorrebbe trovare uno studio con degli spazi aperti per poter lavorare con il sole. La natura resta un capolavoro di Dio e il contatto con essa deve restare al centro della vita di un uomo.


Le foto con Barnils sono di Fabio Testi
Vedi anche Sapaziodi Magazine ottobre 2010-  
SERGI BARNILS "Visions de la núvia engalanada" A Clusone, Dal 9 Ottobre 2010 al 9 novembre 2010
 



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